Fra i tanti regali di natale ( che prima o poi vcvi elenchero in quanto deve ancora rientrare mio cugino che lavora a como ) ho ricevuto l'ultimo dei Mcr . Esso mi ha sorpreso perchè lgli amici che te l'hanno regalato hanno anticipato un mio acquisto e perchè dimostrano di conoscere effettivamernte i tuoi gusti pur conoscendoti da poco 2\3 anni .
Dopo questa premessa veniamo alla recensione del cd
Esso apre una nuova stagione per i Modena City Ramblers, una nuova primavera dopo l’uscita dal gruppo,Sic, del cantante storico “Cisco” Bellotti. Un anno fa la separazione e l’inserimento delle nuove voci Davide “Dudu” Morandi e Elisabetta “Betty” Mezzani , davvero molto bravi soprattutto la seconda voce
Della "pianta Modena City Ramblers" conosciamo certamente le radici e il fusto. Ora ci sono nuovi frutti da gustare. Il primo è appunto il nuovo album Dopo il lungo inverno.
In quest'album sono intervenuti come guest star nella registrazione dell’album Terry Woods (Pogues), la brass band macedone Original Kocani Orkestar capitanata dal trombettista “King” Naat Veliov, il rapper bolognese-catalano Luca “Rudeman” Lombardo, il fisarmonicista Massimiliano Fabianelli, il quartetto d’archi reggiano Koiné, il trio di fiati Giardina/Bolognesi/Castagnetti, gli amici di vecchia data Lucia Tarì (cantante) e Enzo Ciliberti (armonicista), il coro delle voci bianche del Teatro Comunale di Modena.
La produzione è di Peter Walsh, già al lavoro con Simple Minds, Pulp, Peter Gabriel, Afro Celt Sound System, Scott Walzer.
Come giustamente dicono loro stessi : << il titolo metaforicamente evoca l’idea di una nuova stagione, di un nuovo ciclo che si preannuncia.Dalla copertina realizzata, passando per i sedici brani inclusi e fino ai tre frammenti che ne costituiscono il momento inziale, centrale e finale, tutto il disco risulta permeato da questa forte suggestione, che muovendo dagli evidenti rimandi alla cultura contadina, dipinge un multiforme quadro di “rinascita”: personale, politica, ideale, quasi come se l’attualità che ha segnato la storia d’Italia e del mondo globalizzato nel 2006 venisse a intrecciarsi con le vicende private della band e con i sogni, le scelte di vita e le aspirazioni dei suoi singoli componenti.>>
Tale disco un'opera \ lavoro di transizione dala "vecchia alla nuova gestione" , cosa difficile in un anno e In un’epoca in cui la musica sempre più “consumata” in modo frammentario, superficiale e veloce contenga una forza rigeneratrice enorme dopo l'abbandono di uno dei Leader , cosa che generalmente , porta allo scioglimento. Infatti tutti i grandi gruppi della musica italiana ed internazionale individuano al proprio interno un leader, una figura carismatica che diventa, allo stesso tempo, il rappresentante dell'immagine pubblica della band e quello da cui dipendono i successi e gli insuccessi artistici e commerciali. E' anche per questo motivo che proprio la figura del frontman è quella che più spesso porta, sempre nella maggior parte dei casi, allo scioglimento di un gruppo rock, come se i musicisti rimanenti non riuscissero più cavarsela senza il loro leader storico. Infatti condivido quando dice la recensione del portale ilpotereelagloria : << Così però non sembra essere stato per i Modena City Ramblers, gruppo tra i capofila della scena folk italiana che dopo il recente abbandono di Stefano 'Cisco' Bellotti ha saputo subito darsi una nuova formazione (con l'ingresso di Davide Morandi e Betty Vezzani) e incidere, nel giro di pochi mesi, un nuovo album di buona fattura, in linea con i precedenti lavori ma al contempo, anche a causa delle due voci guida maschile e femminile, pure di rinnovarsi e cercare nuove soluzioni musicali. Il risultato, cercando di dare uno sguardo d'insieme, è quello di un disco caratterizzato da una manciata di movimentati brani folk-rock intriganti e ben musicati, a cui si alternano dei lenti che però, ci sembra, non sempre riescono a cogliere nel segno, non trovando ancora del tutto il giusto equilibrio tra le nuove e diverse sensibilità. Un disco che di solito si definisce di passaggio ma che, nonostante alcune ingenuità e un paio di pezzi evitabili, vanta comunque già alcuni momenti che lo rendono degno di piazzarsi tra i migliori nella discografia dell'ormai storico gruppo modenese. E, ci vien da dire, un disco che dimostra che in fondo 'Cisco', almeno sul versante musicale, è stato degnamente sostituito . ( continua qui ) >>
