MA CHE C’ENTRANO QUESTI CODARDI CON NOI?

Prima le ronde, poi i medici-spia, ora i presidi-spia. Ma chi sono questi personaggi che siedono nelle stanze delle istituzioni italiane e cercano a tutti i costi di imporci, con la scusa della sicurezza dei cittadini, norme così degradanti?Al di là di che cosa effettivamente conterrà questo decreto sicurezza, visto che l’ultima trovata dei presidi-spia è stata stralciata, come si fa soltanto a pensare d’introdurre una norma di questo genere?

Mettendo un attimo da parte l’evidente intento discriminatorio che risiede dietro proposte di questo genere, sorge quasi spontanea una domanda: con chi credono di aver a che fare i suddetti personaggi che si aggirano nei palazzi istituzionali del nostro paese?

È molto probabile che un gran numero di italiani stia provando un senso di vergogna nell’essere rappresentato da un governo che sta provando in tutti i modi ad imporre, tramite la manipolazione dell’informazione e la promulgazione di leggi assurde, comportamenti antisociali dettati dall’egoismo e dal risentimento.

Solo l’egoismo e il risentimento possono ridurre, infatti, un essere umano a scagliare la propria aggressività contro i più deboli, contro coloro che non possono difendersi adeguatamente. Persone ammalate che hanno bisogno di cure e bambini che hanno bisogno di andare a scuola: ecco, alla fine, chi sono i primi bersagli prestabiliti da chi ha pensato che i medici e i presidi potrebbero trasformarsi in sonde per facilitare l’individuazione di chi deve essere colpito ed eliminato.

Non è solo una questione di schieramenti politici, perché purtroppo l’egoismo e il risentimento risiedono si a destra che a sinistra. La questione invece è un’altra: qual è la qualità, in quanto esseri umani, di ministri, parlamentari, sindaci e consiglieri che pensano ed agiscono in questo modo? Di che pasta è fatto il loro “paesaggio interno”?

Se è vero che la chiave di ciò che facciamo risiede nel cuore di ciò che crediamo, qui non si tratta soltanto di una lotta tra superficiali opinioni politiche diverse, ma di una lotta tra mondi interni molto diversi tra loro. In altre parole, si tratta di una lotta tra intenzioni umane. E siccome si tratta di intenzioni umane e non di forze meccaniche o naturali, ecco che allora possiamo parlare, non solo di oppressi e oppressori, ma anche di persone coraggiose e persone codarde. Sì, perché anche di questo si tratta, di codardia. Come potrebbe essere definito, se non di un codardo, il comportamento di chi incita alla denuncia di bambini e di ammalati senza permesso di soggiorno?

Qualcuno potrebbe dire: ma tutto questo non c’entra nulla con la politica. Davvero? E perché?Che cosa c’entrano, allora, il clientelismo, la corruzione e l’interesse personale che spesso e volentieri vengono a galla quando si parla di politica? Perché più di una volta, quando si parla di politica, viene a galla la questione morale?

Non è forse l’ostinazione ad escludere dalla politica temi come l’intenzionalità umana che ha ridotto la stessa politica a quel ciarpame a cui siamo costretti ad assistere?

E se fosse, invece, proprio il mettere al centro l’essere umano e la sua intenzionalità il primo vero obiettivo di una nuova politica? Sarebbe troppo scomodo per i codardi del momento. Rimettere al centro della politica l’intenzionalità umana significherebbe considerare il clientelismo, la corruzione e l’interesse personale non più come ingredienti “naturali” della politica, ma come il frutto di intenzioni egoistiche che spogliano altri della propria intenzionalità, quindi violente.

Rimettere al centro della politica l’intenzionalità umana significherebbe considerare il trattare come criminali i cosiddetti “immigrati clandestini” non più come la “naturale” reazione di un popolo che vorrebbe sentirsi più sicuro, ma come il frutto di intenzioni discriminatorie che spogliano altri della propria intenzionalità, quindi, ancora una volta, violente. Rendiamo scomoda la vita a questi codardi! Riempiamo la politica della nostra comune umanità!

Ecco perché non è di libertà che bisogna parlare, ma di liberazione. Ora e sempre, liberazione!


Roma, 5 maggio 2009
Carlo Olivieri
umanista

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