Maktub.di http://www.lucyvansaint.com/blog/


Salam ‘alaykum gente! Che in arabo è in pratica il saluto principale. Significa “pace a te”.
Nel mio caso, mica tanta pace visto che tornai ieri dal Marocco con la dissenteria. Non vi dico che bellezza! Vabbè, cose che capitano in questo tipo di viaggi.
Vi lascio le mie impressioni su Fez e sul Marocco.
I MAROCCHINI NON VANNO TANTO PER IL SOTTILE: diciamo che di questa cosa ho cominciato a farmene un’idea già seduta sull’aereo che mi portava a Fez. Dietro di me c’erano tre marocchini che per due ore e mezzo di fila non hanno fatto altro che parlare fra loro in arabo urlando e dandomi calci dietro al sedile. Una goduria. Quando poi arrivi lì e vedi che nella medina di Fez ci sono teste di capra gocciolanti su banchetti improvvisati senza frigorifero, accompagnati da cervelli, lumache, interiora varie il tutto esposto in bella vista con le mosche che gli girano attorno capisci che tu, occidentale abituato al frigorifero, non resisterai molto tempo a quella vista e a quella puzza. Grazie santa amuchina di avermi salvato almeno un po’.
Idem dicasi per gli sguardi maschili… che, siccome lì le donne sono per la maggior parte tutte coperte, e i turisti sono pochi ti guardano come se fossi un pezzo di carne appeso al macello. Meno male che avevo gli occhiali da sole e non sono andata in giro scollata. In ogni caso hanno comunque tentato di comprarmi per 1000 dromedari.
I MAROCCHINI AMANO LE SPEZIE: avevo l’odore di cumino e di menta che mi usciva da tutte le parti. E a questo punto credo che amino le spezie appunto perchè hanno imparato ad usarle per conservare i cibi, vista la scarsissima igiene e il caldo africano.
Alla fin fine il cibo marocchino è buono però non è che si siano inventati niente di che. Voglio dire il tajine è semplicemente una sorta di spezzatino arricchito con le spezie.
E il cous cous? Molto meglio quello freddo che facciamo noi in estate. Insomma a un certo punto io anelavo un bel piatto di spaghetti. Pur tuttavia loro sono molto gentili, molto ospitali, il Riad dove stavamo era bello seppur mal tenuto. I Riad sono ex case nobili trasformate in guest-house. Sono bellissime, con arredamento arabo e il nostro aveva persino il wi-fi gratuito.
LA MEDINA DI FEZ: si tratta di un dedalo di stradine piccole e tortuose all’interno della città vecchia dove gli abitanti di Fez hanno il suk, il mercato. Se non hai una guida ti ci perdi sicuro. Così noi ci siamo fatti accompagnare da una guida locale anche per evitare le faux guides, i ragazzini che vogliono farti da guida per avere dei soldi in cambio e che non te li scolli di dosso se non sei insistente. Immaginate delle stradine tortuose piene di gente che cammina, asini carichi di roba (perchè le auto non ci passano),
banchi di frutta, verdura, carne, spezie in bella mostra e tutto ammucchiato, con odori non proprio piacevoli che si mescolano (visto che pure le fognature sono ridotte una schifezza e che i marocchini a mio parere non si lavano e hanno un concetto dell’igiene totalmente opposto al nostro). A questo seguono viuzze dove trovi i venditori di tappeti artigianali. Questi poveretti fanno stoffe, tappeti, sciarpe al telaio, guadagnano due lire e si fanno un mazzo così.
Stesso dicasi per le ceramiche. Quelle marocchine sono fatte a mano e sono bellissime e i poracci che le fanno lavorano tutto a mano per pochissimi soldi.
Tenete conto che 100 Diram marocchini equivalgono più o meno a 10 euro, per cui… Loro dicono “Maktub” cioè che tutto è scritto. Sarà… però allora il loro è un destino proprio beffardo.
LE CONCERIE: si tratta dell’attrazione più bella della medina di Fez. Vedendole nelle immagini di “O clone”, la serie brasiliana che in parte era ambientata a Fez, me le immaginavo come un luogo magnifico. Ebbene, sono bellissime e suggestive ma di magnifico non hanno nulla visto che le pelli di animali che vengono immerse nelle vasche delle tinture puzzano terribilmente (le guide ti danno dei rametti di menta da metterti sotto al naso per sfuggire l’odore) e perchè in queste vasche lavorano immersi nelle sostanze chimiche dei coloranti dei poveri disgraziati a cottimo per pochi Diram. Più pelli lavorano e più guadagnano.
IL RE E’ UNA POP STAR: è un po’ come il Grande Fratello di Orwell. La sua immagine sta dappertutto. Agli angoli delle strade principali, in tutti i negozi in cui entri, nei ristoranti, nei Riad. Ovunque. E tutti i marocchini si chiamano Mohammed come lui e come il profeta. In tre giorni noi abbiamo beccato un tassista, una guida, uno dei lavoratori all’interno del Riad, l’altro autista che ci ha portato nelle foreste nei dintorni di Fez… tutti che si chiamavano Mohammed. Peccato che lui sia ricco sfondato e abbia un palazzo reale in ogni città e che la maggior parte dei marocchini sia invece povera in canna.
ANCHE IL MAROCCO HA LA SUA SVIZZERA: si chiama Ifrane ed è un paesino che sta a sud di Fez, sulle montagne. Ci sono tutte casette con i tetti spioventi ben curati e d’inverno ci nevica parecchio. Fa impressione pensare che anche questo sia Marocco visto che sembrava di stare a Livigno più che in un paese africano.
I TAXI MAROCCHINI: sono sporchi, vecchissimi (vanno in giro con le Uno che noi usavamo 20 anni fa), cumulativi e si contratta per tutto. Innanzitutto devi contrattare il prezzo della corsa perchè quelli che hanno il tassametro sono pochissimi e poi può capitare che tu ti siedi dietro e poi davanti il tassista prenda anche un altro passeggero che deve fare la stessa tratta. A noi è capitato di dividere il taxi con un marocchino che poi abbiamo scoperto che parlava italiano e metà dell’anno viveva a Trento. Tra l’altro sono pochi quelli che a Fez parlano italiano, visto che non vedono molti turisti e se li vedono sono soprattutto francesi e spagnoli. Uno dei taxi su cui siamo saliti aveva percorso 800.000 km e ancora camminava!
LE DONNE: la maggior parte di loro, soprattutto nella città vecchia, vanno vestite alla marocchina, con tuniche e i capelli coperti dal velo. Niente braccia scoperte, niente gambe scoperte. Sono molto belle nel loro abito tradizionale. Pur dovendosi abbardare come delle carampane non perdono la femminilità quindi le vedi in giro che vanno a comprarsi i foulard colorati da mettersi in testa. Pur tuttavia quelle ricche e agghindate con gioielli e il kajal sugli occhi alla “O clone” non ci sono, se non quelle veramente ricche, ma di certo non se ne vanno in giro per la medina vecchia di Fez.
In ogni caso vale la pena di andare in Marocco almeno una volta nella vita. Gli edifici musulmani sono bellissimi,
i paesaggi attorno alla città sono proprio belli
e vedere un paese islamico fa un certo effetto. Avendo visto come sono le donne marocchine mi stupisco sempre di più del fatto che la ragazzina che ha scandalizzato l’Italia, Ruby Rubacuori, provenga da questo paese. Noi siamo troppo esagerati in un senso e loro forse in un altro. Chissà. Sta di fatto che, quando e semmai andrete in Marocco, state attenti perchè lui
vi guarda. Inshallah!

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