MUSICA E' morto Gil Scott-Heron L'altra faccia di Bob Dylan



Scompare il poeta, musicista e intellettuale che, come Dylan al rock, diede la parola alla musica di protesta dei neri, piantando la prima radice del rap. Militante per i diritti dei neri e contro l'Apartheid, attaccò la manipolazione dell'informazione e mise in ridicolo Reagan

di PAOLO GALLORI
NEW YORK - Bianco e nero, storie di vita e storie di morte, si incrociano in una settimana destinata a entrare negli almanacchi della cultura americana. Il 24 maggio 2011 Bob Dylan compie 70 anni. Venerdi 27 maggio, all'età di 62 anni, muore Gil Scott-Heron, poeta, musicista e intellettuale afroamericano, che in un mondo bisognoso di facili etichette era sbrigativamente indicato proprio come il "Bob Dylan nero". Fiero della propria negritudine, Scott-Heron deve aver vissuto con un misto di orgoglio e fastidio simile parallelo che, per quanto illustre e prestigioso, esprimeva esattamente il nemico che nella società americana egli ha combattuto per una vita: giudicare tutto in rapporto a un riferimento unico, vincente e, soprattutto, bianco. In realtà, il nero Scott-Heron e il bianco Dylan negli anni Sessanta e Settanta furono davvero come le due facce della luna. Attraverso il folk, Dylan diede al rock il dono della parola, Gil plasmò un nuovo linguaggio per i neri, liberando e sincopando i suoi versi in spoken-word musicali a metrica libera. Per molti, la prima radice del rap.
Gil Scott-Heron è morto in ospedale a New York. La notizia del decesso è stata diffusa dal suo editore, Canongate Books, che si apprestava a pubblicare l'ennesimo lavoro letterario di Gil, il cui titolo suona come una premonizione: The Last Holiday. L'ultima vacanza, quel viaggio in Europa di ritorno dal quale Scott-Heron si era di recente ammalato.
Gil era nato a Chicago, il primo aprile del 1949, ma cresciuto nel Bronx di New York, quartiere difficile e perfetto crogiuolo per le sue riflessioni sulla guerra tra poveri dell'Altra America, così lontana dal volto rispettabile, pulito e inevitabilmente bianco, dominante nei media. Dopo aver pubblicato nel 1969 il primo romanzo, The Vulture (L'avvoltoio), Gil dedica proprio ai grandi network e alla manipolazione dell'informazione ad opera delle rispettive, bianche proprietà, con la conseguente ignoranza della classe media sui problemi delle città, le sue due più potenti invettive in musica: The Revolution Will Not Be Televised e Whitey on the Moon, incluse nel suo primo album, A New Black Poet -Small Talk at 125th & Lennox, inciso nel 1970 in collaborazione con uno stuolo di musicisti jazz. Nelle note di copertina, il tributo di Gil ai più grandi esponenti dell'orgoglio nero e della musica nera: John Coltrane, Otis Redding, Billie Holiday, il drammaturgo Langston Hughes, Malcolm X, il cofondatore delle Black Panthers Huey Newton, Nina Simone fino a Richie Havens, a cui nel 1969 era toccato aprire il festival di Woodstock.

L'anno successivo Gil pubblica Pieces of a Man, brani dalla struttura più convenzionale rispetto al disco di debutto. Il successo è crescente, anche se le classifiche devono attendere il 1975 per accogliere Johannesburg: militante in prima linea per i diritti degli afroamericani, Gil Scott-Heron considera sua anche la lotta contro l'Apartheid in Sudafrica, che un anno dopo sarebbe entrata prepotentemente nelle cronache mondiali con gli scontri tra studenti neri e polizia nel ghetto di Soweto. Il più grande successo commerciale nel 1978, quando il brano The Bottle arriva fino alla posizione 15 delle classifiche R&B. Un anno dopo, riconoscimento del suo spessore intellettuale e artistico, Gil Scott-Heron partecipa a No Nukes, il leggendario concerto contro il nucleare organizzato al Madison Square Garden di New York da Jackson Browne. Ci sono anche Bruce Springsteen, James Taylor e  Crosby Stills & Nash, tra gli altri. La sua We Almost Lose Detroit finisce tanto nel disco quanto nel film-documentario tratti dalla serata.

Nel decennio successivo, uno degli obiettivi di Scott-Heron non può che essere il presidente Usa Ronald Reagan, repubblicano, conservatore, ultraliberista ed ex attore. Per ridicolizzarlo, Gil si inventa la feroce parodia B Movie, titolo che allude alla modestia dei film interpretati dal paladino dell'anti-comunismo planetario. "Questo paese vuole nostalgia. Vogliono tornare indietro quanto possibile - anche se è solo fino alla settimana scorsa. Non per affrontare l'oggi o il domani, ma per affrontare il passato. E ieri era il giorno dei nostri eroi del cinema a cavallo che arrivavano a salvare tutti all'ultimo momento. Il giorno dell'uomo col cappello bianco o dell'uomo sul cavallo bianco - o dell'uomo che arrivava sempre per salvare l'America all'ultimo momento - arrivava sempre qualcuno per salvare l'America all'ultimo momento - specialmente nei film di serie B. E quando l'America si ritrovò in difficoltà ad affrontare il futuro, cercarono persone come John Wayne. Ma dato che John Wayne non era più disponibile, ripiegarono su Ronald Reagan..."
Nel 1985 le strade di Scott-Heron e dell'etichetta Arista si dividono. Il poeta smette di incidere musica, anche se va in tour, e si dedica ad opere cinematografiche. Nell'ultimo periodo della sua vita iniziano le difficoltà e le amarezze: arrestato una prima volta nel 2001 per reati legati alle droghe, da allora entra ed esce continuamente dal carcere fino al 2007. Da perfetto "Padrino del Rap", altro soprannome attribuitogli in seguito dai critici, non smette di esibirsi in pubblico, accompagnandosi al piano elettrico e alla chitarra.
Gil non è per nulla contento di quell'appellativo, "Godfather", anche se è onorato nell'ascoltare tanti brani di giovani rapper farciti con campionamenti della sua voce. E allora spedisce loro un monito nel 1993, pubblicando l'album Spirits dopo aver firmato con l'etichetta TVT Records. Il pezzo, memorabile, si intitola Message To The Messengers. Ecco alcuni passaggi del testo: "Le parole di quattro lettere o quelle di quattro sillabe non ti faranno diventare un poeta, mostreranno solo quanto sei superficiale e tutti lo capiranno", "Dì a tutti loro, i giovani fratelli che giocano con le armi, che l''uomo' è contento di vederci impegnati a ucciderci l'un l'altro! Abbiamo fatto troppo casino, quando ci stavano sparando", "Giovani rappers, un altro consiglio, prima di togliermi dalla vostra strada. Apprezzo il rispetto che mi tributate e quello che voi avete da dire". L'anno scorso Gil era tornato in sala d'incisione, dove aveva registrato I'm New Here. L'ultimo capolavoro prima dell'ultima vacanza.
(28 maggio 2011)

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