le ferite ancora aperte della grande guerra . il caso della fucilazione e decimazione della brigata Catanzaro

amo le STORIE di quelli che non hanno fatto la Storia, le STORIE dei vinti più che quella dei vincitori
 per  approffondire  sula  grande  guerra 
  sulla  brigata  catanzarro  :
Prima di raccontare la storia  dei  fatti  avvenuti  a Santa Maria la Longa  ovvero la  decimazione   della  brigata  Catanzaro  , una delle brigate  più importanti della  grande  guerra    , insieme  alla quella ai due reggimenti  il 151  e il 152  della brigata  Sassari   ,    rispondo  ad iuna Email di 
unonche  crede   soloed  esclusicamente  nei  <<  miti eterni della patria o dell' eroe >>

E accusa   di  disfattimo  e  mancanza  di rispetto  verso :  i morti i, reduci , i mutilati ,le  forze  armate  , ecc  chi  racconta   in maniera   a  tutto tondo  un periodo  storico  cosi  importante  e  fondante  per il secolo scorso  (  ed  ancora per  oggi  visto  che Spesso e volentieri mi sembra che la situazione attuale non sia troppo dissimile al 1914 , macchine statali decrepite, popoli alla fame (o quasi) ,un europa unita che di unito ha solo il nome e per il resto è un vecchio decrepito e paralizzato, focolai di rivolta e guerriglia ovunque  )  raccontando  , fatti sminuti o  ignorati  o  fatti passare in secondo piano a scapito  di  gesti eroici  fra  cui esempio quello  di  La prima è quella del Comandante Giovanni Airaldi di Cuneo . la  cui  storia  è raccontata  in Il caso Arialdi  di Gerardo Unia |-  Editore L'Arciere - 2002 - pp. 139 - ISBN 8886 398 913 .   (  ne  ho parlato precedentemente  qui  su queste  pagine  e  di  altri casi   che  racconterò prossimamente  da  qui al  2018  )    .
da  *******
a   redbeppe@gmail.com
il  5\11\2014 
Salve 
(.... ) 
Non mi piacciono  per  niente   i  suoi  articoli  offensivi  sui due  gruppi di  facebook :  prima guerra  mondiale  e  100 Anniversario della entrata in Prima Guerra Mondiale  riguardanti   le  fucilazioni   avvenute  durante la  1  guerra  mondiale  .  Di  disfattisti  e traditori si tratta  . Di gente   che non   ha  avuto  ordine  e disciplina  .  E poi in guerra   c'è  poco  da  scherzare e quindi  è inevitabile  che   tale  cose  si paghino  anche  con durezza ed  a volte  come alcuni casi da lei segnalati   posono capitare  errori   .  Se  non  avessimo   fatto valere   l'ordine  e la disclipina  tra le truppe  altro che  la sconfitta  di caporetto avremmo subito  .  Il nostro    risorgimento , vanificando   per  non dire  volgarità ,  sarebbe stato vano  ed incompleto .
(...)   Si potrebbe anche ricordare il " guerra alla guerra " del partito socialista dell'epoca che predicava la rivoluzione proletaria alla russa " e noi faremo come la russia ". Cosa che per fortuna non avvenne proprio grazie a quei giovanissimi intellettuali partiti volontari per difendere le libertà di tutti. Grazie a questi giovani eroi ci salvammo dalla dittatura del proletariato e dal medioevo senza fine degli imperi centrali. Che si celibri quindi il centenario di questo grande olocausto offerto dal popolo in difesa delle proprie libertà. rievocandone gli ideali interventisti e non uccidendoli una seconda volta per mano fraterna ( ricordo che i primi a partire in difesa della Francia e ben prima della dichiarazione di guerra furono i Garibaldini italiani, inclusi il figlio di Garibaldi ed i figli dei primi garibaldini ). fu miserabile che su istigazione dei socialisti i reduci vincitori i vennero accolti come traditori della causa del proletariato preparando così la base della DITTATURA REAZIONARIA ( REAZIONARIA VUOLE APPUNTO DIRE CHE FU REAZIONE A QUALCHE COSA ).
 
