anche le serie di breve durata posso essere profonde ed intense il caso della serie netflixiana : I pazienti del dottor García occhio

Nel semi desolante panorama  infilmico televisivo estivo  e poca voglia causa caldo torrido  di spostarmi dal soggiorno munito di pompa di calore  e quindi uscire in giro   o cercare nella stanza del PC   in rete film  pirata,  ho visto una fiction storico  drammatica su Netflix .

Dentro c’è tutto: la spy story, il mélo, l’affresco storico di largo respiro. DaSerie Tratta dal romanzo omonimo di Almudena Grandes (1960-2021). la serie I pazienti del dottor García ( e presumo anche il tomo del romanzo sono 800 pagine ) è una serie dall’intreccio spesso, di grande valore narrativo e civile. infatti sia il romanzo sia la serie sono Una storia che collega eventi reali e sconosciuti ( o poco coosciuti della seconda guerra mondiale e del franchismo, per costruire le vite di personaggi che condividono non solo il destino della Spagna, ma anche quello dell'Argentina non perdere per nessun motivo (ma serve concentrazione).  Infatti  <<  (... )  Almudena Grandes è stata una delle voci della letteratura spagnola contemporanea più solide e importanti: morta di cancro alla fine di novembre del 2021, ha lasciato un’eredità letteraria, declinata in senso narrativo e solo sporadicamente drammaturgico, con cui non solo il suo Paese, ma tutto il mondo, si sta ancora confrontando e, ancor più, si confronterà nei prossimi decenni. Applaudiamo con ammirazione la scelta di Netflix di distribuire l’adattamento in dieci episodi – densi, densissimi: astenersi se non si è disposti alla concentrazione  e  [  a  ragionare per  voli  pindarici ed  colegamenti    corsivo  mio  ] – di uno dei suoi romanzi più riusciti, I pazienti del dottor García (2017), edito da noi, come tutti gli altri libri della compianta autrice madrilena, da Guanda.  ( ....  segue  su I pazienti del dottor García: recensione della serie Netflix  del  sito cinematographe.it  )  >>
I pazienti del dottor García: impasto di fiction e non fiction, cultura   europea  e  cultura  latino americana uniti  in uno  straordinario romanzo spionistico di Almudena Grandes                    da cinematographe.it)

Come   Almudena Grandes per scrivere il romanzo, ponderoso anche nella mole,ha studiato le fonti storiche con attenzione, e, a partire da queste ultime, con altrettanta perizia, una perizia ingegneristica, gli  autori  della  produzione    di netflix   hanno  allestito un intreccio di notevole complessità ed estensione temporale: il romanzo copre un arco narrativo molto ampio, dagli anni della guerra civile spagnola (1936-1939) – rossi contro neri,  rossi  contro  rossi   cioè  comunisti  contro  anarchici   e  comunisti non staliniani  ( anche  se   quest'ultimo è  solo  accenato   ma  importante   per  delimitare    il  ruolo   del  secondo  protagonista   maschile  ed  uno  dei  pilastri del  film ovvero l'amicizia    profonda   tra Guillermo García (Javier Rey)  il medico , che rimane a vivere a Madrid dopo la conquista del paese da parte dei franchisti. A causa delle sue idee comuniste e per salvarsi la vita è costretto a nascondere e adottare la falsa identità di Rafael Cuesta Sánchez, e l'amico   che   poi l'aiuterà dal suo amico Manuel Arroyo (Tamar Novas) una spia sul lato repubblicano.  vale a dire repubblicani contro nazionalisti, riformisti contro conservatori-reazionari –, banco di prova internazionale della guerra mondiale di lì a venire, alla morte, nel 1975, del caudillo Francisco Franco, che, al termine della guerra civile, vinta dai neri, aveva instaurato in Spagna una dittatura di stampo fascista, e all’immediatamente successivo golpe militare attuato in Argentina nel 1976.
idem

