Cercando spunti su cosa scrivere sulle tensioni e come smorzarle \ ridurle durante le festività ricevo un email di un amico vegano che dopo aver letto la puntata e le guide precedenti sul cene del periodo mi dice : << Se devi parlare del natale di noi vegani parla anche delle nostre difficoltà che abbiamo con i carnivoro , non limitarti anche tu a fare il solito post politicamente corretto con ricette vegane >> . Infatti eccolo accontento 😀😏🙋
Ora dopo questa premessa , come annunciato nel post precedente , veniamo al post vero e proprio .
A Natale non si fa che parlare di armonia, pace e amore. Tuttavia, è in
questo periodo dell'anno che si risvegliano le tensioni familiari, e non
solo. Non rovinare l'essenza natalizia.
ecco degli articoli interessanti presi con delle rilaboraziomni da :
il secondo http://www.vegfacile.info/rapporti.html
Passaggi
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1Individua cosa ti fa perdere la pazienza: tu ti conosci meglio di chiunque altro e sai quali sono i membri della tua famiglia che ti fanno perdere le staffe. A volte proiettiamo sugli altri tratti del nostro carattere che non sopportiamo, spingendo chi ci circonda a mettersi sulla difensiva. Se sai cosa ti fa arrabbiare, puoi ricordare a te stesso che sei tu ad avere il controllo e che sai come rispondere.
- Non devi provare niente a nessuno. L'orgoglio danneggia i rapporti con la tua famiglia. Ok, tuo cugino Giorgio ha una macchina più grande della tua. E allora? Tua zia Elisabetta vuole cucinare i cavoletti di Bruxelles a “modo suo”: a che serve interferire? Ci sono tante cose che puoi lasciar correre senza tragedie.
- Non essere testardo. Che senso ha litigare con un membro della famiglia sempre per la stessa ragione? Cosa vuoi dimostrare? E anche se volessi dimostrare qualcosa, che risolveresti ?
- Scegli una “parola d'ordine” con tua moglie o tuo marito. Se il tuo partner nota che ti stai addentrando in un territorio pericoloso, la dirà, così capirai che stai esagerando e che ti conviene ritirarti prima del caos.O quanto meno sposterà il discorso su altri argomenti
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2In prospettiva. A Natale vediamo persone che di solito evitiamo durante il resto dell'anno . Inizia con l'accettare il fatto che starete insieme solo per qualche ora, al massimo qualche giorno. Se ti dicono qualcosa di irritante , fai finta di non aver sentito e sii zen:
- Ignora le osservazioni ipercritiche sul tuo conto, i membri della tua famiglia, i tuoi regali, la tua casa, ecc. Questi commenti in genere dicono di più sulla persona che li muove rispetto al target.
- Le vacanze natalizie possono essere un periodo stressante anche per la persona più impassibile. Rilassati con lo sport e le attività che preferisci, prenditi del tempo tutto per te.
- Pratica l'arte del distacco e dell'indifferenza . Perché dar credito alle cose cattive dette sul tuo conto? Cosa cambia nella tua vita quello che dice una persona che non vedi mai o quasi ? Lasciala parlare: il suo sfogo molto probabilmente è riferito alla sua stessa esistenza e sta cercando di suscitare una tua reazione o di chi ti sta affianco per dimenticare i suoi problemi o deviare dai suoi .
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3Comportati cordialmente anche se vorresti rispondere a tono. Ti conviene non reagire sia che sia a casa tua ma soprattutto se sei a casa degli altri . Un buon ospite cerca di far sentire gli invitati a loro agio. Pensa al significato del giorno e all'importanza dell'armonia per tutti i presenti.
- Non lasciarti coinvolgere ( se ti è possibile ) dai pettegolezzi riguardanti altre persone, anche se parlar mal degli altri è una tradizione familiare. Se qualcuno inizia a farlo, cambia discorso o non alimentarlo a tua volta
- Ci sono persone alla costante ricerca di battibecchi che traggono soddisfazione da sentimenti come la rabbia o l'offesa. Non rispondere alle loro provocazioni ma, se proprio vuoi dire qualcosa, sii educato, così non otterranno quello che vogliono.
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4Sii cortese e dimentica tutto. Se sai che le cose possono degenerare in un litigio, tieniti alla larga da quel parente insopportabile. Non sederti accanto a lui, conversa con altre persone e non tendere l'orecchio, almeno che non si qualcosa di grave, per sentire cosa dice: quasi sicuramente sta commentando l'aumento di peso di tua cugina. Ricorda, distanza ed educazione.
- Tieniti occupato, anche se non sei il padrone di casa. Offriti di aiutare ai fornelli o con i bambini. Verrai apprezzato per la tua utilità.
- Se questa persona litigiosa puntualmente rovina il clima festivo, parlaci prima dell'incontro familiare, affermando chiaramente che se non ha intenzione di modificare il suo atteggiamento non sarà invitata.
- Evita i giochi competitivi e qualsiasi altra attività che possa sollevare tensioni in superficie. Monopoli e le carte sono divertenti, ma possono risvegliare dissapori in una famiglia poco unita.
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5Poni enfasi su tutte le cose per le quali la tua famiglia dovrebbe sentirsi grata. Se da un lato può sembrare forzato ed ipocrita, dall'altro è importante ricordare a tutti che è bello avere legami familiari. Se vuoi, lascia che ogni persona seduta dica qualcosa.
- Abbraccia tanto: questo gesto potente può rasserenare anche un'anima arrabbiata.
- Saluta tutti con effusione, specialmente quei parenti che non vedi da un po'.
- Fai qualcosa di inaspettato. Dai una mano a servire le pietanze, gioca con i bambini quando fanno i capricci, porta il cane fuori. Le vacanze offrono anche un'occasione per fare qualcosa per le persone alle quali vuoi bene. E darai il buon esempio agli altri.
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6L'alcol può disinibire e far riemergere rancori passati. Non bere troppo ed evita che i drink circolino in quantità eccessive.
