in Cambogia una zona martoriata a da quasi un secolo di guerre e regimi dittatoriali . Ecco un ruolo degli animali , i topi , che a noi fanno senso ma allo stesso tempo divertono con le storie . Infatti I topi vengono trasportati ogni giorno nei campi in ampie scatole singole: poi gli viene fatta indossare una specifica imbracatura che li tiene connessi a un filo, maneggiato da due operatori specializzati. In questo modo il topo segue il percorso stabilito: le mine individuate vengono poi tolte dal terreno da una squadra specializzata di operatori
da http://www.repubblica.it/r2-fotorep/2017/10/05/news
Addestrati dall’ong belga Aopopo, operano nel Paese che ha più amputati per questi ordigni
di RAFFAELLA SCUDERI - FOTOGRAFIE DI SIMON GUILLEMIN*
L'ottava meraviglia del mondo si nasconde nel cuore della giungla. La vegetazione invadente la avvolge senza tregua. Le montagne intorno le fanno da cornice in armonia con la sacralità del luogo. Sembrano templi anche loro. Il sito archeologico di Angkor Wat è stato proclamato dall'Unesco patrimonio dell'umanità. Che beffa. Se solo ci si sposta dai sentieri ripuliti, creati per rendere semplice l'accesso alle migliaia di turisti che arrivano ogni giorno, si rischia di saltare in aria e, nella migliore delle ipotesi, sopravvivere con un arto amputato.
Ma questo non accade all'umanità del business del turismo, protetto dall'imponente controllo su tutto il territorio circostante. Le infide mine antiuomo nascoste sotto terra, invisibili a occhio umano, distruggono la vita solo agli abitanti, ai contadini a cui è resa impossibile la possibilità di sopravvivere grazie all'agricoltura. Pianti riso sapendo che se metti un piede in fallo salti in aria. E la povertà avanza. Fu proprio questo luogo, a pochi chilometri dalla città di Siem Reap, e tutto il nordovest del Paese confinante con la Thailandia, che i sanguinari khmer rossi disseminarono delle loro armi killer negli anni della guerra, tra il 1975 e il '79. Qualche numero: quattro milioni di mine e più di 40mila le persone private di gambe e braccia. Non c'è bisogno di leggere la Storia. Camminando per le città, li vedi ad ogni angolo.
Per loro il governo non è riuscito a fare nulla. Ci sono riusciti 18 topi sudafricani. Sì, proprio loro, i roditori tanto odiati e perseguitati in tutte le grandi città occidentali. Qui sono dei veri supereroi. Infatti si chiamano HeroRats. Li ha portati una Ong belga, l'Apopo, dopo averli sperimentati per vent'anni in Tanzania, Mozambico e Angola in collaborazione con la Cmac (Cambodian Mine Action).
I topi salvavita sono leggeri. Hanno un olfatto eccezionale. Individuano l'esplosivo, non il metallo. Incominciano a grattare. Lì c'è una mina. E una vita deforme in meno. La loro leggerezza li protegge da qualsiasi effetto collaterale. Mai nessuno è morto. Legati a una fune, tenuta dagli operatori locali ed eroi anche loro, vengono tenuti al guinzaglio e lasciati vagare per il campo. Sono velocissimi: 11 minuti per localizzare gli ordigni, operazione che a una squadra di umani armati di metal detector richiederebbe almeno 5 giorni di lavoro. Ignorano il metallo, il loro olfatto rileva solo l'esplosivo.
Alla fine della missione, banane e noccioline. "Tutti allevati con molta cura", garantisce Apopo che li addestra in Tanzania. Qui personale specializzato si occupa della loro salute, sopravvivenza e tempo libero. Apopo prosegue garantendo che la loro vita è molto piacevole. Addestrati per diventare familiari con la presenza umana, vivono in ampie gabbie e una volta al giorno sono liberi di giocare.
La Ong ci lavora da 20 anni. Prima in Mozambico, poi in Cambogia, da inizi 2016, il Paese che conta più amputazioni in tutto il mondo. I risultati sono ottimi: 5mila mine disinnescate. Queste immagini raccontano bene il loro lavoro sul campo. Le ha scattate il fotografo francese Simon Guillemin, che ha documentato con ritratti il loro lavoro e le vite di chi non ne ha beneficiato. Dal 7 al 29 ottobre i suoi lavori saranno esposti a Lodi all'interno del festival della fotografia che contempla la presenza di 5 sezioni, tra cui 5 mostre che provengono dai fotografi delle Ong. Dalla spazzatura e dalle fogne, i roditori tanto odiati, sono approdati in Cambogia e salutati come veri eroi.
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