È la storia, attraverso quattro decenni, di due amici, il “medico dei rossi” Guillermo García Medina, e la spia Manolo Arroyo Benítez, un paziente che gli deve la vita. Tra loro, una donna: Amparo, falangista – aderente al movimento nazionalista, di ispirazione fascista – di famiglia monarchica e clericale, dalla parte dei neri. Amica d’infanzia di Guillermo, è a lui legata da un’attrazione erotica le cui conseguenze rappresentano l’intreccio sentimentale della vicenda, affatto lineare nel suo sviluppo. Ma c’è anche Margaret, spia statunitense, con cui Manolo – Rafael, Felipe, Adrián, ed ancora altri nomi gli apparterranno, secondo un principio di moltiplicazione delle identità che asseconda le sempre diverse necessità spionistiche – stabilisce una relazione amorosa intermettente e una collaborazione professionale alla fine del secondo conflitto mondiale, quando la nazista e falangista Clara Stauffer si mette a capo di un’associazione segreta che si occupa di espatriare i criminali del Terzo Reich. Insieme a loro, altre donne e altri uomini – un pugile, in particolare, è una delle figure più dolenti dell’intera vicenda –, personaggi maggiori e minori, tutti comunque caratterizzati con duttilità psicologica e robustezza narrativa, motori di una storia che non si sfilaccia mai nella trama, ma si mantiene compatta fino alla risoluzione di ciascuno dei fili dipanati. 
La serie, prodotta da RTVE e distribuita da Netflix, si mette, da  quel che  dice  mia zia     che   ha  visto    sia  la serie  ( poi  a me  cnsiugliata     )  e  letto il romanzo ,  con puntiglio, a servizio del romanzo omonimo e lo adatta valorizzandone la costruzione narrativa al millimetro, chirurgica nei suoi ingranaggi, e l’ambizione di restituire, attraverso un intreccio di finzione, la testimonianza di fatti storici documentati. La Spagna fu il Paese che anticipò il conflitto internazionale che sarebbe scoppiato nell’anno della fine della sua guerra civile, nel 1939, e fu il Paese europeo che più a lungo ha pagato le conseguenze del fratricidio che si è consumato al suo interno e degli interessi politico-ideologici che le potenze mondiali, durante la guerra fredda, vi hanno proiettato, ora interessandosi alle sorti degli sconfitti, ora – come gli Stati Uniti – voltando loro le spalle, quando i vincitori si sono rivelati più ‘convenienti’ nella battaglia al comunismo.
Per accedervi, occorre, come anticipato, disponibilità alla concentrazione  ed  una   infarinaura  se pur vaga  delle  vicne  storiche    Eppure, lo sceneggiatore, José Luis Martín, il regista, Joan Noguera, gli interpreti – di cui ricordiamo i principali, Javier Rey, Verónica Echegui, Tamar Novas, ma restituiscono tutti una prova magistrale, nei diversi registri, dal brillante al lacrimoso – non rendono difficile l’impresa, per alcuni in questi tempi eroica, dell’attenzione.
Infatti  L’affresco a cui contribuiscono, in cui gli elementi del thriller, della spy story e del romance convivono amalgamandosi a perfezione, è dal primo all’ultimo minuto incisivo per la sua potenza di racconto e, ugualmente, di denuncia. Impressiona anche la capacità di tenuta della trama. Di ciò va reso onore, però, soprattutto ad Almudena Grandes, la scrittrice che, con la stesura del suo romanzo, la cui impalcatura è dir poco solida, aveva già fatto praticamente tutto il lavoro. Il suo impegno a piegare la fiction alla comprensione della Storia che, lungi dall’essere relegata allo ieri, proietta sull’attualità le sue ombre e i suoi fantasmi mai elaborati, continua, inoltre, a interrogare i superstiti e convoca alla riflessione sul passato anche le generazioni che, di quel passato, sono figlie senza saperlo. Rendendo disponibile ai suoi abbonati questa storia a partire dalla Storia maiuscola, Netflix offre un grande servizio, che a rigore spetterebbe alla televisione pubblica, e pone alle nostre intelligenze uno stimolo non solo di conoscenza, ma anche di revisione e messa in discussione del presente.Quindi    se  proprio   si  è  pignoli    e si   vuole  trovare  alla serie dei difetti  eccone due però piccoli  e trascurabili , quasi insignificantiu  . IL primo coincide con un problema squisitamente tecnico. Poiché l’arco narrativo è, come ricordato sopra, molto esteso, i responsabili del casting hanno ritenuto di dover scegliere attori le cui età sono comprese perlopiù tra i 30 e 40 anni, una stagione anagrafica di mezzo tra la più schietta giovinezza e la maturità avanzata. Questa scelta, comprensibile e di buon senso, rappresenta, però, un limite quando la vicenda prende a progredire nel tempo: il make up – o eccessivo o inesistente, sempre comunque goffo – non riesce a compensare con sufficiente finezza e proprietà mimetica lo scarto anagrafico tra personaggio e interprete.   IL  secondo la   rapida  e  poco dettagliata  ed  approfondita (per  i  curiosi   e se  si è  legati  ai  personaggi   antagonistio sendati  ) fuoriscita  finale   delle  tre  donne cardine   del film :  la  cameriera  ,  la  franchista  ,  la  diplomatica  .   Una sciatteria  a  voler  essere   lanacaprinosi pignoli  che, benché evidente, toglie poco ed  neppure  si nota   tanto   si  affascinati  dall'incalzare  degl eventi e  dalle vicende    semrpe  sul  filo del rasoio dei  protagonisti  principali  e  dei personaggi minori ,  prontagonisti   ed antagonisti  ,   collegati ciascuno  alla riuscita complessiva del progetto, il quale, per importanza, si colloca ben al di là dei suoi meriti – o demeriti – estetici .
Voto 7

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