( me ne sono già occupato precedentemente qui e qui )
mentre si parla poco o quasi niente della morte di un altro grand e del calcio morto per gli effetti collaterali delle porcherie che gli davano medici e allenatori ( salvo i giornali sportivi ovviamen te ) in breve e relegato nelle pagine più interne senza neppure un breve stralcio in prima forse perchè troppo scomodo e riapre vecchie ferite archiviate oltre a far perdere ulteriormente alla santa maria del pallone " ( parafrasi della canzone dei Modena city ramblres vedere url per video e testo ) dando cosi ulteriore ragione e conferma a quelli che i media definivano cassandre e utopisti per poi come le pecore ( salvo eccezioni come report di rai3 che ne parlarono in tempi non sospetti ) dire si sapeva , come Petrini e Zeman
fonte leggo.it di lunedi 16\4\2012O
LUCCA
Lutto nel mondo del calcio. È morto questa mattina nell'ospedale di Lucca Carlo Petrini, ex attaccante della Roma. Aveva 64 anni. Cresciuto nelle giovanili del Genoa, vestì anche la maglia del Milan nel 1968-1969, del Torino ('69 a '71), con cui vinse la Coppa Italia 1970-1971. Petrini arrivò nella Roma di Nils Liedholm nella stagione 1975-1976.
Petrini, affetto da un grave glaucoma che lo aveva reso quasi cieco, nel 2000 pubblicò la sua autobiografia, intitolata Nel fango del dio pallone, in cui denunciava la pratica del doping che negli anni '60 e '70 era dilagante. Lui stesso confessò di esservi ricorso più volte, con la complicità dei medici delle squadre in cui aveva giocato.
Gli stessi medici che lo hanno curato negli ultimi anni pensano che la sua malattia fosse stata causata proprio dai farmaci dopanti assunti. L'ex calciatore, oltre al doping, denunciò anche gli altri 'vizi' del calcio italiano, denuncia quanto mai attuale oggi, perché riguardava le partite decise in anticipo dalle società, i pagamenti in nero e altre 'bassezze'.
SCRISSE ANCHE UN LIBRO SU BERGAMINI Petrini, che nella sua carriera ha giocato anche nel Catanzaro dal 1972 al 1974, dopo avere smesso col calcio ha scritto anche «Il calciatore suicidato». Per scrivere il volume, Pertrini indagò in prima persona sulla morte del calciatore del Cosenza Donato Denis Bergamini, travolto da un camion il 18 novembre 1989 sulla statale 106 a Roseto Capo Spulico (Cosenza).
Petrini sostenne che la morte del calciatore era avvenuta per mano della criminalità locale, nonostante la magistratura avesse chiuso la pratica attribuendo la morte di Bergamini ad un suicidio. Una tesi quest'ultima, messa in dubbio dalla Procura di Castrovillari che su richiesta dei familiari di Bergamini ha riaperto l'inchiesta ipotizzando che il calciatore sia stato ucciso
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