I Ramblers realizzano un disco lungo, studiato, ponderato, eclettico e meticcio che costituisce innanzitutto una risposta “politica culturale ” a una scena discografica e ad una cultura monodimensionale che impone, o vorrebbe imporre, un suono e una canzone, sempre la stessa rassicurante nenia per palati addomesticati. Un disco che vuole essere ed è ( come sono i precedenti ) un grande ponte tra la band e il suo pubblico, che ne ha decretato la popolarità e il successo proprio perché in essi vede dei compagni dis trada che nella musica cercano le stesse semplici, ma meravigliosamente grandi, cose: la condivisione, il divertimento, la passione, la militanza, la gioia e l’affermazione di valori etici e politici. Dal punto di vista sonoro, gli stili e le ispirazioni si rincorrono lungo il disco, con evidenti rimandi alle musiche più amate dai Ramblers, il folk europeo, celtico e balcanico, i ritmi latini, sudafricani e mediorientali, il rock e la musica d’autore, mentre per i testi la tradizionale sensibilità “folk”, rivolta all’attualità politica e sociale e alle esperienze di viaggio della band, si impreziosisce di spunti “intimistici” e poetici, andando a creare un composito quadro musicale che riafferma l’identità poliedrica della band emiliana. Un’identità che è ormai da anni un tratto distintivo e originale e che definisce il “suono MCR” e che sembrava essersi perduta nella monotonia e ripetitività . La ricchezza espressiva acquista nuova forza grazie alle possibilità date dalle sfumature particolari e diverse delle voci di Betty e Dudu, unite alla maturità e alla duttilità strumentale del nucleo storico della band: “Kaba” Cavazzuti, Franco D’Aniello, Massimo Ghiacci, “Fry” Moneti e Roberto Zeno, affiancati dal 2003 da Luca “Gaby” Giacometti
Adesso Un Analisi particolareggiata dele canzoni sulle canzoni
Quel giorno a primavera
Bella e piena d'utopia " Una nuova primavera politica per il nostro Paese? Mah…" dai primi mesi di governo , fatto di inciunci ( vedere la legge sull'indulto e il tentativo d'amnistia alla cdl per i reati fiscali ) non si direbbe . Un altra " quarant'anni ". un atto d'accusa anche ala sinistra di governo che accetta i riciclati del centro destra
La Musica del Tempo
Talmente toccante da non riuscire a commentarla se non usando le parole delle note riportate alle canzoni riportate sul loro sito ufficiale "Una dichiarazione d’intenti e una scelta d’appartenenza. La suggestione proviene da uno scritto di Ranieri Polese, pubblicato come introduzione al bellissimo libro sperimentale edito da almanacco Guanda, La musica che abbiamo attraversato, con contributi letterario-musicali di vari autori. Polese definisce “Musica del Tempo” - la molteplicità di suoni (e scritture) che raccontano storie e ritmi del passato prossimo e del presente - ovvero quella musica che, calata nella propria epoca, ne interpreta tutta la complessità, i problemi, le contraddizioni come pure gli stimoli, i sogni e le rivendicazioni."
Tota la sira
"È bello “farsi danzare” dalla Musica del Tempo!" . UJn modo di viaggiare con la mente senza usare alcool e droghe
Oltre la guerra e la paura
Il titolo "Oltre la guerra e la paura… è un invito ad anfdare c ontro l’imperante cultura del terrore, che si fonde col qualunquismo e la sfiducia e ci rende egoisti, e deboli. Una canzone su questi tempi bui ed inquieti." . Un ottima descrizione degli effetti collaterali del clima politico-culturale che stiamo vivendo dopo l'11 settembre 2001 . Ovvero uan nuova caccia alle streghe stavolta su scala planetaria insomma un ritorno al Maccartismo o peggio una nuovsa versione d'esso come afferma George MonbiotThe Guardian già dal 16 Ottobre 2001 Le accuse di anti-americanismo sono esse stesse anti-americane potete trovare qui l'articolo integrale
Le strade di Crawford
Una delle più belle canzoni del cd, che dimostra come anche un Davide contro Golia . Infatti la canzone è "Ispirata alla storia di Cindy Sheehan ( foto a sinistra in basso ) madre di un soldato americano caduto in Iraq. Per mesi ha sostato accampata davanti al ranch di George Bush a Crawford, in Texas, pretendendo d’incontrarlo per sapere da lui in persona perché e per cosa suo figlio sia morto. Una storia emblematica di questi anni di poche risposte e cieco dolore."