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7Sii comprensivo. Il Natale può essere un periodo duro per qualcuno. Se un membro della tua famiglia ha perso il lavoro o una persona amata o un ospite , ha problemi finanziari o emotivi o sta soffrendo a causa di una malattia o della depressione, Natale è il momento adeguato per cominciare ad aiutare.
- Siccome durante le feste tutto si ferma, molte persone tendono a deprimersi e a concentrarsi sulle loro perdite. Invece di far finta di nulla, parla con i tuoi parentie amici in difficoltà.
- Rispettali, anche se non rispettano te. Non ti stiamo dicendo di amarli, ma di fare uno sforzo per accettare il fatto che abbiano un'opinione diversa dalla tua. Superare questo disagio ti renderà più forte.
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8Prenditi una pausa quando il troppo è troppo. Nel momento in cui un tuo parente inizia ad offendere per il puro gusto di farlo, scusati e vai in un'altra stanza, dove potrai piangere, scrivere uno status arrabbiato su Facebook o fare un respiro profondo.
- Se visiti qualcuno, non fermarti a lungo. Meglio trascorrere poco tempo insieme alle persone litigiose e lasciare che si chiedano cosa ti sia successo che andartene furioso.
- Socializza con i parenti o ospiti con i quali non vai d'accordo: non metterti in quarantena! Mangia, bevi e interagisci con i tuoi cari. Evita di toccare temi delicati.
- Ricorda tutte le cose belle che hai: amici, famiglia, opportunità. È un esercizio mentale per sentirti sollevato ed evitare le dispute.
-
9Preparati psicologicamente. Se per te Natale è sinonimo di litigio, inizi con il piede sbagliato. Pensa a divertirti nonostante la negatività che ti circonda.
Consigli
- Invia biglietti di auguri ai tuoi invitati per far capire che ti piace il Natale e che intendi trascorrerlo in tranquillità.
- A volte si litiga perché all'interno della famiglia sono sempre le stesse persone a preoccuparsi della preparazione e delle pulizie post-natalizie. Intervieni per fare la tua parte.
- Scatta foto alle persone arrabbiate quando si trovano al culmine della negatività (non farti vedere!). Una volta che le acque si saranno calmate, mostrale e chiedi se in quel momento fossero consapevoli della loro espressione.
- Se sei sempre al centro dei litigi, vedi se qualcun altro può organizzare il cenone al posto tuo. Così, se la situazione dovesse sfuggirti di mano, potrai andartene, un vantaggio che viene meno a casa tua.
Avvertenze
- Le famiglie sanno che tasti toccare. Rispondi con il silenzio.
- In alcune famiglie disfunzionali rifiutarsi di rispondere alle provocazioni e restare calmi può scatenare altri tipi di problemi, come la dipendenza dall'alcol o la repressione dei sentimenti, che può essere peggiore dei litigi veri e propri. Non tutti sanno controllarsi e non puoi far in modo che si mantengano tranquilli come te.
- Se alla fine delle vacanze ti senti depresso, liberati di tutto quello che hanno disinnescato. La tua famiglia non ti ha in suo potere e non può giocare con la tua mente. Prenditi cura di te dal punto di vista emotivo e lascia che il tempo risolva tutto. Parlane con i tuoi amici per sentirti meglio.
Gli stessi consigli si posso aggiungere anche per chi ha amici , ospiti , parenti , vegani o vegetariani
1. la meno grave ( ma non essente da rotture specie per gi intransigenti e per chi n non sa fare buon viso a cattivo gioco e preferisce passare le feste da solo\a ) è essere costretti a spiegare sempre le stesse cose e sentirci ripetere le stesse domande - o subire le stesse "prediche" - perché la conoscenza degli altri sul tema è ancora oggi troppo limitata e piena di luoghi comuni anche se ricette vegane vengono sempre più riportate da i media e siti non vegani anche se 😟 solo in speciali per le feste comandate natale e pasqua appunto . Questo non è ( o almeno non dovrebbe essere ) un grosso peso, solo un po' noioso, ma bisogna aver pazienza e reiterare le spiegazioni, quando le domande sono poste in buona fede.
1. la meno grave ( ma non essente da rotture specie per gi intransigenti e per chi n non sa fare buon viso a cattivo gioco e preferisce passare le feste da solo\a ) è essere costretti a spiegare sempre le stesse cose e sentirci ripetere le stesse domande - o subire le stesse "prediche" - perché la conoscenza degli altri sul tema è ancora oggi troppo limitata e piena di luoghi comuni anche se ricette vegane vengono sempre più riportate da i media e siti non vegani anche se 😟 solo in speciali per le feste comandate natale e pasqua appunto . Questo non è ( o almeno non dovrebbe essere ) un grosso peso, solo un po' noioso, ma bisogna aver pazienza e reiterare le spiegazioni, quando le domande sono poste in buona fede.
Le difficoltà che possono nascere nei rapporti con gli altri, nel
momento in cui si acquista la consapevolezza che ci porta alla scelta
vegan, sono causata da due questioni principali:
2. L'aspetto più grave, il fardello più pesante, è la tristezza e la
delusione che proviamo nel renderci conto che le persone a cui tienamo
non ci seguono nella nostra scelta di rispetto o ti deridono , non tengono abbastanza
in considerazione gli animali per decidersi a fare una scelta "diversa
dal solito" e quindi continuano a provocare la morte degli animali.
I parenti
I parenti più stretti sono coloro che, a torto o a ragione, pensano di
aver più voce in capitolo sulla nostra vita, e quindi ecco che arrivano
le prediche e raccomandazioni, che, a onor del vero, non sempre sono
fatte solo per rompere le scatole, ma spesso anche per genuina a volte esagerata preoccupazione.
Ma, niente paura: anche nei casi "peggiori", di famiglie più "pesanti" e
invasive, la situazione si risolve nel giro di pochi mesi e spessissimo
tutta la famiglia inizia come minimo a fare minor uso di carne e a dar
ragione al neo vegan.
