dopo aver visto questa puntata ( del 4\11\2012 ) del programma terra di mediaset
( se non riuscite a vederla , perchè a volte capita che i file scaricato con linux o programmi open source come donwloadhelper di mozzila firex non vadano d'accordo con quelli ufficiali come real player e simili ) la trovate qui, fin quando la lasceranno, sul canale video di mediaset ) piena di melassa retorica , di un revisionismo storico e di una pseudo e utopistica memoria condivisa , parte l'ottimo servizio e ricostruzione storica con testimonianze fatto da sandro provvisionato e le toccanti interviste ai reduci , confermo quanto dissi in qui sul post celebrare o ricordare il 4 novembre : << (....) " ricordare non basta. Memoria è un ricordo "attivo" che vuole comprendere i meccanismi, le cause e dunque le ragioni che determinarono una storia, e sa rileggerle nel presente per capirne le "mutazioni" e le mimetizzazioni nelle forme nuove in cui quella stessa violenza torna e tornerà ad esercitarsi. Forme diverse sempre più evolute e sofisticate. E' dunque solo la Memoria a dare senso al proprio impegno per costruire un futuro in cui si possa sperare che quella violenza non torni a mostrarsi, con volti diversi ma la con medesime atrocità, per il nostro passivo ed ignaro consenso.Perdere "la Memoria storica" ci rende estranei a noi stessi, incapaci di riconoscere le nostre radici, di capire il nostro presente, di costruire un qualsiasi futuro.” ( da www.ritatria.it ) (....) il resto cliccando sull'url prima del corsivo >>
A chi m chiede perchè sono contrario alla memoria condivisa rispondo che essa è un utopia perchè anche se nel ricordo ci sono delle differenze . E poi in Italia non si è ancora pronti .
infatti perchè essa ci sia occorre :
1 quando la si smetterà di strumentalizzare ( portare acqua al proprio mulino alla propria parte politico\ culturale ) le scelte fatte coerentemente o per opportunismo e conformismo , la scelta , in questo caso d andarci volontario o se obbligato non rifiuto
2 quando faremo . senza assolverci e a 360 ° gradi possibilmente senza retorica e senza piangerci addosso , i conti ( tralasciando gli ultimi 30 anni perchè troppo freschi e troppo vicini )
3) non mettere sullo stesso piano le scelte e le cause di chi ha combattuto - s'è schierato o da una parte o dall'altra o in alcuni casi ha esercitato :<< la facoltà di non sentire \ la possibilità di non guardare >> ( linea Gotica degli ex Csi )
per approfondire
El Alamein, simbolo della resistenza del regio esercito italiano in Africa, ebbe un ruolo di storica importanza nel corso della seconda guerra mondiale. Infatti essa costituiva il terminale nord di un corridoio est-ovest di circa 60 km di larghezza delimitato a sud dalla depressione di Qattara, che rappresentava un ostacolo impenetrabile ai mezzi militari; furono gli inglesi con delle truppe beduine a passare la depressione di Qattara e distruggere un avamposto italiano, uccidendo tutti senza condizioni di resa. Questo corridoio era diventato un elemento essenziale della linea difensiva britannica in Nordafrica e segnò il punto di massima penetrazione ad est delle forze italo-tedesche in Egitto.
La zona è stata teatro di due importanti battaglie:
- la prima battaglia di El Alamein (1º luglio - 27 luglio 1942). Il 1º luglio Erwin Rommel attaccò la linea difensiva britannica che però resistette, se pur indebolita. Il giorno successivo il comandante britannico, generale Claude Auchinleck, contrattaccò ma senza successo. Si sviluppò quindi una situazione di stallo cui seguì una fase di logoramento fra attacchi e contrattacchi, nessuno dei quali veramente decisivo, che si protrasse fino alla fine di luglio senza nessun chiaro vincitore. Tuttavia sul campo Rommel non aveva perso. Anche se bloccato ad El Alamein, le sue tattiche di guerra tennero in scacco un avversario superiore in uomini e mezzi, fino all'esaurimento delle scorte nella seconda battaglia.
- la seconda battaglia di El Alamein (23 ottobre - 4 novembre 1942). Il 23 ottobre 1942 le truppe britanniche, sotto il comando del generale Bernard Montgomery, sferrarono un poderoso attacco su El Alamein. Le forze di Rommel, molto inferiori di numero (2 nazioni dell'Asse contro più di 7 nazioni del Commonwealth), inizialmente riuscirono a contenere gli attacchi britannici. La sapiente disposizione dei campi minati tedeschi "I Giardini del Diavolo" com'ebbe a chiamarli Rommel medesimo facevano sì che i corridoi liberi dagli ordigni non erano rettilinei, ma sinuosi e terminavano proprio di fronte ai cannoni anticarro germanici. Nei giorni successivi vi furono numerosi attacchi e contrattacchi che non portarono a risultati apprezzabili. Tuttavia, a seguito di tali attacchi e della estrema lunghezza delle linee logistiche italo-tedesche, le forze di Rommel si erano gravemente assottigliate per via della mancanza di approvvigionamenti e rifornimenti, al punto che alla fine di ottobre la forza effettiva di carri armati a disposizione dell'Asse era ridotta a sole 102 unità. La seconda fase dell'offensiva inglese si svolse lungo la costa. L'attacco iniziò il 2 novembre 1942. Il 3 novembre Rommel disponeva ormai di soli 35 carri armati operativi, ottimi per il supporto della fanteria, secondo i suoi attenti piani tattici. Il 4 novembre dovette ordinare il ritiro. Il 6 novembre le forze dell'Asse iniziarono una ritirata che segnò una svolta della guerra. Winston Churchill commentò: "Ora, questa non è la fine, non è nemmeno l'inizio della fine. Ma è forse la fine dell'inizio". Sempre Churchill rese omaggio al valore dimostrato dai soldati italiani dichiarando ai Comuni:Dobbiamo inchinarci davanti ai resti di quelli che furono i leoni della Folgore
I principali sacrari sono tre:
- il Sacrario Militare Italiano di El Alamein, che ospita le spoglie di circa 5.200 caduti italiani e Ascari libici.
- il Cimitero del Commonwealth, con le tombe dei soldati dei vari paesi che hanno combattuto dal lato britannico. Vi sono monumenti che commemorano le forze australiane, sudafricane, greche e della Nuova Zelanda. Il cimitero del Commonwealth, come molti altri simili cimiteri, consiste in file parallele di lapidi, ciascuna con inciso l'emblema dell'unità del soldato defunto, il suo nome e un epitaffio. Ovunque vi è un "milite ignoto" (e sono tanti, in questo cimitero britannico) vi è la scritta "Conosciuto da Dio".
- il Sacrario Tedesco, un ossario contenente i resti di 4.200 soldati tedeschi, è costruito nello stile di una fortezza medioevale.
Oltre a tali cimiteri monumentali, El Alamein ospita un museo locale della Seconda Guerra Mondiale che espone diversi tipi di carri armati, blindati, cannoni ed aerei impiegati nelle battaglie del Nordafrica dai diversi eserciti combattenti
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