Western Union
"È il nome di un’agenzia che ti permette di spedire soldi in giro per il mondo. Ma potrebbe anche rimandare ad un ipotetico Sindacato d’Occidente. Se solo il nostro mondo riuscisse a ricordare parole come solidarietà, accoglienza, tolleranza. Ed ad imparare che noin stiamo tratando gli immigrati proprio come venivamo tratti noi quando siamo emigrati ( consiglio per chi volesse approfondire questo sito e i suoi link Una canzone per la solitudine di chi è stanco di “puzzare di straniero”.
Mia dolce rivoluzionaria
Canzone adatta per chi ancora crede che la rivoluzione si faccia con gli slogan degli anni 60’80 . Quando invece è tempo di nuove parole, per nuove consapevolezze e vecchie \ o nuove battaglie. Perché le parole sono Cultura, e senza di essa non si approderà a nessun Altro Mondo.. Un invito , come dice lo stesso ritornello : << Alza il pugno, alza il pugno\mia dolce rivoluzionaria\Alza il pugno, alza il pugno \non rinnego la mia vecchia strada\L'utopia è rimasta la gente è cambiata \la risposta ora è più complicata ! >> a guardare avanti ad uscire dal passato , ma senza rinunciare pertanto alla propria storia e alla proprie origini ; ovvero coniugare idee di rivolta con la situazione attuale senza per questo rimanere prigionieri del proprio passato . Infatti la recensione di rock.it : << A volte basta una canzone per far girare le cose. Per fare capire che si è preso atto che qualcosa non funzionava ed era il caso di cambiare. Aggiustare un poco la rotta, senza scossoni o deviazioni. Giusto una piccola virata, leggera ma significativa. E dire che, già dal titolo, la canzone in questione non si presenta bene: "Mia dolce rivoluzionaria". Se poi sul libretto si legge che alla sensibile militante si indirizza un perentorio "Alza il pugno!", le premesse per il solito pezzo dei Modena City Ramblers ci sono tutte. E invece, eccola, la virata. Perché, al di là del ritornello, effettivamente scritto a puntino per i live, nelle strofe si prende atto di un fatto epocale: "ora servono nuove parole", perché "la risposta ora è più complicata". >> ( continua qui ) finalmente una canzone bela ma non retorica
l Paese delle Meraviglie
Un’altra cartolina dal meraviglioso paese degli Uomini Forti, sperando che il berlusconiosmo e tutto ciò che l'accompagna , compreaso certi atteggiamentio presenti nela sinistra di governo siano ogni giorno un po’ più sbiaditi . Un po' retorica . discreta niente di eccelso
I prati di Bismantova
"Un ricordo di primavera, sulla Pietra di Bismantova, già cantata da dante nella Divina commedia più precisamente : <<Vassi in Sanleo e discendesi in Noli,\ montasi su in Bismantova e ’n Cacume\ con esso i piè; ma qui convien ch’om voli;\dico con l'ale snelle e con le piume\del gran disio, di retro a quel condotto\che speranza mi dava e facea lume >> ( canto IV del purgatorio ) Nel prato che sta sulla sua sommità a contemplare la magia dell’orizzonte, nell’animo la sensazione di una rinascita: forse la vita che ci chiama, in accordo col risveglio della natura? Una immersione dela natura
Mala sirena
"Dedicata alla città bosniaca di Tuzla, che ha resistito a caro prezzo alla barbarie e alla follia del conflitto balcanico, e alle donne della locale associazione Tuzlanska Amica, piccole grandi sirene." Dalle cicatrici dela vità si può rinascere .
