4.7.13

OFF O ON ? Cresce il bisogno di staccare le mani da tutte le tastiere, il silenzio merce rara Oggi mi sento disconnesso Le ricette per essere off

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Chi non ricorda il sempreverde “The sound of silence”, il celebre suono del silenzio cantato da Simon & Garfunkel ? Erano i primi anni Sessanta e il silenzio non era una merce rara, preziosa, desiderabile come lo è diventata oggi. In un mondo “always on”, sempre connesso come si usa dire, paradossalmente cresce la voglia di staccare la spina. Di fermarsi. Fare una pausa. Fioriscono così le iniziative e i segreti che promettono ristoratrici ore dove non trillano i telefonini, gli ipad dormono sonni tranquilli e le connessioni Internet sono rigorosamente disconnesse. Momentaneamente. Perché non si tratta di un'abiura a uno stile di vita, piuttosto una terapeutica disintossicazione, un digiuno dalla bulimia di dati visivi e sonori che scandisce le nostre esistenze.

Credo  che   piacerebbe per esempio cenare in un ristorante dove sentire solo il sussurro dei commensali vicini a voi e non anche il trillo del loro cellulare? Sarebbe un modo per riapprezzare il momento conviviale che prevede uno scambio di idee tra le persone sedute intorno a un tavolo. Chi si sottomette a questa moderna penitenza alla fine pagherà un conto più leggero. L'esperimento è già in uso,sempre  secondo  l'unione sarda del 4\7\2013  ,  da tempo negli Stati Uniti, nazione dove le mode nascono e diventano patologie, e dove si studiano gli antidoti. Mark Gold, proprietario e chef di “Eva Restaurant”, uno dei locali più alla moda di Los Angeles, ha proposto ai suoi clienti di lasciare il cellulare all'entrata, in cambio di uno sconto del 5 per cento. Un pasto medio costa 60 dollari e il risparmio quindi non è un granché, ma l'idea di un pranzo con i soli suoni delle posate o del vino versato nel bicchiere ha incontrato il favore dei clienti.
Ora però  Nella Grande Mela, dove tutto è più cool, ed  subito a  diventare passivamente   moda, è in gran voga un gioco che mette a dura prova capacità di resistenza e il controllo della curiosità. Si chiama il “Phone Stack” : ciascun commensale mette al centro del tavolo il proprio smartphone a faccia in giù. La prima persona che non resiste al richiamo del bip e acchiappa il telefono per rispondere a una chiamata o a un sms paga pegno, e si fa carico della cena di tutti. Sembra che questa prova abbia guarito i più gravi dall'assuefazione.  Quindi chiedetevi  Qual è l'ultima volta che avete lasciato il cellulare a casa? Che non avete controllato quotidianamente gli account della vostra posta elettronica? E non avete aspettato, paralizzati dall'ansia, che gli amici di Facebook leggessero il vostro ultimo post? Probabilmente per voi è arrivato il momento di togliere le mani da tutte le tastiere e concedervi una “Digital Detox Week”.
 A lanciare la settimana disintossicante è un'associazione canadese che raccoglie molti sostenitori nel pianeta. Se non riusciamo a frenare il nostro compulsivo bisogno di connessione è stata studiata per noi una App che disconnette il nostro Mac o pc o smartphone. È una sorta di timer che dopo un certo numero di minuti stacca la spina alle nostre connessioni, riportandoci a una dimensione dimenticata, o quasi. Non a caso la App si chiama “Freedom”, libertà. Non mancano i paradossi come le “silent disco”, le discoteche dove la musica arriva in cuffia alle orecchie dei ballerini e ciascuno balla seguendo il suo ritmo. Ottima ricetta contro il rumore, ma ostacolo sicuro e quindi  contro senso   a qualsiasi forma di comunicazione tra individui.C'è chi teme che la ricerca di silenzio sia sinonimo di non consumo, ma si sbaglia.Infatti  Il silenzio è una merce sempre  più rara  , quindi molto desiderabile. Soprattutto quando si affronta il tema vacanza: una veloce ricerca su Internet vi offrirà un ventaglio di silenziose proposte, dal weekend nella campagna toscana o umbra al rifugio in un monastero. A questo proposito c'è una meta in Sardegna che val la pena di esplorare: è il monastero di San Pietro di Sorres a Borutta dove i monaci offrono al pellegrino la possibilità di trovare ristoro in un clima di meditativa pace. C'è infine un monastero laico, a Carloforte, dove tutto è un omaggio alla filosofia del “meno è più”. In mancanza di tv, wifi, connessione internet, il resort Poecylia offre il più raro silenzio.

bibliografia 

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