20.11.12

monica pavesi la bartista coraggiosa che dice no e spegne le slot machine perchèrovinano la gente



fonte http://www.net1news.org   ecetto  la  foto piccola  presa da http://www.articolotre.com


E' quanto successo al bar tabaccheria "Giò" di via Mantova di Cremona. "Le ho staccate perché ero stufa di vedere la gente che si rovinavano in quel modo”. Ha un mutuo e ha rinunciato a 1500 euro ogni 15 giorni.









CREMONA - “Le ho staccate perché ero stufa di vedere la gente che si rovinavano in quel modo”.Questo è quanto Monica Pavesi, barista di mezza età del bar tabaccheria “Giò”, ha messo la questione morale sopra a quella economica. Non importa se dalle slot-machine ricava 3 mila euro al mese. Che per chi ha un mutuo da pagare non sono pochi. Ma lei non le voleva sin dall'inizio. Quando ciò fece richiesta per aver il Totocalcio e le consegnarono le due macchinette mangiasoldi. “Poi però ho dovuto tenerle per bilanciare il calo derivante dal totocalcio. Inoltre erano inserite nel contratto con la concessionaria”. La quale si farà sentire. Donne e uomini di tutte le età. Ma anche ragazzi. Tutte appesi al filo della speranza. Tutti che sperano nella svolta. Nel colpo di fortuna. Ma nella maggior parte dei casi, la fortuna, la lasciano lì dentro: dai 40 ai 50 mila euro al mese. “A me piace fare i caffè e parlare con la gente”. Vedere la gente poco abbiente che si indebitava le ha fatto staccare la spina. “Basta gioco compulsivo”. Una scelta, la crociata condotta dal barista di via Mantova, apprezzata anche dal vicesindaco del Carlo Malvezzi, vicesindaco del comune di Cremona: “Che Monica
 sia un esempio per i suoi colleghi”. Difficile che la richiesta del presidente dei baristi di Bergamo Giorgio Beltrami prenda piega: “Non è danneggiando la gente che giustifica questi guadagni. Ma occorre un sostegno economico per chi dice il no”. Il discorso non farebbe una piega. Se non fosse che lo Stato, dal gioco d'azzardo ricava 12.5 miliardi all'anno. Quasi un finanziaria. Certo però che almeno alla barista coraggio di Mantova, l'eventuale penale derivante dal mancato rispetto degli obiettivi di incassi stabiliti per contratto dovrebbe essere evitata. Altrimenti, oltre al danno. Ci sarebbe la beffa (doppia).
Monica  ha fatto , qualunque  sia  l'origine del suo gesto  , perchè  c'è in  Brianza   (   come afferma l'articolo dell'edizione locale  di  http://blog.quotidiano.net/  , sicuramente da lei letto 3000 giocatori incalliti  )   l'85% dei quali dilapida lo stipendio al videopoker. Ma  forse le è bastato guardare le facce sempre più assenti di questi drogati del gioco, o magari le lacrime di chi pensando di raddoppiare o triplicare il proprio magro salario premendo dei pulsanti, si è trovato a tornare  a casa confessando alla moglie di non avere più i soldi per  fare la spesa.  Come   dice Roberto Baldini 
su blozquotidiano   : <<   Non importa, qualunque sia stata la molla che ha fatto scattare la sua ribellione, grazie Monica. Grazie per aver dimostrato che niente è ineluttabile, che tutto si può cambiare se solo si vuole. La speranza è che di bariste e baristi come lei possano essercene altri cento, mille, diecimila.  Se un uomo non è in grado di rinunciare da solo a rimbecillirsi davanti a un monitor, bisogna togliergli il monitor. L'esercito degli inebetiti sta crescendo e in questo Paese c'è bisogno di gente sveglia, non di rintronati. Non lasciamola sola, la Monica.
Coraggio

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