Mama Africa
le note all'utimo album del loro sito ufficiale dicono : << Una partenza, una necessità di” sognare lontano la fortuna”. E la rabbia che sempre compare dinanzi a questi addii. >> invece io affermo un invito alla memoria e al rispetto di quelli che disprezziamo ma che ignoriamo che è grazie alle loro musica quella che noi cklassifichiamo come afro\americana proprio perchè è negli Usa che hanno avuto grazie alla contaminazione fra la musica degli schiavi (blues,jazz,soul,rap\hip hop,gospel,spiritual,ecc) e quella degli immigrati sopratutto scozzesi ed irlandesi che è nato il rock and roll ( noto meglio come il rock) e tutte le musiche da esso derivate ; proprio in Africa è avvenuto il passaggio dalla scimmia all'uomo è avvenuto li , e noi li deprediamo anzichè dividerle delle loro richezze con il colonialismo e la globalizzazionew neoliberista o neocolonialismo
Risamargo
Non capisco il dialetto emilaino e quindi devo affidarmi alle loro note : << Le nostre mondine e il loro “riso amaro”. E le donne delle comunità maya che si spaccano la schiena a raccogliere il caffè. Un amaro parallelo di sofferenze e lavoro. >>
La stagioun di delinqueint
"È finita la stagione dei delinquenti ? da queste leggi e dagli inciuci sembrebbe di no , ma non smetto di sperare
Il treno dei folli
"Un treno che regala il biglietto per il viaggio, l’avete mai visto? Magari vi sta passando a fianco proprio ora e non siete abbastanza “folli” da accorgervene…" meglio essere folli che conformisti per forza e poi come dimoistra anche questa canzone quelli che a volte noi stessi consideriamo folli sono i più creativi e insieme ai perdenti più adatti a i mutamenti
Come nuvole lontane
La passione, che tutto travolge e mai si annuncia. Talvolta è bello naufragare “là dove vivono gli amanti”… Una delle cvanzoni d'amore più belle che abbia mai sentito che non siano retoriche e mielense
Stranger in Birkenau
"Cambierà il 'vento'. Noi lo crediamo, non può essere solo un'utopia…" Un po' di speranza non guasta mai , perchè : << La paura ti rende prigioniero, la speranza può renderti libero. >> ( cit dal film le ali dela libertà Le ali della libertà, film Usa del 1994 diretto da Frank Darabont, tratto dal racconto di Stephen King "Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank" )
Dopo questa premessa veniamo alla recensione del cd
Esso apre una nuova stagione per i Modena City Ramblers, una nuova primavera dopo l’uscita dal gruppo,Sic, del cantante storico “Cisco” Bellotti. Un anno fa la separazione e l’inserimento delle nuove voci Davide “Dudu” Morandi e Elisabetta “Betty” Mezzani , davvero molto bravi soprattutto la seconda voce
Della "pianta Modena City Ramblers" conosciamo certamente le radici e il fusto. Ora ci sono nuovi frutti da gustare. Il primo è appunto il nuovo album Dopo il lungo inverno.
In quest'album sono intervenuti come guest star nella registrazione dell’album Terry Woods (Pogues), la brass band macedone Original Kocani Orkestar capitanata dal trombettista “King” Naat Veliov, il rapper bolognese-catalano Luca “Rudeman” Lombardo, il fisarmonicista Massimiliano Fabianelli, il quartetto d’archi reggiano Koiné, il trio di fiati Giardina/Bolognesi/Castagnetti, gli amici di vecchia data Lucia Tarì (cantante) e Enzo Ciliberti (armonicista), il coro delle voci bianche del Teatro Comunale di Modena.
La produzione è di Peter Walsh, già al lavoro con Simple Minds, Pulp, Peter Gabriel, Afro Celt Sound System, Scott Walzer.