 a     ******@******* 
 
Ora Cari  ******** .Non sono disfatta  e non credo che  come fece  la  brigata catanzaro ,  per  citare il caso più  noto  ,   che  si ribellò a degli ordini sciagurati  , debba essere  considerato    ciò che lei  considera    atto vile  . E' vero che in guerra  ci vogliono disciplina  , ma  non credo che si risolva    con fucilazioni assurde  ( la maggior parte )  , decimazioni  ,  e  processi  sommari .  Come il caso   con  dei  4  alpini  fucilati a  Cercivento  (zona di Udine  )    con l'ingiusta  accusa  di diserzione  , solo  per  aver proposto al  comando  un piano alternativo  ad  attacchi inutili  . Io a  penso  come    questo post  su https://www.facebook.com/groups/centenarioprimaguerramondiale
Di spalle al Muro grigio furono messi. i fanti condannati alla fucilazione... le parole Di D' Annunzio sulla decimazione della Brigata Catanzaro.
La pratica usata e abusata dallo stato maggiore per costringere I fanti a combattere senza tregua causa gli errori di conduzione del conflitto. In particolare si ricorda il gen. Capello comandante la 2a armata. Lo stesso Cadorna nel caos di Asiago 1916 ordino la fucilazione Di ufficiali e soldati. Di costoro, vittime della insipienza altrui, non si parla mai, si nasconde l' esistenza stessa. Peccato, sono il lato oscuro di una guerra ufficialmente fatta Di eroi, in realta di gente qualunque

Inoltre   << Non si tratta di rivisitare la storia con gli occhi di oggi, ma con il necessario distacco aaffinché scavando scavando, non solo nella memoria che si tramanda ma essenzialmente nei documenti reperibili, si possa ricostruire - carte alla mano - quegli eventi con la massima asetticità possibile. >>  (  da  http://www.cimeetrincee.it/catanzaro.htm  ) . Ma una revisione seria ed onesta che ci porti ad ammettere errori e misfatti troppo spesso omessi. Insomma  a  fare  chiarezza   e   soprattutto   a  trovare  una    condivisa     e porre   fine  a strumentalizzazioni e ricordi  unilaterale    .  Fare  i  cinti  con  il nostro passato  e   chiudere  con  ferite  ancora  aperte  come  quella (  ne  ho parlato   sul blog  ) del  caso  dei  quattro alpini fucilati dai carabinieri : Silvio Gaetano Ortis da Paluzza, Basilio Matiz da Timau, Giovan Battista Corradazzi da Forni di Sopra, Angelo Massaro da Maniago. La loro colpa fu quella di aver proposto un piano alternativo ai loro comandanti.





da Wipedia alla voce Brigata Catanzaro

La Brigata "Catanzaro" fu una Grande Unità di fanteria del Regio Esercito italiano attiva nel corso della prima guerra mondiale e con il nome di 64ª Divisione fanteria "Catanzaro" un'unità motorizzata operante durante la seconda guerra mondiale.]
Venne costituita il 1º marzo 1915 a Catanzaro Lido in due reggimenti, il 141º e il 142º. I soldati (circa
6.000) che ne facevano parte erano in maggioranza calabresi.
All'atto della mobilitazione del 24 maggio 1915 fu dapprima inquadrata nelle truppe a disposizione del Comando Supremo poi, dopo pochi giorni, fu inviata in Friuli dove fu inquadrata nella 3ª Armata.
La «Catanzaro» fu una delle più sfruttate unità dell'Esercito. Logorata dai lunghissimi turni in trincea di prima linea nei settori più contesi, essa venne impiegata come brigata d’assalto sul Carso dal luglio 1915 al settembre 1917. In prima linea a Castelnuovo, ed a Bosco Cappuccio, nel 1916 combatté a Oslavia, e durante la Strafexpedition sul monte Mosciagh e sul monte Cengio. Tornò poi sul monte San Michele, a Nad Logen, a Nova Vas, sul Nad Bregom e a Hudi Log. Prima di Caporetto fu a Lucatic, sul monte Hermada ed infine a San Giovanni di Duino.
Nel 1918 dopo Caporetto combatté sul Pria Forà, in Val d'Astico ed in Val Posina. Nel giugno del 1920 fu sciolta. La bandiera del 141º fanteria fu decorata con la Medaglia d'Oro al Valore Militare e quella del 142º ebbe la Medaglia d'Argento. Considerata dal comando italiano tra le Brigate più valorose e tenaci (giudizio condiviso dagli austriaci).

