FRANCO SENSI CI SALUTA
Carissimi amati amici Blogger,
il Presidente ci ha lasciati. L'onestà della persona e dell'uomo ci mancheranno tantissimo. Le sue lotte intestine, i veleni di palazzo che l' hanno minato lentamente ed inesorabilmente nel fisico, senza mai riuscire a scalfirgli quell'anima da grande condottiero amante della verità, del giusto, uomo di sentimento e temperamento che non si è mai fatto comprare da niente e nessuno, che non ha mai fatto del mercimonio per riempirsi le tasche a scapito della squadra, ma che ha rimesso e di suo e sempre e solo per mandarla avanti senza cedere alle logiche di quel mondo putrido dove conta solo il proprio guadagno. Nei vocabolari alla voce incorruttibile dovrebbero mettere tra i sinonimi, Franco Sensi. Non voglio continuare, sono ancora poco lucida per commentare un uomo tanto grande e per questo motivo, con il copia incolla pubblico un post dalla bacheca di un amico di space, FMONADE. Credo sia il modo migliore per salutarlo a caldo.
PER ADESSO CIAO, GRANDE PRESIDENTE, ESEMPIO CHE VA OLTRE LA FEDE CALCISTICA, SPECCHIO DI VITA E UMANITA' OGGI SEMPRE PIU' INVISIBILE E DIMENTICATA.... MILLE BACI GIALLOROSSI, Rossella Drudi.
(segue post copiato da FMONADE)
Il Cavalier Franco Sensi aveva compiuto 82 anni il 29 luglio. E da tempo era malato.
Quelli bravi e noiosi diranno che si portava dietro un male che non perdona. Quelli che lo amavano e basta, invece, scriveranno che l’unico dolore che si portava dietro non era il male che lo consumava, ma la rabbia di non avere più la forza fisica per continuare a combattere in prima linea quel sistema marcio alla radice che lui avrebbe voluto cambiare definitivamente.
Quando il 13 ottobre del 2002, durante una delle sue rare partecipazioni a Controcampo, circondato da un pubblico ululante avvolto in colori rossobianconerazzurri, definì Galliani come un Presidente che pensava solo a “…combattere le sue battaglie personali…” diede inizio ad una guerra uno-contro-tutti, che poteva avere solo un esito scontato. Anche quando quell’uno-contro-tutti divenne un tre-contro-tutti, con Totti e Baldini che si unirono al loro presidente in una guerra combattuta da pochi ribelli contro un esercito bene organizzato ed armato alla difesa del Sistema.
Lui no. Lui non era così. Lui questo Sistema lo combatteva. Ed ha pagato un prezzo personale altissimo, fatto di dolori, rabbia, emarginazione e delusione. Tanta delusione per essere stato abbandonato da tutti, meno che dai suoi “figli”. Figli che dalla Curva urlavano il suo nome. Figli che dal campo giocavano e vincevano per correre ad esultare da lui. Almeno fino a che gli è stato concesso di farlo.
“Vinceremo lo scudetto se ce lo faranno vincere”, disse. E non glielo concessero più. Decisero che la sua Roma doveva sistematicamente giocare “…11 contro 14”, come disse Totti, il suo figlio maschio, dopo un Roma-Juve del 2005. Decisero che i suoi figli più belli, in campo e in curva, dovevano “rosicare” per un campionato che era loro fino a mezz’ora dalla fine. Che dovevano piangere lacrime di rabbia sapendo di aver perso pur essendo più forti. Sapevano che così avrebbero annientato le resistenze dell’uomo.
Ma quello che non sapevano, era che ne avrebbero fatto un simbolo. Un simbolo d’amore e lotta contro il potere prepotente di una associazione a delinquere, come la definì lui stesso. Un simbolo nato uomo e diventato storia. Storia colorata di giallo e di rosso. Simbolo nato uomo e diventato fiore. Il fiore più bello. Perché, come disse Mao, “Il fiore che sboccia nelle avversità, è il più bello e profumato di tutti”.
E Franco Sensi lo è stato.
Un simbolo, un pezzo di storia, un uomo ed un padre.
Per tutti. Ad iniziare da quelle figlie che ha cresciuto con in testa l’amore per la Roma e che ha spinto a dirigere nel momento in cui a lui non gli era più concesso.
Ti saluto Franco.
Ed ora che andrai a sederti in quella Tribuna Paradiso piena di tanti romanisti come te, non perdere la voglia di lottare ancora. Siediti accanto al Presidente Viola e ad Agostino e, se puoi, mettici una buona parola con chi sai tu.
E ricordati sempre che noi ti abbiamo amato. Tanto. Sempre.
Ciao Franco.
(fonte laromasiamonoi. it)
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