Come giustamente dicono loro stessi : << il titolo metaforicamente evoca l’idea di una nuova stagione, di un nuovo ciclo che si preannuncia.Dalla copertina realizzata, passando per i sedici brani inclusi e fino ai tre frammenti che ne costituiscono il momento inziale, centrale e finale, tutto il disco risulta permeato da questa forte suggestione, che muovendo dagli evidenti rimandi alla cultura contadina, dipinge un multiforme quadro di “rinascita”: personale, politica, ideale, quasi come se l’attualità che ha segnato la storia d’Italia e del mondo globalizzato nel 2006 venisse a intrecciarsi con le vicende private della band e con i sogni, le scelte di vita e le aspirazioni dei suoi singoli componenti.>>
Tale disco un'opera \ lavoro di transizione dala "vecchia alla nuova gestione" , cosa difficile in un anno e In un’epoca in cui la musica sempre più “consumata” in modo frammentario, superficiale e veloce contenga una forza rigeneratrice enorme dopo l'abbandono di uno dei Leader , cosa che generalmente , porta allo scioglimento. Infatti tutti i grandi gruppi della musica italiana ed internazionale individuano al proprio interno un leader, una figura carismatica che diventa, allo stesso tempo, il rappresentante dell'immagine pubblica della band e quello da cui dipendono i successi e gli insuccessi artistici e commerciali. E' anche per questo motivo che proprio la figura del frontman è quella che più spesso porta, sempre nella maggior parte dei casi, allo scioglimento di un gruppo rock, come se i musicisti rimanenti non riuscissero più cavarsela senza il loro leader storico. Infatti condivido quando dice la recensione del portale ilpotereelagloria : << Così però non sembra essere stato per i Modena City Ramblers, gruppo tra i capofila della scena folk italiana che dopo il recente abbandono di Stefano 'Cisco' Bellotti ha saputo subito darsi una nuova formazione (con l'ingresso di Davide Morandi e Betty Vezzani) e incidere, nel giro di pochi mesi, un nuovo album di buona fattura, in linea con i precedenti lavori ma al contempo, anche a causa delle due voci guida maschile e femminile, pure di rinnovarsi e cercare nuove soluzioni musicali. Il risultato, cercando di dare uno sguardo d'insieme, è quello di un disco caratterizzato da una manciata di movimentati brani folk-rock intriganti e ben musicati, a cui si alternano dei lenti che però, ci sembra, non sempre riescono a cogliere nel segno, non trovando ancora del tutto il giusto equilibrio tra le nuove e diverse sensibilità. Un disco che di solito si definisce di passaggio ma che, nonostante alcune ingenuità e un paio di pezzi evitabili, vanta comunque già alcuni momenti che lo rendono degno di piazzarsi tra i migliori nella discografia dell'ormai storico gruppo modenese. E, ci vien da dire, un disco che dimostra che in fondo 'Cisco', almeno sul versante musicale, è stato degnamente sostituito . ( continua qui ) >>
I Ramblers realizzano un disco lungo, studiato, ponderato, eclettico e meticcio che costituisce innanzitutto una risposta “politica culturale ” a una scena discografica e ad una cultura monodimensionale che impone, o vorrebbe imporre, un suono e una canzone, sempre la stessa rassicurante nenia per palati addomesticati. Un disco che vuole essere ed è ( come sono i precedenti ) un grande ponte tra la band e il suo pubblico, che ne ha decretato la popolarità e il successo proprio perché in essi vede dei compagni dis trada che nella musica cercano le stesse semplici, ma meravigliosamente grandi, cose: la condivisione, il divertimento, la passione, la militanza, la gioia e l’affermazione di valori etici e politici. Dal punto di vista sonoro, gli stili e le ispirazioni si rincorrono lungo il disco, con evidenti rimandi alle musiche più amate dai Ramblers, il folk europeo, celtico e balcanico, i ritmi latini, sudafricani e mediorientali, il rock e la musica d’autore, mentre per i testi la tradizionale sensibilità “folk”, rivolta all’attualità politica e sociale e alle esperienze di viaggio della band, si impreziosisce di spunti “intimistici” e poetici, andando a creare un composito quadro musicale che riafferma l’identità poliedrica della band emiliana. Un’identità che è ormai da anni un tratto distintivo e originale e che definisce il “suono MCR” e che sembrava essersi perduta nella monotonia e ripetitività . La ricchezza espressiva acquista nuova forza grazie alle possibilità date dalle sfumature particolari e diverse delle voci di Betty e Dudu, unite alla maturità e alla duttilità strumentale del nucleo storico della band: “Kaba” Cavazzuti, Franco D’Aniello, Massimo Ghiacci, “Fry” Moneti e Roberto Zeno, affiancati dal 2003 da Luca “Gaby” Giacometti
Adesso Un Analisi particolareggiata dele canzoni sulle canzoni
Quel giorno a primavera
Bella e piena d'utopia " Una nuova primavera politica per il nostro Paese? Mah…" dai primi mesi di governo , fatto di inciunci ( vedere la legge sull'indulto e il tentativo d'amnistia alla cdl per i reati fiscali ) non si direbbe . Un altra " quarant'anni ". un atto d'accusa anche ala sinistra di governo che accetta i riciclati del centro destra
La Musica del Tempo
Talmente toccante da non riuscire a commentarla se non usando le parole delle note riportate alle canzoni riportate sul loro sito ufficiale "Una dichiarazione d’intenti e una scelta d’appartenenza. La suggestione proviene da uno scritto di Ranieri Polese, pubblicato come introduzione al bellissimo libro sperimentale edito da almanacco Guanda, La musica che abbiamo attraversato, con contributi letterario-musicali di vari autori. Polese definisce “Musica del Tempo” - la molteplicità di suoni (e scritture) che raccontano storie e ritmi del passato prossimo e del presente - ovvero quella musica che, calata nella propria epoca, ne interpreta tutta la complessità, i problemi, le contraddizioni come pure gli stimoli, i sogni e le rivendicazioni."
