8.4.23

La Via Crucis di Sindia, un calcio ai pregiudizi: Gesù è Pietro Paolo un ragazzo disabile




da  la  nuova  Sardegna  8\4\2023

                       di Simonetta Selloni


Sindia Mercoledì sera Pietro Paolo ha orgogliosamente imbracciato la croce, essendo lui il ragazzo designato a interpretare il ruolo di Gesù nella Via Crucis allestita dal Gruppo giovani dell’Azione cattolica di Sindia. Momento clou dopo giorni e giorni di prove in vista della rappresentazione della passione di Cristo. Un po’ di fatica, la croce è pesante e si è trovato il sistema di assicurarla in modo che non cadesse. Perché Pietro Paolo è un ragazzo con disabilità. Si muove sulla sedia a rotelle, che, lontano dall’essere una costrizione, è uno strumento per vivere la sua vita semplicemente da un punto di vista diverso, come in realtà tutti fanno. La Via Crucis lo ha visto protagonista. Toccava a lui 

Pietro Paolo durante la Via Crucis
quest’anno, una normale logica di avvicendamento. «Si sono organizzati loro, i ragazzi dell’Azione cattolica – dice il padre di Pietro Paolo, Angelo –. Hanno preparato la scena e la logistica, lui è stato felicissimo, lo ha mostrato durante le prove e questa gioia si è ripetuta alla Via Crucis», conclude. Il sorriso di Pietro Paolo ha coinvolto tutti, al termine di una rappresentazione resa ancora più faticosa e realistica dal disagio freddo e le scene della crocefissione. « È stata la conclusione ideale di un percorso che, stazione dopo stazione, ha accompagnato tutti i presenti a riflettere su un fenomeno del nostro tempo: la pressione sociale». Questo è il tema che i giovani dell’Azione cattolica di Sindia hanno voluto portare all’attenzione di tutti, per contrastare i modelli e le aspettative che la società impone. Di fronte a questi atteggiamenti, secondo i giovani dell’Azione cattolica di Sindia non serve cercare nell’approvazione degli altri ciò che rende vivi,« ma essere se stessi, la propria speranza e il proprio coraggio». La Via Crucis rappresentata da Pietro Paolo è un calcio agli stereotipi, al pietismo, a una narrazione falsata della disabilità che sposta il centro del discorso dalla persona alla sua condizione. Gesù è Gesù, che barcolli sotto il peso della croce o che sia seduto sulla sedia a rotelle: e certamente Pietro Paolo non è la sua disabilità, è un ragazzo come tutti gli altri, l’altra sera entusiasta di svolgere il ruolo del Cristo. Dai giovani è giunto un appello perchè ciascuno si impegni a fare la propria parte rimuovendo atteggiamenti e parole che condizionano e lasciando che ciascuno si senta libero di costruirsi il futuro seguendo i propri sogni e desideri. E a proposito di parole, anche la rappresentazione della disabilità nei media ha bisogno dei termini giusti, come quelli individuati dalla Carta deontologica di Olbia, promossa dall’associazione Giulia giornaliste e dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna in collaborazione con le associazioni Sensibilmente Odv e Uildm Sardegna. La Via Crucis animata dai giovani, con un giovane orgoglioso di rappresentare Gesù. Pietro Paolo e i suoi amici dell’Azione cattolica sono la luna oltre il dito delle incrostazioni e dei pregiudizi.

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