Capo Teulada
Sono usciti Ancora una volta I Pescatori al tuono dei cannoni
Vanno con le loro Piccole barche
E un gran coraggio Dentro i loro cuori
Fermeranno i cannoni E i loro tuoni..
Chiedono PESCI e PANE E non le Bombe.
Prima o poi Vinceranno loro.
Loro è il MARE
E anche la RAGIONE
Fernanda Sau-Tanas
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ecco da quale avvenimento è tratta la poesia
ecco da quale avvenimento è tratta la poesia
Capo Teulada è un promontorio sulla costa sud-ovest della Sardegna.
Espropriato negli anni cinquanta è adibito a Poligono Permanente per esercitazioni terrestri, aeree e navali, esercitazioni a fuoco con vero
munizionamento da guerra (live fire).
E' il secondo poligono d'Europa per estensione: 7.200 ettari a terra e Kmq
750 di mare "interdetto alla navigazione". E' il primo poligono d'Europa per intensità di utilizzo, usato da Usa, Nato
e paesi fuori dal quadro Nato per le manovre di guerra di tiri contro
costa, terra-mare, terra-terra e aria-mare-terra. Nei cinquant'anni di vita
dell'installazione militare l'elevato ritmo delle attività - sostengono i
vertici delle Forze Armate - non ha mai concesso il tempo necessario per
provvedere alla bonifica obbligatoria dopo ogni esercitazione. Una vasta
parte della zona a terra e a mare del poligono è permanentemente interdetta
anche agli stessi militari a causa dell'accumulo di ordigni e residuati
inesplosi.
A partire dal 2000 gli Usa partecipano ai "giochi di guerra" oltre che con
la Sesta Flotta anche con la Seconda Flotta dell'Atlantico scacciata dal poligono di Vieques dalla resistenza popolare.
Sono in corso imponenti lavori di riammodernamento e potenziamento
dell'installazione militare con l'obiettivo di rendere il poligono il più
grande centro europeo d'addestramento ad alta tecnologia attirando nuovi
paesi-clienti paganti per poter bombardare a piacimento la Sardegna.. I Pescatori di Teulada e Sant'Anna Arresi, due paesini espropriati del loro
mare e della loro terra per l'installazione del Poligono di Capo Teulada,
da lunghi anni lottano per poter continuare a svolgere il loro lavoro, per
non essere costretti ad emigrare, non essere costretti a vivere di
elemosine di Stato.
Alla fine degli anni '90 con una dura lotta vincente hanno imposto il
riconoscimento del diritto al risarcimento danni per le giornate lavorative
perdute a causa del "fermo di guerra". Il diritto, conquistato a caro
prezzo, è ben presto rimasto sulla carta, il risarcimento si è tradotto in
un'elemosina erogata una tantum. Allo stesso tempo le Forze Armate hanno imposto restrizioni sempre più dure, hanno esteso il tratto di mare
sottoposto a schiavitù militare e reso di fatto impossibile svolgere le
tradizionali attività di pesca. La lotta dei pescatori ha ripreso vigore
nell'autunno 2002 e dal novembre 2003 non conosce tregua: presidio
permanente del porto e degli ingressi del poligono, azioni di rallentamento
del traffico miliare, blocco delle manovre di guerra. Ostinatamente,quotidianamente, quando il vento lo permette, sfidano i divieti e le bombe,
dirigono le loro barche nel cuore della zona dei giochi di guerra e calano
le reti nel mare proibito saturo di ordigni bellici.
La loro richiesta è semplice: diritto al lavoro con dignità, riavere il
mare che gli è stato rubato; diritto alla sicurezza, riavere il mare
bonificato e pulito.
dai qyuotidiani locali
Giugno 2004
Cannonate verso i pescatori. Dieci minuti di paura nelle acque di Capo
Teulada (L'Unione Sarda).
"Noi protestavamo, loro ci sparavano addosso". Capo Teulada: la denuncia di 15 pescatori di due marinerie (La Nuova Sardegna).
6 giugno 2004
Teulada. I pescatori sfidano i cannoni (L'Unione Sarda).
I pescatori bloccano le esercitazioni. Nuovo blitz delle marinerie di Teulada e Sant'Anna Arresi all'interno del poligono (La Nuova Sardegna).
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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3 commenti:
bel post
gianni
Grazie
Scusa, ma tu abiti in Sardegna? Magari proprio a S.Anna Arresi?
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