. natale di Daniela Tuscano ©






Chi è solo lo vorrebbe saltare questo giorno. Ma questo giorno è venuto per chi è solo. 
Si può esser soli in tanti modi: nell'abbandono, come un bimbo tra le macerie, come una naturale madonna che nessun pittore riuscirà mai a ritrarre. 
Non li dobbiamo immaginare, sono Oriente come allora, atroce e disfatto, come allora dimenticato ma quella è terra di Siria, terra del Signore. 
Si è soli come cristi, come poveri cristiani. I cristiani, nella terra di Cristo, non esistono quasi più. 
Sono sole le monache prigioniere, dodici come gli apostoli. Nessuno sente i dialoghi carmelitani ma questo giorno è venuto per loro e con loro è pronto a spegnersi. 
Questo giorno sorge nel silenzio o forse nel mutismo  dei centri d'accoglienza, che non accolgono ma respingono quando spalancano i cancelli e cuciono le bocche. 
Questo giorno è per chi non l'ha visto, per chi si è spento nel fuoco senza più lavoro, senza più senso, senza più famiglia, perché quella che aveva non riusciva a stringerla al petto. 
Si è soli in mezzo alla gente, negli sterminati spazi senza spirito di metropoli atre, anche in famiglia si è soli, tra i sorrisi finti di feste faticose. 
Sono solitudini o isolamenti quando siamo raccolti senza creaturalita'. Natale è dappertutto, anche nel fango, se vogliamo, si farà trovare.

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