Alcuni trucchi utili: imparate a cucinare succulenti piatti vegan \ vegetariani e
fateli assaggiare a tutta la famiglia o a gli amici carnivori,qui delle ottime ricette. in modo che capiscono la cucina vegana italiana tradizionale ( ovvero quella senza il seitan e il tofu ) può offrirci per le feste, in modo che possiate trovare quello che fa per voi: dalle ricettine più facili e veloci, a quelle un pò più elaborate ma comunque sempre alla portata di tutte. E che CUCINA VEGANA = CUCINA TRADIZIONALE ITALIANA SENZA PESCE E CARNE
La cucina vegana In realtà non è altro che la cucina povera di una volta quando pesce e carne non erano alla portata di tutti\e e si mangiavano molto di rado specie nelle famiglie povere . Non non litigate mai, date
spiegazioni solo se richieste in buona fede, e fornite materiali
informativi da leggere: le persone si sentono meno sotto accusa se
semplicemente leggono per conto proprio, piuttosto che sostenere una
conversazione, e saranno meno "aggressivi".
Un'ultima riflessione: ci sono ragazzini di 12 anni che fanno questa
scelta e non si fanno convincere dai genitori a cambiare comportamento.
Perciò, se di anni ne avete 15 o 20, anche se vivete in famiglia... non
potete tirare in ballo il fatto che "mamma e papà non vogliono". Se
perfino i bambini riescono a far rispettare la loro scelta, significa
che siete voi che non volete farla, non "mamma e papà"!
Sul lavoro, all'università, a scuola
Possono capitare alcune domande la prima volta che un collega, compagno
di scuola o conoscente viene a sapere che siamo vegan (magari dopo un
anno e più in cui non se n'era manco accorto), ma niente di
problematico. Anzi, può capitare che persone con cui magari abbiamo una
conoscenza molto superficiale chiedano informazioni per diventare
vegetariani o vegani (e ovviamente in questo caso il consiglio da dare è
sempre di diventare direttamente vegan, spiegando bene i motivi).
In questo ambito si può davvero fare molta divulgazione utile, basta
solo fare attenzione a distinguere tra chi ci fa domande perché è
davvero interessato, e chi invece solo per provocare o perché si diverte
a dire cose stupide e "rompere" (in modo molto infantile): in questo
secondo caso, meglio non perdere tempo a spiegare, ma rispondere
tagliando corto con qualche battuta sarcastica che freddi il nostro
interlocutore!
Le solite domande...
Nel corso dei vostri anni da vegan, vi sentirete porre innumerevoli
volte le stesse domande. Non sono tante, come varietà, ma sono piuttosti
frequenti. Dato che sono sempre le stesse, dopo un po' sarà impossibile
cogliervi impreparati!
Leggi nella sezione di approfondimento più oltre alcune risposte
collaudate nel corso di anni: in qualche occasione potranno tornare
utili, anche se ciascuno risponde in base al proprio carattere e alle
proprie conoscenze.
- oppure prosegui qui sotto per approfondire -
Passo 11 - Approfondimenti
Liberamente tratto dai libri "Diventa vegan in 10 mosse", edizioni
Sonda 2005, e "Vegan si nasce o si diventa?", edizioni Sonda 2011, per
gentile concessione dell'editore.
Per molti, la vera difficoltà della scelta vegan non è il cibo: mangiare
vegan è facile, esistono infinite ricette deliziose e sappiamo che dai
vegetali si può ricavare tutto il necessario e che la nostra salute ne
trae vantaggio.
L'unica difficoltà che può esistere è quella causata dall'incapacità
degli altri di comprendere e condividere questa scelta. Da questo,
derivano: il tedio di dover spiegare sempre le stesse cose e di sentirsi
ripetere, le stesse domande, da persone diverse, fino alla nausea; la
tristezza nel rendersi conto che le persone a cui si tiene non ci
seguono nella nostra scelta di rispetto per gli animali; la delusione
nel capire che la maggior parte delle persone non tiene abbastanza in
considerazione gli animali per decidersi a fare una scelta "diversa dal
solito" e quindi continuano a mangiare come prima, anche dopo che
abbiamo loro spiegato cosa accade agli animali perché dati "cibi"
possano essere prodotti.
Il dover ripetere sempre le stesse risposte alle stesse domande è
qualcosa cui, a un certo punto, ci si abitua. Sia perché chi ci sta
vicino (la famiglia, gli amici, i colleghi) dopo un po' desiste dal volerci convincere che stiamo sbagliando,
o che magari stiamo facendo dei danni alla nostra salute (specie quando
vedono che, tutto sommato, siamo ancora vivi e stiamo pure meglio di
loro), sia perché impariamo quali sono i comportamenti più adeguati da
tenere nel rapportarci con gli altri, cosa aspettarci, come reagire e
come rispondere. Esaminiamo qui quali sono le situazioni più frequenti e
le domande/osservazioni più gettonate!
I parenti
I parenti, specie quelli più vicini (genitori, sorelle e fratelli, zii
che vivono vicini e con cui ci si vede spesso) sono solitamente i più
problematici, tra le persone della nostra cerchia con cui trattare.
Le ragioni sono molteplici: prima di tutto, sono le persone che vediamo
più di frequente, ogni giorno o più volte a settimana, e con loro spesso
condividiamo i pasti (se viviamo ancora assieme, mentre se abitiamo per
conto nostro è già molto più leggero, il fardello). Secondo, sono
coloro che, a torto o a ragione, pensano di aver più voce in capitolo
sulla nostra vita, e quindi ecco che arrivano le prediche e
raccomandazioni, che, a onor del vero, non sempre sono fatte solo per
rompere le scatole, ma spesso anche per genuina preoccupazione. Terzo,
se si tratta di "mamma e papà" avranno qualcosa da dire anche sul fatto
che se si vive in famiglia, bisogna fare come dicono loro, non possiamo
far perdere tempo a organizzare ogni volta un menu a parte, ecc.
In quest'ultimo caso, la soluzione è semplice: farsi da mangiare da
soli, quando serve. Anche se non si ha esperienza di cucina, conviene
farlo, anzi, il cambiamento di alimentazione è proprio la spinta giusta
per iniziare a cucinare. La cosa migliore è, dopo qualche esperimento
per imparare a cucinare qualche piatto davvero buono, cucinare qualcosa
per tutti, magari nei fine settimana (se in settimana non si riesce per
motivi di studio o lavoro). Vedrete che la famiglia apprezzerà, sia
l'impegno che il buon cibo che offrite!
