14.5.09

Il caos


Comprendo la fatica del nostro Giorgio Schultze. A parte la normale campagna elettorale, è costretto a emettere comunicati tutti i giorni praticamente su qualsiasi argomento. Non che non sappia replicare (tutt'altro): è che, molto spesso, si ha l'impressione di dover ripetere delle ovvietà, all'apparenza assodate e lampanti per tutti. Ma così non avviene: non in Italia. Alla Camera passa il primo sì al cosiddetto "decreto sicurezza"; il Presidente del Con(s)iglio, per cinismo puro, rispolvera un frasario degno della "Difesa della Razza" ("Non vogliamo un'Italia multietnica": meglio i cretini puri, certo), fra l'altro anacronistico e surreale dato che siamo multietnici da diversi decenni, per non dire da sempre; e a Schultze non rimane che invocare l'aiuto dell'Onu contro questo "governo".


Schultze alla manifestazione per i rifugiati politici, 9 maggio 2009.


Così ci siamo ridotti: a rimediare figure barbine di fronte alla Comunità internazionale, ma noi "tiriamo diritto" imperterriti, col sostanziale silenzio-assenso di quelle forze che, in nome dei valori irrinunciabili, tempo addietro avevano fatto tanto strepito.


A quanto risulta, per il popolo del Family Day (chi lo ricorda più?), già clamorosamente latitante al tempo della pseudo-riforma Gelmini e del tutto indifferente al dramma della disoccupazione e delle ripetute ingiurie di Brunetta ai lavoratori (l'ultima, l'8 maggio scorso), il rispetto dei diritti umani fondamentali si può negoziare. Eppure anche in questo caso si sfaldano famiglie, probabilmente molte di più di quanto non avrebbero fatto i Dico; ma, da quelle parti, non si muove foglia. Tutto tranquillo, tutto a gonfie vele.


In realtà il card. Tettamanzi ha parlato, e bene, pochi giorni fa. Noi Siamo Chiesa invita il mondo cattolico a mobilitarsi sugli immigrati con la stessa passione impiegata in passato per il caso di E. E.. Ma la critica più sferzante alla complice passività dei cattolici arriva da un giovane cristiano (si noterà la differenza) d'una provincia sarda, che senza mezzi termini parla di "scelleratezza" del "governo". Per quanto ancora saremo tiepidi? Per quanto ancora fingeremo di scambiare la solidarietà col buonismo (particolare non indifferente, nella seconda metà del 2008 sono entrati il doppio di clandestini rispetto alla seconda metà del 2007, quando il Paese era guidato dall'aborrito Prodi)?


Guai ai tiepidi, promette infatti, implacabile, l'Apocalisse. Ma l'Apocalisse riguarda Dio. Qui contano interessi di bottega. E' vero, la Cei indirizza al Cavaliere qualche formale e sommesso rabbuffo, ma è noto che nulla e nessuno scalfirà il suo patto d'acciaio con la destra trionfante, almeno fin quando le converrà. Lo ha chiosato con efficacia una vecchia volpe clericale, Francesco Cossiga - in questi giorni impegnato assieme al fascista Ciarrapico a tuonare contro le coppie di fatto - a proposito della sospetta indulgenza del Vaticano verso le "scappatelle" berlusconiane: "Alla Chiesa importa molto dei comportamenti privati, ma tra un devoto monogamo che contesta certe sue direttive ed uno sciupafemmine che le dà invece una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupafemmine. Sant'Ambrogio disse non a caso 'Ecclesia casta et meretrix'" ("Repubblica", 10 maggio 2009). A parte l'utilizzo, classicamente diabolico, di ricorrere a citazioni sacre del tutto decontestualizzate, la "filosofia" vaticana è tratteggiata con lucidità e applicabile con disinvoltura a qualunque situazione.


E c'è altro. Impastocchiandoci coi deliri sui pericoli del "meticciato" i nostri inossidabili statisti ci stanno rifilando una rinnovata, massiccia dose di nucleare, in un periodo storico in cui tutti gli altri Paesi, Usa compresi, promuovono l'energia pulita. "Una decisione, oltre che pericolosa, sciocca e inutile - riflette ancora l'infaticabile Schultze. - Nucleare (e riarmo) non risolvono la crisi energetica, ma contribuiscono ad aumentare fame e disoccupazione, poiché il denaro speso per queste spericolate iniziative viene regolarmente sottratto ad altri settori molto più bisognosi".


Giorgio discuterà di questo tema oggi a Novara. Chi può, non manchi all'appuntamento.






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N. B.: Abbiamo ricevuto alcune lettere di cattolici riguardo alla posizione di Giorgio Schultze sull'omofobia. Essi sono sinceramente schierati a fianco degli omosessuali contro le discriminazioni e hanno sottoscritto e/o partecipato alle veglie, ma si dicono perplessi su alcuni passaggi riguardanti le unioni e la differenza sessuale. Essi non possono "non tenere conto dei testi di Genesi 1-2 riguardo all'importanza della polarità femminile-maschile che è anche esperienza comune, vissuta da tutti in qualsiasi epoca e qualsiasi cultura anche se con diversa intensità, e che oggi tende ad affievolirsi, quasi fosse una linea di demarcazione con confini labili e mutevoli. E' da notare che tale polarità resta anche nell'esperienza omosessuale e non solo per la definizione stessa di omosessualità come una mancata polarità" (don Valter Danna, Fede e omosessualità, ed. Effatà 2009). Si tratta d'un tema serio che troppo sbrigativamente viene accantonato se non ignorato dagli interlocutori. Un confronto serrato e onesto ci sembra la strada migliore per superare reciproche diffidenze. Invitiamo pertanto a contattare Giorgio a questo link, ponendogli tutte le domande del caso.

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