perchè ho deciso d'anticipare il 25 novembre di cristian Porcino

 

Come tutte le volte che parlo di femminicio e e delle altre discriminazioni o faccio post dul 25 novembre , ricevo alcuni messaggi del tipo : << che ne sai tu di tali tematiche visto che i tuoi post o copia &incolla o citazione d'altri\e persone  ,  sei diventato donna   , hai messo da parte  il  tuo essere  uomo , ecc  >> . N.b   a  quest ultime due  neppure  replico  \  rispondo  non  ne  vale  la pena  in quanto    ho  già risposto in alcuni post    (  vedere  archivio ed  FAQ  )   ripetere   è come lavare  la  testa con il sapone   all'asino .
 Per  quanto riguaerda le  altre    invece    rispondo .  Vero non sono un esperto ed non ho vissuto sulla mia pelle le stesse discriminazioni delle donne in questo caso . Ma non c'è bisogno d'essere esperti per descrivere la realtà e parlarne anche se indirettamente . Ora lascio la parola al mio utente nonchè docente di materie umanistiche, nonché rinomato scrittore, Cristian Adriano Porcino quale conclusione del progetto didattico educativo eseguito nelle classi ha realizzato un video emotivamente coinvolgente insieme ad alcune delle sue alunne di I°, II°, III° e IV° anno, specializzande nel Settore Estetico dell'ars di misterbianco al fine di sensibilizzare le giovani menti verso una tematica che tocca il cuore e l'animo del nostro Paese, purtroppo quasi quotidianamente oramai, ovvero la violenza sulle donne. Tematica troppo spesso al centro dei fatti di cronaca nazionali. La scuola può e deve essere terreno fertile per il cambiamento, cercare con ogni mezzo di innescare un processo di consapevolezza nelle menti dei giovani affinché una delle macchie indelebili che affligge maggiormente la quotidianità dei nostri giorni venga definitivamente cancellata. Citando un passo tratto dal libro letto dalle nostre giovani allieve "Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più" di Michela Murgia "Davanti a ogni comportamento molesto ci intimano di essere superiori, sorridere, abbozzare e non opporre alcuna resistenza, perché tanto è una battaglia persa. L’idea che sia impossibile reagire è diffusissima e la si può capire, perché le energie che servono per ribellarsi all’essere considerate un bersaglio mobile delle esternazioni maschili sono troppe, dato che troppe sono ancora le azioni a cui bisognerebbe reagire. C’è la convinzione che le donne vivano avendo come obiettivo l’essere desiderate dagli uomini e che siano in fondo loro stesse a chiedere di essere validate come sessualmente attraenti. Volere è potere, dice il proverbio, ma alle donne si lascia credere che il loro potere sia invece quello di essere volute."

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