Dalla famiglia più allargata (zii, cugini) di solito si hanno meno
osservazioni, anche se sicuramente vi capiteranno domande del tipo "ma
questo puoi mangiarlo?" per sapere cosa possono offrirvi quando vi
invitano a pranzo.
In alcuni casi ci sono invece maggiori difficoltà, ma questo dipende
sostanzialmente dal carattere delle persone che vi stanno attorno, ma
anche dal modo in cui voi reagite. Il problema è che alcune persone, di
fronte a una cosa nuova, di
fronte ad argomenti che non conoscono, anziché cercare in
buona fede di saperne di più, devono subito dare giudizi
basati sull'ignoranza. Spesso questo succede per un qualche senso
di colpa che sentono dentro, anche se non lo ammetterebbero
mai.
Il consiglio à di non metterti a discutere con tutti,
specie con la famiglia, non serve e peggiora la situazione. Se
chiedono il "perché?" della scelta vegan, ma si capisce che non è per saperne davvero
di più, ma solo per esprimere giudizi e fare prediche non richieste, basta dir loro semplicemente che è
una scelta cui si è arrivati informandosi su tante cose, e
che non si può spiegare in due parole, e che se davvero sono
interessati allora gliela spiegheremo con calma in un altro
momento. Il trucco consiste nel rimandare sempre, nel frattempo loro si abituano,
e non romperanno più le scatole :-)
Un altro modo utile è tenersi a portata di mano alcune copie di
materiali informativi cartacei sulla scelta vegan. Li si può dare a chi
ci stressa con le solite domande dicendo: "Ecco, qui ci sono un po' di
spiegazioni, se ti
interessano, ne parliamo poi a voce in un altro momento, ma solo se
vedi che la cosa ti interessa davvero, altrimenti quel che è scritto lì è
sufficiente.". In questo modo si evita di farsi il sangue amaro per
nulla, ed inoltre le persone si sentono meno sotto accusa se
semplicemente leggono per conto proprio, piuttosto che sostenere una
conversazione.
In special modo con la famiglia, è importante evitare di reagire in modo
arrabbiato, ma occorre invece "essere superiori" a loro, nel senso di
stare
tranquilli e distaccati di fronte alle loro affermazioni senza senso, o
alle domande sempre uguali.
Anche quando si è in una situazione di parenti davvero pesanti e poco
educati, dalle tante esperienze che negli anni sono state raccolte da
molte persone, risulta che la situazione si risolve nel giro di pochi
mesi, e spessissimo tutta la famiglia inizia come minimo a fare minor
uso di carne e a dar ragione al neo vegan. Alcuni riescono a veganizzare
parte o tutta la famiglia, e in questo caso tanto di cappello, perché
la famiglia è davvero l'ambiente più ostico in cui fare diffusione
vegan; però molto dipende dal carattere delle singole persone e dalle
loro sensibilità.
Anche quando la famiglia si è abituata e non "rompe" più, rimane il
problema di consumare insieme i pasti, magari tutti i giorni, oppure
durante le festività. Il problema nasce perché capita di vedere portati
in tavola i corpi degli animali fatti a pezzi e cucinati. All'inizio non
pesa molto, perché fino a poche settimane o mesi prima li mangiavamo
anche noi: continueremo a vedere quelle "cose" come cibo, un cibo che
non mangiamo perché sappiamo quello che c'è dietro, ma pur sempre un
cibo. Quando iniziamo a non considerarlo più così, ma come animali fatti
a pezzi, allora pesa, e molto, stare a tavola con chi li mangia,
soprattutto quando è la propria famiglia a farlo piuttosto che amici o
conoscenti.
Per questo problema non esiste purtroppo una soluzione. Se si mangia
ogni giorno a casa, si può farlo in orari diversi, però il resto della
famiglia potrebbe non prenderla bene. Se si mangia assieme solo ogni
tanto, si può chiedere ai propri famigliari il "favore personale" di
astenersi dal mangiare animali in quel pasto: dopotutto, si spera che
nessuno sia così drogato di carne da doverla mangiare a ogni pasto. Da
parte loro sarebbe un bel gesto, ma non sempre avviene, a meno che non
abbiamo voglia di spiegare quanto ci faccia star male vedere la "carne"
in tavola. Chi non è veg non può capirlo da solo, dobbiamo spiegarlo
noi.
Sul tema "famiglia", un'ultima riflessione per l'aspirante vegan che
vede questo aspetto come bloccante: ci sono ragazzini di 12 anni, o
anche bambini di 10 anni, che fanno questa scelta e non si fanno
convincere dai genitori a cambiare comportamento. Quindi, se voi di anni
ne avete 15 o 20, anche se vivete in famiglia... non potete tirare in
ballo il fatto che "mamma e papà non vogliono". Se perfino i bambini
riescono a far rispettare la loro scelta, significa che siete voi che
non volete farla, non "mamma e papà".
Sul lavoro, all'università, a scuola
Per certi aspetti è più semplice avere a che fare con colleghi e
compagni di studi, perché chi non fa parte della nostra famiglia ha meno
"autorità" su di noi e in buona sostanza possiamo anche disinteressarci
bellamente di quel che dice, però è anche vero che a volte passiamo
molto più tempo con colleghi o compagni che non con i parenti.
Con amici, colleghi e compagni di scuola può succedere di uscire a cena o
di mangiare in mensa assieme. Durante i pasti il problema è duplice:
vediamo gli altri strafogarsi di ciò che per noi è un cadavere, e ci
stiamo male; oppure veniamo condotti in posti "solo-carne" o
"solo-pesce" in cui non troviamo nulla da mangiare. Il primo problema
non è risolvibile, perché gli amici non necessariamente saranno così
attenti da mangiare vegan ogni volta che andremo a cena fuori. Quindi
sta a voi decidere se volete andarci lo stesso o no. Il secondo è invece
più facilmente risolvibile, perché è veramente difficile trovare un
ristorante in cui non ci sia nulla di vegan e se i vostri amici vanno a
scegliere proprio quello, ingiungete loro di non farlo mai più! La cosa
più semplice è andare in pizzeria: si spende meno e ci sono tante
possibili scelte. Una pizza senza mozzarella e con varie verdure o
funghi, o carciofini ecc. ecc. è molto buona e sempre disponibile.