Tota la sira
"È bello “farsi danzare” dalla Musica del Tempo!" . UJn modo di viaggiare con la mente senza usare alcool e droghe
Oltre la guerra e la paura
Il titolo "Oltre la guerra e la paura… è un invito ad anfdare c ontro l’imperante cultura del terrore, che si fonde col qualunquismo e la sfiducia e ci rende egoisti, e deboli. Una canzone su questi tempi bui ed inquieti." . Un ottima descrizione degli effetti collaterali del clima politico-culturale che stiamo vivendo dopo l'11 settembre 2001 . Ovvero uan nuova caccia alle streghe stavolta su scala planetaria insomma un ritorno al Maccartismo o peggio una nuovsa versione d'esso come afferma George MonbiotThe Guardian già dal 16 Ottobre 2001 Le accuse di anti-americanismo sono esse stesse anti-americane potete trovare qui l'articolo integrale
Le strade di Crawford
Una delle più belle canzoni del cd, che dimostra come anche un Davide contro Golia . Infatti la canzone è "Ispirata alla storia di Cindy Sheehan ( foto a sinistra in basso ) madre di un soldato americano caduto in Iraq. Per mesi ha sostato accampata davanti al ranch di George Bush a Crawford, in Texas, pretendendo d’incontrarlo per sapere da lui in persona perché e per cosa suo figlio sia morto. Una storia emblematica di questi anni di poche risposte e cieco dolore."
Western Union
"È il nome di un’agenzia che ti permette di spedire soldi in giro per il mondo. Ma potrebbe anche rimandare ad un ipotetico Sindacato d’Occidente. Se solo il nostro mondo riuscisse a ricordare parole come solidarietà, accoglienza, tolleranza. Ed ad imparare che noin stiamo tratando gli immigrati proprio come venivamo tratti noi quando siamo emigrati ( consiglio per chi volesse approfondire questo sito e i suoi link Una canzone per la solitudine di chi è stanco di “puzzare di straniero”.
