Ricette contro la crisi? Partecipazione dei lavoratori alle decisioni delle aziende e accesso al credito non speculativo!


I fattori della produzione, il lavoro ed il capitale imprenditoriale, in questo momento devono fare fronte a un nemico comune: la speculazione finanziaria. Per questo è urgente che nelle aziende il potere decisionale sia condiviso con i lavoratori e che lo Stato garantisca un accesso al credito a condizioni ragionevoli e non speculative!Ho recentemente dato la mia adesione al manifesto proposto dalla Federazione Europea Per L’azionariato Dei Dipendenti (http://www.efesonline.org/2009/MANIFESTO/IT.htm) che ritengo un’iniziativa molto interessante che va verso la creazione di una vera partecipazione da parte dei lavoratori non solo ai profitti, ma soprattutto alle decisioni che avvengono all’interno delle aziende.

 

Il fatto che sia necessario un modello di azienda partecipata dai lavoratori sia in quanto a proprietà sia in quanto a potere decisionale è da sempre uno degli assi fondamentali della proposta umanista, insieme al fatto che lo Stato si debba far carico di garantire un accesso al credito per le aziende, che le metta al riparo dalla speculazione finanziaria che tende a prendere il controllo delle aziende e a massimizzarne il profitto, producendo sempre più spesso il tracollo produttivo ed economico delle aziende stesse.

 

Thomas Hirsch, portavoce del Nuovo Umanesimo per l’America Latina espone molto bene questi concetti nel suo libro La Fine della Preistoria da cui cito alcuni passaggi:

 

<<È necessario istituire alla velocità della luce alcuni strumenti che permettano di controllare in modo ferreo l’azione del capitale speculativo, obbligandolo a re-investire in modo prioritario nella produzione. […]L’unica strada possibile per realizzare con successo questo aggiustamento forzato consiste nell’apertura della proprietà dei mezzi di produzione e soprattutto della gestione produttiva ad una partecipazione più ampia dei lavoratori, creando un modello societario distante sia dal mostruoso monopolio statale che dall’irrazionale oligopolio privato. […]

 

Fare l’imprenditore significa rischiare. Chi investe un capitale per avviare un mezzo di produzione rischia il suo denaro negli alti e bassi del mercato. Anche chi contribuisce con il suo lavoro a far sì che quel mezzo sia produttivo corre dei rischi, visto che mette in gioco i suoi sforzi e il suo impegno quotidiano. Sia il capitale che il lavoro “lavorano” nell’impresa e costituiscono una società produttiva, i cui vincoli di collaborazione assicurano una gestione di successo del processo produttivo. Se in altri momenti storici il lavoro e il capitale si sono scontrati come nemici irriducibili all’interno di un’impresa, il grande cambiamento culturale proposto dal Nuovo Umanesimo consiste nel fatto che entrambi i fattori produttivi, invece di competere anche all’interno del mezzo di produzione di cui fanno parte, cerchino la convergenza a vantaggio del progresso comune.

 

Bisogna poi ricordare che oggi il nemico è un altro, [...] il capitale speculativo. […]il capitale speculativo internazionale […] si muove nei circuiti finanziari virtuali comprando imprese produttive e decidendo il destino di milioni di persone, che non sono certo consultate rispetto alle misure che le coinvolgono. […]Questa mostruosa mutazione dell’economia mondiale dovrebbe spingerci senza indugi a riformulare in modo radicalmente nuovo il concetto di impresa e proprietà, giacché sia i lavoratori che gli stessi imprenditori subiscono gli effetti di questa aberrante disumanizzazione. […] imprenditori e lavoratori, capitale e lavoro, devono affrontare insieme i rischi che questo progetto produttivo comporta. Rispetto a una sfida così impegnativa, che richiederà tutta l’energia vitale e la massima lucidità delle persone coinvolte, sia la speculazione che l’usura praticate dal capitale bancario sono forme parassitarie e ripugnanti, che indeboliscono tali iniziative e minacciano gravemente la loro continuità. […]

 

In un’economia su scala umana, i profitti ottenuti grazie ad un aumento della produttività sono perfettamente legittimi: la stessa cosa non vale per quelli realizzati mediante la speculazione e l’usura, giacché la tentazione di avere accesso a questi soldi facili stimola le bancarotte.>>




Giorgio Schultze

Portavoce europeo del Movimento Umanista

Candidato indipendente nelle Liste di IDV nella Circoscrizione Nord Occidentale

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