Quando si mangia fuori non ci sono situazioni difficili o
particolarmente stressanti. Letture del menu più attente della media e
richieste al cameriere sugli ingredienti, quello sì, ma niente di
trascendentale.
Se capita di mangiare in mensa, non ci sono difficoltà, di solito c'è
sempre una scelta di verdure cotte e crude, basta abbondare con quelle, e
poi scegliere un primo con un condimento vegan e quando non c'è optare
per pasta o riso al pomodoro o in bianco. Basta aggiungere un po' di
olio d'oliva e portarsi sempre dietro un sacchettino di lievito in
scaglie: un cucchiaino renderà buonissima la vostra pasta in bianco.
Costa poco, non va tenuto in frigo, è leggerissimo. Non fatevelo mancare
:-)
Per quanto riguarda l'aspetto "sociale", possono capitare alcune domande
la prima volta che un collega o conoscente viene a sapere che siamo
vegan (magari dopo un anno e più in cui non se n'era manco accorto), ma
niente di problematico. Anzi, può capitare che colleghi, conoscenti,
ecc. con cui magari abbiamo una conoscenza molto superficiale chiedano
informazioni per diventare vegetariani o vegani (e ovviamente in questo
caso il consiglio da dare è sempre di diventare vegan, spiegando bene i
motivi).
Insomma, in questo ambito si può davvero fare molta divulgazione utile,
basta solo fare attenzione a distinguere tra chi ci fa domande perché è
davvero interessato, e chi invece solo per provocare o perché si diverte
a dire cose stupide e "rompere" (in modo molto infantile): in questo
secondo caso, meglio non perdere tempo a spiegare, ma rispondere
tagliando corto con qualche battuta sarcastica che freddi il nostro
interlocutore!
Le solite domande...
Nel corso dei vostri anni da vegan (o da vegetariani prima e vegan poi),
vi sentirete porre innumerevoli volte le stesse domande, le cosiddette
FAQ (Frequently Asked Questions, cioè Domande Poste Frequentemente). Non
sono tante, come varietà, ma sono molto, molto frequenti, ve lo
assicuriamo! Dato che sono sempre le stesse, dopo un po' sarà
impossibile cogliervi impreparati!
Qui vi proponiamo alcune risposte collaudate nel corso di anni, magari in qualche occasione vi potranno tornare utili, anche se ciascuno risponde in base al proprio carattere.
Attenzione: queste sono le risposte "serie", cioè quelle da dare quando
il vostro interlocutore desidera davvero saperne di più e non sta solo
tentando di prendervi in giro. Non pensate di dover fare i martiri,
essere educati con tutti e rispondere sempre in modo gentile: ci sono casi in cui rispondere per le rime ci sta più che bene.
O altri casi in cui una rispostina sferzante e sarcastica è più adatta
di una seria. Ma non dubitiamo che quelle vi verranno spontanee!
Se non alleviamo questi animali, si estingueranno!
A questa "obiezione" vi sono varie risposte. Innanzitutto, il problema
che da vegan ci si pone non è certo un problema di estinzione della
specie, ma di sofferenza dei singoli individui. Inoltre, questi animali
vengono fatti nascere e allevati solo per essere uccisi, non sono
animali che vivono in natura. Si tratta di specie inventate dall'uomo,
che in natura non esistono proprio. Esistono delle specie selvatiche che
somigliano loro (i cinghiali, i bufali, vari uccelli, le lepri ecc.), e
che continueranno ad esistere, se l'uomo le lascerà in pace. Infine,
far nascere degli animali con il solo scopo di tenerli prigionieri e poi
ammazzarli non può essere certo visto come un servigio reso loro o alla
loro specie. Molto meglio non farli nascere affatto.
Ma se non uccidiamo gli animali per mangiarli, non ci sarà più spazio per noi sulla Terra!
Questa obiezione è esattamente l'opposto della precedente, ma è basata
su un'incomprensione di fondo molto simile: questi animali non esistono
in natura, siamo noi che li facciamo nascere. Non è che esistono, si
riproducono in maniera incontrollata, e noi li dobbiamo ammazzare
affinché non arrivino a sopraffarci. Al contrario, siamo noi stessi che,
facendoli nascere e allevandoli, rubiamo spazio alle specie selvatiche e
alla natura, per far posto a questi animali: il 24% delle terre emerse
del pianeta è usato per nutrire bovini (metà di queste terre sono
occupate dai bovini, l'altra metà dalle coltivazioni per nutrirli in
allevamento), e se contiamo anche il resto di animali d'allevamento la
percentuale cresce.
Ma non fai del male alle mucche se non le mungi?
No. Le mucche, se lasciate vivere libere, non hanno alcun bisogno di
essere munte. Le mucche producono latte quando partoriscono un
vitellino, come le donne producono latte quando partoriscono un figlio.
E, come le donne non necessitano di essere munte, perché il loro latte
serve da nutrimento per il loro figlio, lo stesso succede alle mucche.
Quel che accade negli allevamenti è che il vitello viene portato via
alla madre appena nato (per essere allevato per 6 mesi e poi macellato) e
il latte della mucca viene munto e venduto. La mucca è costretta a
produrre una quantità di latte pari a 10 volte quella che produrrebbe
per nutrire suo figlio, con conseguente ingrossamento abnorme delle
mammelle, mastiti (infezioni alle mammelle), e quindi grande sofferenza.
Va inoltre aggiunto che la mucca "da latte" viene ingravidata
artificialmente una volta l'anno, perché per produrre latte deve
partorire, altrimenti ovviamente non lo produce. Questo per 3-4 anni,
poi viene macellata perché non abbastanza produttiva.