«Su monte Mosciagh la baionetta ricuperò il cannone»[modifica | modifica wikitesto]

Numerose furono le località che videro in azione i reggimenti della Brigata Catanzaro, ma, sicuramente, vanno ricordati i fatti che si svolsero sul monte Mosciagh. Questo monte fu scenario di aspre lotte.
I fanti recuperarono alcuni pezzi d'artiglieria da una posizione ancora tenuta dagli Austriaci sulla vetta della montagna e dopo circa due ore di attacchi alla baionetta, riuscirono a cacciare definitivamente il nemico dalle posizioni iniziali conquistandone in definitiva anche l'armamento. L'episodio meritò la seguente citazione sul bollettino di guerra del 29 maggio 1916 n.369 a firma del generale Luigi Cadorna: «Sull'altopiano di Asiago, le nostre truppe occupano attualmente, affermandovisi, le postazioni a dominio della conca di Asiago. Un brillante contrattacco delle valorose fanterie del 141º reggimento (Brigata Catanzaro) liberò due batterie rimaste circondate sul M. Mosciagh, portandone completamente in salvo i pezzi».
La cosa fu ripresa dalla stampa nazionale dell'epoca tanto da meritare la prima pagina su La Domenica del Corriere, che con una bella illustrazione di Achille Beltrame fece conoscere all'Italia intera come «Un brillante contrattacco dei valorosi calabresi del 141º fanteria libera due batterie rimaste circondate sul monte Mosciagh».
Da questo glorioso fatto d'armi il 141º trasse quello che da allora fu il suo motto: «Su Monte motu proprio alla bandiera del glorioso 141º Reggimento la Medaglia d'Oro al Valore Militare con questa motivazione: «Per l'altissimo valore spiegato nei molti combattimenti intorno al San Michele, ad Oslavia, sull'Altopiano di Asiago, al Nad Logem, per l'audacia mai smentita, per l'impeto aggressivo senza pari, sempre e ovunque fu di esempio ai valorosi (luglio 1915 – agosto 1916)».
Mosciagh la baionetta ricuperò il cannone». Il Re, con decreto del 28 dicembre 1916, concesse
Anche la bandiera del 142º ebbe la sua meritata decorazione con la concessione della Medaglia d'Argento al Valor Militare.

La decimazione della Brigata "Catanzaro"[modifica | modifica wikitesto]

Motto della Brigata Catanzaro


Diversi mesi dopo i soldati dei due reggimenti della "Catanzaro" furono protagonisti della più grave rivolta nell'esercito italiano durante il conflitto. Questo episodio si svolse a Santa Maria la Longa dove la brigata era stata acquartierata a partire dal 25 giugno 1917 per un periodo di riposo. La notizia di un nuovo reimpiego nelle trincee della prima linea fece pian piano montare quella che in poche ore sarebbe diventata una vera e propria rivolta.
I fanti della Catanzaro protestarono e la protesta passò in rivolta. Alle ore 22.00 del 15 luglio 1917 iniziò il fuoco che durò tutta la notte. I caporioni di ogni reggimento assaltarono i militari dell'altro inducendo gli stessi ad ammutinarsi e ad unirsi a loro. Molti caddero morti sotto il fuoco dei rivoltosi, altri ne rimasero feriti. La rivolta durò tutta la notte. Per sedare la rivolta vennero impiegati una compagnia di Carabinieri, quattro mitragliatrici e due autocannoni con il preciso ordine di intervenire in modo fulmineo e con estremo rigore. La lotta durò tutta la notte e cessò all'alba.
Sedata la ribellione, il comandante della Brigata ordinò la fucilazione di quattro fanti, colti con le canne dei fucili ancora calde, e la decimazione della compagnia. All'alba del 16 luglio dodici fanti più i quattro colti in flagranza, alla presenza di due compagnie, una per ciascun reggimento, vennero fucilati a ridosso del muro di cinta del cimitero di Santa Maria La Longa e posti in una fossa comune.
I soldati della Brigata Catanzaro, dopo questi gravi fatti, continuarono a battersi con disciplina per tutta la durata della guerra, tanto da ottenere una seconda citazione sul bollettino di guerra del 25 agosto 1917, nel quale si riportava che: «Sul Carso la lotta perdura intorno alle posizioni da noi conquistate, che il nemico tenta invano di ritoglierci. Negl'incessanti combattimenti si distinsero per arditezza e tenacia le Brigate Salerno (89° - 90°), Catanzaro (141° -142°) e Murge (259° e 260°)».

