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3.10.25

bimba di 10 anni adescata su Snapchat: 52enne a processose togliere o sospendessero la patria poesta a quei genitori che danno il cell con internet ai bambini di 10 anni

 bisogna   insegnare  la prevenzione    basilare    tipo   cme  quella   che i nostri nonne  i  nonni  genitori e  qiualche  maestra  d'asilo  e  elementari illuyminata  ( parlo   per  la  mia   generazione    fine  annni  70  prima anni 80 )  non  fidarsi degli sconosciuti   sulla  rete  e  se  qualcosa   non  va     vi sembra  strano avvisare i  genitori  sempre   che   sappiano cosa   sianomi. social   e le app come snapchat  . Ormai      quello di  dirgli     di  non  dare  il  cellulare  e   internet    al di sotto     dei  13\14  anni   è  una      battaglia persa  come  dimostra questo fatto doi cronaca  . Meno   male che  la madre  ha avuto   un barlume  d'intelligenza  ( lo avesse  avuto rima   a  far  usare  il  cell   ,  con tale  app  alla figlia   sarebbe   sato meglio   )  e  se  'è  accorta  

 dalla nuova  sardegna  del  3\10\2025


«Sei vestita? Sei a letto?», bimba di 10 anni adescata su Snapchat: 52enne a processo







Sassari Una chat tra compagni di classe: a nove e dieci anni, sull’app Snapchat (utilizzata principalmente dai giovanissimi), bambini e ragazzini si inviano immagini divertenti, parlano con amici e familiari tramite testi, adesivi e, appunto, Snap (ossia foto e video). Ma, come tutti gli strumenti di comunicazione che viaggiano sui social, ha i suoi rischi e, soprattutto, le trappole degli adulti sono dietro l’angolo. Ed è quello che è accaduto a una bambina di 10 anni di Sassari, adescata – secondo la tesi della Procura – da un uomo di 52 anni che l’ha contattata, le ha scritto messaggi dal contenuto esplicitamente pornografico prima di essere scoperto dalla mamma della vittima che lo ha denunciato. L’inchiesta è stata condotta (vista la tipologia del reato) dalla Dda di Cagliari che due mesi fa ha disposto la citazione diretta a giudizio.
Ieri mattina 2 ottobre, nell’udienza predibattimentale davanti al giudice Antonello Spanu, l’imputato (di origini laziali) difeso dall’avvocato Roberto Baldi, ha annunciato di non voler ricorrere a riti alternativi e verrà processato con il rito ordinario che inizierà il 12 gennaio con il giudice Anna Pintore.
La vicenda aveva scosso profondamente i genitori della bambina caduta in una squallida trappola. Per lei e per i suoi amichetti quella chat era un gioco. Uno spazio di interazione creativa attraverso l’utilizzo – tanto per fare un esempio – di adesivi di simpatici animali che vengono sovrapposti ai volti. E proprio da qui sarebbero partiti i primi messaggi del 52enne, da un apprezzamento all’immagine di un cane pubblicata dalla vittima. “Sei a letto? Quanti anni hai? Sei vestita o no?” alcune delle frasi più “innocenti” che le avrebbe scritto. Perché poi sono arrivate quelle oscene, volgari, di sesso esplicito. Non sapeva, l’imputato, che a rispondergli non era la bambina bensì sua madre.
La donna era stata messa in allarme dalla mamma di un’amichetta della figlia che aveva letto i primi messaggi del 52enne e l’aveva immediatamente avvisata. Lei aveva finto per un po’ di essere una bambina: sua figlia di 10 anni, per la precisione. Quello che era stata costretta a leggere sul display del cellulare era raccapricciante. Messaggi dal tenore inequivocabile e dai contenuti indecenti. A quel punto è scattata la denuncia e l’inchiesta è passata alla Dda di Cagliari, titolare il pm Marco Cocco. Ieri l’udienza predibattimentale e la scelta, da parte dell’imputato, di voler essere processato con il rito ordinario. Convinto di poter dimostrare di non aver commesso reati e in particolare di non aver adescato la minore perché, a suo avviso, quelle chat sarebbero aperte a chiunque e non ci sarebbe bisogno di un “invito”. Il giudice Antonello Spanu ha quindi disposto l’apertura del dibattimento per gennaio del prossimo anno. Intanto, i genitori della bambina si sono già costituiti parti civili con l’avvocato Gianfranco Oppes che li assisterà durante il processo. 

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