Leggi il sito InfoLatte.it per ulteriori informazioni su come vengono prodotti
latte e formaggi.
Gli animali sono stati allevati per fornirci cibo: "Sono allevati apposta"!
Questa affermazione è veramente disarmante. Sembra sottintendere che, se
ammazziamo degli animali che vivono in natura, compiamo un atto
condannabile, mentre se ammazziamo animali che abbiamo fatto nascere noi
stessi, abbiamo tutto il diritto di farlo. Come spiegare che questo
punto di vista non è così scontato e universalmente riconosciuto, ma è
del tutto antropocentrico (cioè da per scontato che gli umani siano al
centro dell'universo)?
Noi non siamo padroni degli animali. Gli animali sono esseri
sensibili, non oggetti che possiamo usare a nostro piacimento. Non
abbiamo il diritto di farli nascere, allevarli in prigionia tra mille
sofferenze, e alla fine ammazzarli. Ne abbiamo il potere. Ma ciò non
significa averne il diritto. Se noi non li facessimo nascere, non
esisterebbero, certo. Ma questo non ci dà il diritto di ucciderli.
Meglio non farli nascere affatto. Se li facciamo nascere per torturarli e
ucciderli, abbiamo una responsabilità e una colpa ancora maggiore sulle
nostre spalle.
Sarebbe come dire: se facciamo nascere dei bambini appositamente per
usare il loro corpo come fonte di organi per i trapianti, allora abbiamo
il diritto di farlo, perché li abbiamo fatti nascere appositamente,
altrimenti non sarebbero nati affatto. Ragionamento aberrante, vero? Lo
stesso vale per individui di altre specie.
Gli animali trasformano i vegetali che non possiamo mangiare in carne che possiamo mangiare
Questo poteva essere vero in teoria, ma solo secoli fa. Ora non è più
così, ma avviene invece il contrario. Come premessa va detto comunque
che, anche se fosse così, non sarebbe lo stesso lecito, da un punto di
vista etico, ammazzare gli animali, perché non ne abbiamo bisogno,
possiamo ricavare tutti gli elementi nutritivi necessari dai vegetali,
non abbiamo bisogno che altri animali li trasformino in nostra vece.
Detto questo, oggi gli animali vengono nutriti per lo più a cereali e
soia, alimenti che si potrebbero usare in maniera molto più efficace per
il consumo diretto umano. Un ettaro coltivato a cereali produce cinque
volte più proteine di un ettaro destinato alla produzione di carne; i
legumi (fagioli, piselli, lenticchie) ne producono 10 volte di più.
Anche i bovini allevati a pascolo non fanno altro che rubare terra
all'agricoltura, o alle foreste, comprese quelle tropicali (nella
foresta Amazzonica l'88% dei terreni disboscati è stato trasformato in
pascolo), provocando desertificazione e cambiamenti climatici.
A oggi gli occidentali si possono ancora permettere questo smodato
consumo di carne perché sfruttano la terra dei paesi del Sud e dell'Est
del mondo che hanno un consumo di carne di molto inferiore. Se tutti
consumassero tanta carne quanta ne viene consumata dagli abitanti dei
paesi ricchi, non basterebbero tutte le terre emerse per garantire
pascoli e mangimi per tutti gli animali. Mentre con le terre coltivate
già oggi disponibili, si potrebbe nutrire una popolazione vegana ben
superiore all'attuale popolazione mondiale, senza alcun problema di fame
nel mondo.
Ah, sei vegetariano, allora mangi solo pesce?
Ma il tonno lo mangi? Nooo? Ah già! Per via dei delfini...
Vegetariano = chi esclude dalla sua alimentazione tutta la carne, di
mammiferi, volatili, pesci, molluschi, crostacei e di ogni altra specie.
Chi non mangia animali terresti, ma si nutre di pesci non è
vegetariano. Un vegetariano non fa distinzione di specie: un delfino non
è più importante di un tonno, entrambi meritano di vivere la propria
vita lontani dall'influenza umana.
In ogni caso, essere vegetariani non basta: per produrre latticini e
uova si uccidono animali allo stesso identico modo che per la produzione
di carne.
Ma così i macellai rimarranno senza lavoro!
Il passaggio da un mondo smodatamente carnivoro a uno totalmente vegano,
se mai avverrà, sarà graduale, e non avverrà certo nel giro di pochi
anni. Perciò vi sarà tutto il tempo per le future generazioni di
scegliere lavori diversi. Diminuiranno i macellai, e aumenteranno altri
tipi di lavoratori: fruttivendoli, addetti alla preparazione di pasti
vegani ecc. Così come nel corso dei secoli alcuni mestieri sono
scomparsi e ne sono comparsi altri.
Mangiare carne è naturale
Che sia o meno naturale, è da dimostrare. Che cosa significa poi, "naturale", in quale contesto, tempo e luogo?
Può essere naturale per alcune tribù che oggi vivono ancora allo stato
primitivo, ma, anche in questo caso, solo una piccola parte della loro
dieta sarà basata sulla carne, mentre la parte più consistente sarà
basata su frutta, radici, bacche, come è successo per i nostri
progenitori. L'unica eccezione potrebbero essere gli eschimesi. Ma noi
non stiamo parlando degli eschimesi, o dei popoli primitivi. Stiamo
parlando di qui e ora. Qui, nei paesi civilizzati. Ora, nel mondo
moderno. Cosa vi è di naturale nell'allevamento di animali, e nei
macelli? E cosa vi è di naturale, nelle nostre vite?
Anche se l'uccisione di animali per cibarsi delle loro carni fosse
naturale (ma non lo è, perché gli allevamenti intensivi e le catene di
smontaggio sono quanto di meno naturale possa esistere sulla Terra), non
vediamo motivi per aggrapparsi a questa "naturalità". Tiriamo in ballo
il naturale solo quando ci fa comodo per giustificare le nostre
abitudini? Possiamo anche farlo, ma non possiamo fingere che questo sia
onesto e coerente.
