13.5.11

E' morto da 34 anni ma la Rai continua a chiedergli il canone e porta gli eredi da equitalia . Poi ci si lamenta se il terrorismo trova terreno fertile e simpatizzanti

Leggendo tutti i giornali    a  360  gradi  e senza cascare nelle "ideologie" di colore:tipiche del secolo scorso .leggo  sul messaggero online del  13\5\2011  questa  news    che riporto integralmente . L'unico  commento  che mi sento di fare    che  poi  è riportato  anche sulla mia bacheca  di fb ---mi perdonino i miie utenti   se lo legeranno  due  volte --- non ci si lamenti  poi se i terroristi o i boss mafiosi godono di simpatia  oppure c'èmolto astensionismo   d'indifferenza o ci s'avvicina all'antipolitica .O si  constinui a gridare  nellle piazze  slogan  come questi :  nè con lo statro nè con le br .
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E' morto da 34 anni ma la Rai  cosntinua a chiedergli il canone













 







di Luca Lippera
ROMA 
A casa del fu Mario Sementilli, a Grotte Celoni, la Rai tenta di imporre da trentaquattro anni un concetto quantomeno particolare: anche la morte, quando c’è di mezzo il canone tv, può diventare un evento relativo. La conferma di questa filosofia l’eternità dunque esiste è giunta con un sollecito di pagamento dell’Agenzie delle Entrate. «Abbonamento N. 1225808, ci risulta che Lei non è in regola». Non risulta, è ovvio, un dettaglio non da poco: il signor Mario è sepolto a Ceprano, Ciociaria, dal 1977 
La storia mai stupirsi, l’Italia è questa, si trascina da decenni. «L’ultima raccomandata porta la data del due maggio - rivela Rosanna Sementilli, 63 anni, unica figlia e unica erede di Mario, casa in via Villa Castelli 22 a Grotte Celoni, abbonata Rai senza macchia - e questa volta si è pure aggiunta una cartella esattoriale della Gerit-Equitalia. La Rai (Ufficio Sat di Torino) chiede il pagamento del canone per gli ultimi cinque anni. Totale circa duemila euro tra sovrattasse, interessi e mora. Gli abbiamo detto e ridetto, a quelli di Torino, che mio padre è deceduto e che se vogliono possono scrivere al cimitero. Niente. È come se non sentissero».
Il signor Mario, morto a cinquantanove anni, era un costruttore. Riposa nella tomba di famiglia nella cittadina vicino Frosinone e la figlia, all’indomani del decesso, è subentrata a lui nell’abbonamento Rai (che in realtà è una tassa ormai contestata da molti). L’ultimo sollecito i Sementilli ne ricevono un paio l’anno è firmato dal «Responsabile Sat, Dr.ssa Cristina Varesano». «Abbiamo cercato di metterci in contatto con lei - racconta Rosanna Sementilli - Niente da fare. Ci passano, a nostre spese, un call-center. E intanto continuano a mandare raccomandate. È una cosa che dà fastidio, una questione di principio, una riprova del Paese che siamo».
A casa Sementilli, tra l’altro, le armi sono affilate. Pietro Barone, 64 anni, marito della figlia di Mario, è avvocato. Per anni, lui ex repubblicano, è stato presidente del VIII Municipio quando i municipi si chiamavano ancora circoscrizioni. «Le lettere di contestazione le scrivo io - dice - È una pazzia. Non hanno mai risposto. Al postino, sull’ultima raccomandata, ho fatto scrivere: «Deceduto». Come parlare al vento. Ma non si tratta solo di un puntiglio. È che qui, pazzescamente, si rischiano conseguenze pratiche». La Rai, rifiutandosi di prendere atto che Sementilli, il costruttore, è morto, ha chiesto alla Gerit di emettere una cartella (sempre contro il de cuius) per il recupero del presunto credito. «Scendendo per i rami - spiega l’avvocato Barone -alla fine mia moglie, in quanto unica erede, verrà chiamata a risponderne. Bisognerà fare ricorso, starci dietro, andare in Tribunale, pagare i bolli, presenziare alle udienze e via dicendo. Tutto per una persona che purtroppo non c’è più».
L’Agenzia delle Entrate, Ufficio Territoriale di Torino, ricorda nel sollecito al signor Sementilli che «il mancato pagamento costituisce una violazione tributaria». Ci sono, in certe storie, i connotati di un sistema e di una Nazione. La Finanziaria del 2008 ha abolito il canone Rai per tutte le persone che hanno più di 75 anni e un reddito non superiore a 6.713,18 euro l’anno. Esclusi, evidentemente, i morti, come se l’aldilà desse frutti e contribuenti.
  Concludo  riportando uno dei  commenti più  interessanti   nel sito   da cui  ho preso la news   :
E siamo seri una volta.
Alla RAI i soldi dei morti gli servono, se no come fa a pagare stipendi e liquidazioni milionari, come fa a pagare ingaggi milionari ai vari presentatori, come fa a dare carte di credito che vengono ripetutamente usate senza il dovuto peremesso, alla Rai i soldi occorrono per tenere in piedi un carrozzone di amici degli amici con un eccesso di personale che fa paura. Anzi ci dovrebbe essere una legge che il canone deve essere pagato anche da quelli che dovranno nascere. Per ogni coppia si dovrá stabilire quanti figli vorranno, dopo di che applicare il canone dovuto. Io non sono di sinistra, ma ricordo quando si diceva: "a da vení baffone"
commento inviato il 13-05-2011 alle 18:54 da arnaldo40




3 commenti:

Anonimo ha detto...

ma perchè invece che chiedere il canone ai morti non si toglie la carta di credito a minzolini e ci sarebbe già un bel risparmio.....ridicoli!!!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

La tassa pretesa dal de cuius serve anche a pagare profumatamente e foraggiare in vari modi gli pseudo-manager come la summenzionata dottoressa. Questi invece andrebbero rimandati da dove sono venuti a calci nel sedere!

Anonimo ha detto...

La RAI ha ragione : l'erede (cioè la moglie)dovevano comunicare il decesso dell'abbonato e dichiarare di essere subentrata nel possesso del televisore. Se trasferitasi presso l'abitazione di un parente, già abbonato, dichiarare detta circostanza e l'iscrizione veniva annullata.
Questo occorreva farlo entro un mese dal decesso!!