Interessanti esperimenti di questo tipo . ben vengano . Ma il problema è he bisogna insegnarli ad usare i social
da la Nupva Sardegna del 29\4\2023
Sassari
Sassari
Due giorni interi
senza cellulari. Una sfida ai limiti dell’impossibile per un
gruppo di impavidi studenti
dell’Istituto paritario Pitagora che, dopo alcuni seminari
e laboratori di formazione,
sono stati condotti nel parco
di Neulè, sul Cedrino, dove
hanno consegnato i telefonini al tutor Gavino Puggioni il
quale li ha chiusi in una cassetta di sicurezza. E dopo
questo “detox digitale” gli
stessi ragazzi hanno scoperto con loro grande sorpresa
che c’è un mondo anche dietro gli schermi, vale la pena
di esplorarlo e viverlo intensamente.
È stato il momento clou
del progetto portato avanti
dalla dirigente Caterina Mura e condotto insieme alla
“Logout Livenow Digital experience”, tour operator di
detox digitale che si è avvicinato adesso al mondo delle
scuole grazie a un bando della Fondazione Sardegna.
«Abbiamo partecipato al
bando per dare ai nostri ragazzi qualcosa di originale,
utile ed efficace – spiega la
dodici
studenti
dell’Istituto
Pitagora
durante
il detox
digitale
nel parco di Neulè sul Cedrino col tutor Gavino Puggioni |
dirigente del Pitagora –. Purtroppo loro sono nativi digitali e sono sempre incollati al
cellulare anche in situazioni
poco adatte alla didattica.
Noi permettiamo che il cellulare venga portato a scuola,
però non devono utilizzarlo.
Poi però succede che ne consegnano uno vecchio e portano di nascosto dentro quello
vero. E, purtroppo, devo anche dire che ci si mettono i genitori che li cercano anche
durante le ore di lezione. Il
progetto mi è piaciuto molto, spero di ripeterlo».
A Neulè, vicino a Dorgali,
sono andati in 12 «scelti tra
quelli più riottosi ad accettare queste regole» sottolinea
scherzando Caterina Mura.
E lì il primo trauma, con tentativo di aggiramento: «Ho
fatto mettere i cellulari nella
cassetta di sicurezza – racconta Gavino Puggioni – ma
quando li ho contati erano
solo otto... Poi abbiamo coinvolto i ragazzi in una serie di
attività, come una gita in kayak, ma abbiamo lasciato loro anche momenti liberi per
costringerli a pensare. Abbiamo dato loro anche delle fotocamere usa e getta con le
quali dovevano gestire 29
scatti. Il tutto, insieme a quello che spieghiamo nei seminari, per far realizzare loro la
qualità del tempo che possono trascorrere senza cellulari. Questi ragazzi non conoscono il mondo senza il tramite del cellulare, sul quale
trascorrono una media di
7-8 ore al giorno. Spieghiamo loro anche quali sono le
tecniche di aggancio utilizzate dai social, a partire dal fatto che rilasciano dopamina e
creano anche un bisogno di
approvazione sociale. Cerchiamo anche di fargli capire che portano via tempo e attenzione, senza i quali non si
può far nulla. Non è che non
debbano usare i cellulari, ma
bisogna guidarli a un utilizzo
consapevole». E qualcuno
ha anche cominciato a capirlo: «Un’esperienza nuova
che consiglio a tutti, dai 15 ai
40 anni – dice Andrea, uno
dei protagonisti di questa
esperienza –. Ti cambia completamente il modo di pensare, ti fa apprezzare le piccole
cose come una chiacchierata con gli amici o una passeggiata. All’inizio ho patito,
non lo nego, cercavo continuamente il cellulare in tasca. Dopo 6-7 ore però ho capito che era inutile e devo dire che senza telefono si sta
proprio bene».
Nessun commento:
Posta un commento