La nostra è una scelta basata sull'etica, ma anche su ragioni sociali,
salutiste ed ecologiste. Eccola qui, la Natura. Vi sta a cuore? Non
distruggetela con allevamenti intensivi!
Ma allora anche le carote soffrono!
Innanzitutto, i vegetali non hanno un sistema nervoso, e quindi, anche
se sicuramente sono in grado di reagire agli stimoli esterni, non
possiamo catalogare queste reazioni come sentimenti.
Se anche così fosse, sarebbe un motivo in più per nutrirsi direttamente
di vegetali anziché di cibi animali, perché per "produrre" carne la
quantità di vegetali usata è molto maggiore di quella necessaria per il
diretto consumo umano.
Inoltre, abbiamo molti dubbi sul fatto che chi pone questa domanda abbia
davvero a cuore la sofferenza dei vegetali: se è così insensibile da
non aver problemi ad ammazzare animali per cibarsene, quando gli animali
sono palesemente esseri senzienti che soffrono, perché dovrebbe farsi
problemi ad addentare una carota? Una critica del genere fatta a un
vegano potrebbe essere presa sul serio solo se provenisse da un
fruttariano. Un fruttariano si ciba solo di frutta, e così facendo non
causa né morte, né danno alle piante, perché la frutta si stacca dalla
pianta in modo naturale.
Chi è veramente interessato alla sofferenza delle piante, dovrebbe fare
questa scelta.
Se l'obiezione è invece sollevata per "dimostrarci" che non siamo
coerenti fino in fondo nella nostra scelta, lasciateci rispondere "Da
che pulpito vien la predica"! Chi non si preoccupa minimamente di
arrecare sofferenza agli altri può star tranquillo e non essere accusato
di incoerenza perché ogni cosa che fa è lecita, è la coerenza del
menefreghismo. Chi invece si preoccupa di causare il minor danno
possibile deve essere "perfetto", pena il venir tacciato di incoerenza.
Molto comodo!
Ma lasciateci dire che a noi della coerenza importa ben poco. Ci importa
di fare il più possibile per minimizzare la sofferenza che arrechiamo, e
il fatto di non poter essere perfetti non è certo una ragione per
indurci a non fare niente del tutto.
Anche gli animali si uccidono tra loro per mangiare!
Alcune specie animali ne uccidono altre per cibarsene, la maggior parte
delle specie invece è erbivora (e qualcuna onnivora, potendosi nutrire,
quando capita, di cibo animale). Perché dobbiamo prendere ad esempio i
carnivori, e non gli erbivori (frugivori, nel nostro caso), a cui
somigliamo di più per conformazione dell'intestino, della dentatura,
degli arti? Inoltre, gli animali veramente carnivori non hanno scelta.
Il leone non può nutrirsi di frutta, ne morirebbe, e non ha la
possibilità di coltivare cereali e legumi. Noi sì, e abbiamo la
possibilità di scegliere. Quindi la responsabilità è solo nostra, non
della "Natura".
Allora dovresti camminare sollevato da terra per evitare di pestare gli insettini!
Come già detto, non è importante essere perfetti, non pretendiamo di
esserlo. È molto facile la coerenza del menefreghismo. Preferiamo
l'imperfezione di chi fa del suo meglio. Aggiungiamo solo che è ben
diverso uccidere involontariamente degli insetti, durante il corso della
nostra normale vita, e imprigionare, torturare e uccidere scientemente
animali capaci di sentimenti.
Se devi prendere l'integratore di B12, essere vegan non è naturale!
Qui sotto riportiamo una risposta breve, per un articolo più approfondito
su come viene prodotta la vitamina B12 si rimanda a
La B12, questa sconosciuta.
La vitamina B12 è l'unica sostanza nutritiva che manca nella dieta
vegan, o in quella latto-ovo-vegetariana con apporto ragionevolmente
basso di alimenti di origine animale (se nella dieta
latto-ovo-vegetariana il contenuto di alimenti animali, cioè latte,
formaggio e uova, è talmente alto da soddisfare la quantità di B12
richiesta, significa che si sta seguendo una dieta altamente
squilibrata, estremamente ricca di alimenti animali e quindi dannosa per
la nostra salute).
In una ipotetica vita "in natura", se ci cibassimo di verdure e radici
che crescono spontanee, senza lavarle e disinfettarle né aggiungere
alcuna sostanza chimica al terreno, la vitamina B12 la troveremmo
proprio nelle radici, proveniente dai batteri che vivono nel terreno.
Oltre che nell'acqua contaminata dai batteri. Non vivendo in natura, ed
essendo impensabile mangiare cibi e bere acqua contaminati, si coltivano
dei batteri appositi (solitamente in un substrato di carboidrati, ad
esempio melassa) che producono la vitamina B12. Quest'ultima viene
inserita in una compressa. In sostanza, si tratta di usare i batteri per
produrre una sostanza utile al nostro organismo, esattamente come si
usano i batteri per produrre lo yogurt (tra l'altro lo yogurt vegetale, a
base di soia, ha tutti i benefici dello yogurt "di mucca" senza gli
aspetti dannosi del latte animale), o per la lievitazione, o per la
produzione di vino, ecc.
Consumare la vit. B12 prodotta in questo modo non ha dunque nulla di
diverso, dal punto di vista di quanto "naturale" è il procedimento, dal
consumare uno yogurt, cosa normalissima che tutti sono abituati a fare.
E molto più innaturale assumere la vitamina B12 dalla carne o altri
cibi animali, perché per ottenere questi "prodotti" vengono impiegati
animali tenuti in condizione totalmente innaturali, imbottiti di
sostanze chimiche, antibiotici, altri farmaci, integratori di ogni tipo compresa
la vitamina B12 stessa! Quindi anche chi mangia carne di fatto prende
integratori di B12, in quantità molto maggiore, solo che tali
integratori sono somministrati agli animali.
Perciò... non prendere una compressa di B12 prodotta dai batteri
coltivati sulla melassa, ma mangiare invece una fetta di carne o di
formaggio prodotto da un animale tenuto in uno stabilimento di
allevamento intensivo, cui a sua volta è stata somministrato un
integratore di B12 e in più svariate altre sostanze chimiche e
farmaci... non è esattamente una scelta logica e razionale, né furba, e
certamente è ben lungi dall'essere "naturale"!