Mia dolce rivoluzionaria
Canzone adatta per chi ancora crede che la rivoluzione si faccia con gli slogan degli anni 60’80 . Quando invece è tempo di nuove parole, per nuove consapevolezze e vecchie \ o nuove battaglie. Perché le parole sono Cultura, e senza di essa non si approderà a nessun Altro Mondo.. Un invito , come dice lo stesso ritornello : << Alza il pugno, alza il pugno\mia dolce rivoluzionaria\Alza il pugno, alza il pugno \non rinnego la mia vecchia strada\L'utopia è rimasta la gente è cambiata \la risposta ora è più complicata ! >> a guardare avanti ad uscire dal passato , ma senza rinunciare pertanto alla propria storia e alla proprie origini ; ovvero coniugare idee di rivolta con la situazione attuale senza per questo rimanere prigionieri del proprio passato . Infatti la recensione di rock.it : << A volte basta una canzone per far girare le cose. Per fare capire che si è preso atto che qualcosa non funzionava ed era il caso di cambiare. Aggiustare un poco la rotta, senza scossoni o deviazioni. Giusto una piccola virata, leggera ma significativa. E dire che, già dal titolo, la canzone in questione non si presenta bene: "Mia dolce rivoluzionaria". Se poi sul libretto si legge che alla sensibile militante si indirizza un perentorio "Alza il pugno!", le premesse per il solito pezzo dei Modena City Ramblers ci sono tutte. E invece, eccola, la virata. Perché, al di là del ritornello, effettivamente scritto a puntino per i live, nelle strofe si prende atto di un fatto epocale: "ora servono nuove parole", perché "la risposta ora è più complicata". >> ( continua qui ) finalmente una canzone bela ma non retorica
l Paese delle Meraviglie
Un’altra cartolina dal meraviglioso paese degli Uomini Forti, sperando che il berlusconiosmo e tutto ciò che l'accompagna , compreaso certi atteggiamentio presenti nela sinistra di governo siano ogni giorno un po’ più sbiaditi . Un po' retorica . discreta niente di eccelso
I prati di Bismantova
"Un ricordo di primavera, sulla Pietra di Bismantova, già cantata da dante nella Divina commedia più precisamente : <<Vassi in Sanleo e discendesi in Noli,\ montasi su in Bismantova e ’n Cacume\ con esso i piè; ma qui convien ch’om voli;\dico con l'ale snelle e con le piume\del gran disio, di retro a quel condotto\che speranza mi dava e facea lume >> ( canto IV del purgatorio ) Nel prato che sta sulla sua sommità a contemplare la magia dell’orizzonte, nell’animo la sensazione di una rinascita: forse la vita che ci chiama, in accordo col risveglio della natura? Una immersione dela natura
Mala sirena
"Dedicata alla città bosniaca di Tuzla, che ha resistito a caro prezzo alla barbarie e alla follia del conflitto balcanico, e alle donne della locale associazione Tuzlanska Amica, piccole grandi sirene." Dalle cicatrici dela vità si può rinascere .
Mama Africa
le note all'utimo album del loro sito ufficiale dicono : << Una partenza, una necessità di” sognare lontano la fortuna”. E la rabbia che sempre compare dinanzi a questi addii. >> invece io affermo un invito alla memoria e al rispetto di quelli che disprezziamo ma che ignoriamo che è grazie alle loro musica quella che noi cklassifichiamo come afro\americana proprio perchè è negli Usa che hanno avuto grazie alla contaminazione fra la musica degli schiavi (blues,jazz,soul,rap\hip hop,gospel,spiritual,ecc) e quella degli immigrati sopratutto scozzesi ed irlandesi che è nato il rock and roll ( noto meglio come il rock) e tutte le musiche da esso derivate ; proprio in Africa è avvenuto il passaggio dalla scimmia all'uomo è avvenuto li , e noi li deprediamo anzichè dividerle delle loro richezze con il colonialismo e la globalizzazionew neoliberista o neocolonialismo
Risamargo
Non capisco il dialetto emilaino e quindi devo affidarmi alle loro note : << Le nostre mondine e il loro “riso amaro”. E le donne delle comunità maya che si spaccano la schiena a raccogliere il caffè. Un amaro parallelo di sofferenze e lavoro. >>
La stagioun di delinqueint
"È finita la stagione dei delinquenti ? da queste leggi e dagli inciuci sembrebbe di no , ma non smetto di sperare
Il treno dei folli
"Un treno che regala il biglietto per il viaggio, l’avete mai visto? Magari vi sta passando a fianco proprio ora e non siete abbastanza “folli” da accorgervene…" meglio essere folli che conformisti per forza e poi come dimoistra anche questa canzone quelli che a volte noi stessi consideriamo folli sono i più creativi e insieme ai perdenti più adatti a i mutamenti
Come nuvole lontane
La passione, che tutto travolge e mai si annuncia. Talvolta è bello naufragare “là dove vivono gli amanti”… Una delle cvanzoni d'amore più belle che abbia mai sentito che non siano retoriche e mielense
Stranger in Birkenau
"Cambierà il 'vento'. Noi lo crediamo, non può essere solo un'utopia…" Un po' di speranza non guasta mai , perchè : << La paura ti rende prigioniero, la speranza può renderti libero. >> ( cit dal film le ali dela libertà Le ali della libertà, film Usa del 1994 diretto da Frank Darabont, tratto dal racconto di Stephen King "Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank" )
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