Governo Italiano: razzista, violento e fuorilegge rispetto al “Diritto Internazionale”

No alla deportazione nei lager di chi chiede asilo, no alle nuove leggi razziali, sì all’applicazione delle norme internazionali per i diritti dei rifugiati


Quella operata sui 227 migranti arrivati nel Canale di Sicilia, tra cui molte donne e bambini va chiamata con il suo nome: è una deportazione! Una deportazione verso i veri e propri campi di concentramento messi in opera dalla Libia, con la piena complicità dei governi europei, nei quali secondo molte testimonianze dirette è praticata addirittura la tortura. Altro che rispetto dei diritti umani!


E dobbiamo sopportare l’esultanza dei leghisti che definiscono questo scempio “un risultato storico”, mentre blindano gli aspetti più discriminatori del decreto sicurezza portando perfino il PD, che non brilla certo per la sua opposizione a tutto questo, a parlare di “nuove leggi razziali”.


E dobbiamo sopportare l’arroganza con cui a Milano si propone addirittura di introdurre norme segregazioniste sui mezzi pubblic riservando alcune carrozze ai Milanesi. Una vera pagliacciata, che non sarà applicabile ma che intanto distoglie l’attenzione dalle azioni riprovevoli che il nostro governo, anche con la complicità dell’Europa sta perpetuando non solo sulla dignità, ma sui corpi stessi di uomini, donne e bambini che spesso stanno fuggendo da guerre e da altre persecuzioni.


Non lo dico io: lo dicono le Nazioni Unite.


Preoccupati per la scelta del governo italiano si dicono soprattutto i rappresentanti dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). «Non abbiamo notizie sulla nazionalità dei migranti spiega la portavoce dell'Unhcr, Laura Boldrini perchè non c'è stata trasparenza nella gestione della vicenda, ma è possibile che tra loro ci fossero richiedenti asilo e rifugiati». «Questo modo di gestire i flussi migratori nel Mediterraneo ‐ aggiunge Boldrini rischia di entrare in rotta di collisione con il diritto d'asilo». L'Unhcr si dice inoltre preoccupato per la permanenza in Libia «dove non c'è un sistema d'asilo funzionante e non potranno usufruire di alcun tipo di protezione». «Il rischio è che siano rispediti tutti nei paesi d'origine dove potrebbero essere in serio pericolo» (Il Manifesto, Venerdì 8 Maggio. Pag. 5).


Quando si parla di rispetto della legalità e si cerca di spacciare gli immigrati per criminali introducendo il reato di immigraione clandestina, bisognerebbe ricordarsi della nostra Costituzione e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, per non parlare delle convenzioni internazionali sui rifugiati.


Chi è il criminale: chi cerca un rifugio per sfuggire a guerre e persecuzioni o chi mette a repentaglio la vita di bambini, donne e uomini innocenti come se si trattasse di rifiuti che non possono essere smaltiti?


Giorgio Schultze
Portavoce europeo del Movimento Umanista
Candidato indipendente nelle Liste di IDV nella Circoscrizione Nord Occidentale

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