Recentemente  l'Assoaciazione  ha  ( vedere  l'url  inizio post  )  ha  trovato  la croce  con i nomi  dei fucilati   per decviazione dela brigata  Catanzaro  . Ecco  L'articolo dalla  pagina  facebook  dell'associazione   https://www.facebook.com/tapum14.18/ qui  il post    originale  e  l'interessante  discussione  tra pro e contro 

Inedito: sull'Altopiano di Asiago, nella zona del Monte Zebio (e.c. Monte Mosciagh), abbiamo trovato questa croce con i nominativi dei fucilati per decimazione della Brigata Catanzaro. Lungo tutto il Cammino di Ta Pum si trovano cippi che r...icordano il coraggio, l'abnegazione e lo spirito di corpo della Catanzaro...i suoi fucilati lo furono per le proteste rivolte verso comandanti inetti nel gestire l'azione militare, quanto folli nel gestire gli uomini loro sottoposti. Fucilati per decimazione...presi a caso nel gruppo...Non è l'ora, cent'anni dopo, di restituire l'onore a questi poveri soldati ?




 quindi  riprendendono  la risposta  , vedi sopra  a  *****  e  a tuitti    coloro  che  vogliono continuare  a tacere o far  passare  in secondo piano o sminuire  ciò  che  è  stao  ,  ben  venga  il  dibattito  su questi fatti  ,  l'importante  è  non dimenticare  o ricordare  solo ciò che  ci  piace  . 
Concludo     per  chi fosse ionteressato  all'argomento delle fucilazioni   questi libri  (   fin qui  usciti  )

Il  primo  
da http://www.gasparieditore.it/
Per la prima volta un rigoroso studio storico fa il punto sulla giustizia sommaria nell'esercito italiano durante la Grande Guerra. 95 episodi analizzati individualmente, 300 vittime accertate tra civili e militari e 6 casi di fuoco sulle truppe che causarono un numero imprecisato di morti. Il volume presenta numerosa documentazione inedita tratta dalla Relazione sulle esecuzioni sommarie dell'Avvocato generale militare (1919), dall'Archivio centrale dello Stato e dall'Ufficio storico dello Stato Maggiore dell'Esercito

Ulteriori informazioni

AutoreMarco Pluviano, Irene Guerrini
TitoloLE FUCILAZIONI SOMMARIE NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
SottotitoloNo
Altre infoPrefazione di Giorgio Rochat
EditoreNo
ISBN88-7541-010-0
Anno di edizioneNo
Data inserimento08/lug/2004.
Prezzo

il secondo
€ 15,00


TitoloPlotone di esecuzione. I processi della prima guerra mondiale
AutoreForcella Enzo; Monticone Alberto
Prezzo
Sconto -15%
€ 20,40
(Prezzo di copertina € 24,00)
Dati1998, 432 p., 2 ed.
EditoreLaterza  (collana Storia e società)

Nella promozione Laterza fino al 24 novembre  su  http://www.ibs.it/code/9788842054924/


 Maledetta la guerra, maledetto chi la pensò», «Non voglio morire per la patria», «Caro padre la guerra è ingiusta», «Molla, molla...»: la rivolta dei soldati della Grande Guerra documentata per la prima volta attraverso le sentenze delle condanne a morte.Non si può capire la tragica realtà dell'Italia del '15-'18 ignorando le manifestazioni di disfattismo in trincea e l'attività repressiva dei tribunali militari.Prefazione Apologia della paura di Enzo Forcella – Introduzione Il regime penale nell'esercito italiano durante la prima guerra mondiale di Alberto Monticone; Sentenze; 1915; 1916; 1917; 1918.



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