Da un punto di vista prettamente "salutistico", possiamo stare
tranquilli, non esistono rischi di sovradosaggio e inoltre consumare
cibi animali per assumere da essi la B12 è un paradosso, perché sono
dannosi per la salute molto di più di quanto lo sarebbe una ipotetica
mancanza di B12. Infatti, una eventuale carenza di B12 si riscontra
facilmente dagli esami del sangue, e in quel caso basta prendere una
compressa di integratore a dose alta una volta al giorno per 1-2 mesi, e
il problema è risolto; al contrario, un consumo quotidiano di alimenti
animali per decenni causa problemi estremamente più gravi, e spesso non
risolvibili.
In questo articolo vorrei parlare di 5 trucchetti che mi aiutano a sfuggire da situazioni soffocanti e, a volte, imbarazzanti.
Regola #1 –Il mio primo (e favorito) escamotage è evitare le discussioni con persone chiaramente convinte che una dieta Veg sia la strada verso l’inferno.
Sappiamo perché siamo vegetariani, vegani, crudisti, fruttariani (ecc.)
e per questo motivo non c’è bisogno di giustificare il nostro
comportamento agli altri. L’unica occasione durante la quale spiego i
miei motivi è quando mi trovo davanti ad una persona aperta e ricettiva,
sinceramente interessata alle mie abitudini, fosse anche solo per
curiositá. Se la persona comincia da subito a discutere e si fa beffa
del mio stile di vita, è chiaro che questo non è un buon momento per
dimostrare una prospettiva differente. E ció non vuol dire che quella
persona poi non cambierá abitudini. A 16 anni guardavo per Tv un
reportage sui vegetariani e mia mamma mi ricorderá sempre che criticavo
le loro scelte. Le ho detto: “Non capisco come fanno questi vegetariani.
Io non lo diventeró mai. A me la carne piace troppo!”. Ecco, mi ci sono
voluti solo tre anni per cambiare la mia opinione. Alla faccia del
“mai”.
Siamo qui per ispirare le persone al cambiamento, non “convincerle a
convertirsi”. Dobbiamo dare il buon esempio e vivere con serenitá la
nostra scelta di vita. Se il veganismo o il crudismo uccide lo spirito,
non ha senso esserlo. Dovrebbe essere un piacere e farci sentire bene su
tutti i livelli.
La discussione porta solo a chiusura mentale (per entrambe le parti!)
e aiuta a solidificare i credi attuali. Non si vince MAI una
discussione perché se ti provano sbagliato, ci rimani male, e se provi
che loro stanno dalla parte del torto, non solo ci rimangono male, ma
saranno ancora piú convinti (e si identificheranno ancora di piú con)
delle loro informazioni, anche se sono sbagliate. È una questione di ego
Regola #2 – Evita di discutere di abitudini alimentari a tavola.
Spesso accade che quando siamo a tavola con parenti e conoscenti,
questi ci mitragliano con una serie di domande sul perché il nostro
piatto non è uguale al loro. A mio parere discutere del perché seguo un
altro tipo di dieta a tavola puó essere uno dei momenti peggiori.
Sarebbe fantastico se ci dicessero “Wow, quello che dici ha senso!
Anch’io voglio provare ad essere vegano. Penso che non mangeró piú
prodotti animali da ora in poi, insegnami come si fa…”. Ma… questo non
accade – solitamente – nel mondo reale. Una scappatoia che vi consiglio
di provare e che ha aiutato me in molte situazioni è quella di
rispondere: “Grazie per l’interessamento. Non credo che la cena sia il
momento piú opportuno per discuterne, ma se sei davvero interessato,
saró felicissima di parlarne dopo cena.” Ecco, vi assicuro che cosí
dicendo l’80% delle persone non vi chiederá piú il perché non mangiate
carne o come fate per le proteine. Perché solitamente non sono davvero
interessati. Questa strategia ricaverá anche un po’ piú di tempo per
formulare una risposta adeguata.
Regola #3 – La strategia del “Sembrerebbe che…”.
Questa strategia è eccellente con chi non vi lascia in pace ed è la via
piú facile e meno spigolosa per avere una discussione senza feriti. La
strategia del “Sembrerebbe che…” significa integrare queste due parole
magiche nelle vostre risposte. Alcuni esempi:
Loro: “Perché mangi in quel modo? Non puó essere salutare!”
Voi: “Anch’io la pensavo cosí, ma sembrerebbe che funzioni per me in
questo momento. Ho letto un paio di libri a riguardo e sembrerebbe che
questa possa essere una direzione opportuna per la mia situazione.”
Loro: “Ma non hai bisogno di mangiare carne e bere latte? Contengono delle sostanze molto importanti!”
Voi: “Anch’io me ne preoccupavo, ma ora non piú di tanto. Il mio dottore
dice che probabilmente sto ricevendo tutta la nutrizione di cui ho
bisogno e sembrerebbe che funzioni. Almeno per me. Continuo finché mi
sembra di stare bene.”
Loro: “Beh, so di aver bisogno della carne. Non potrei vivere senza bistecca!”
Voi: “Questo modo di mangiare sembrerebbe funzionare per me in questo
momento, quindi penso di continuare finché mi sento bene. Potrebbe non
essere la giusta direzione per tutti peró.”
Questo approccio diplomatico aiuta il commensale o l’amico a
rilassarsi e fa traspirare la vostra apertura mentale. Non vi fará
sembrare baracconi da circo, fanatici ed estremisti. Se si preoccupa di
carenze nutrizionali, stará piú tranquillo sapendo che la
vostra situazione è monitorata da un professionista. E ancora di piú
siete aperti al cambiamento, qualora questo fosse necessario. In questo
modo non si sentiranno di avere la responsabilitá della
vostra deviazione e in dovere di rieducarvi. Infine, il fatto di dire
“potrebbe non essere la giusta direzione per tutti” lascia aperta la
possibilitá che la loro nutrizione sia giusta (e probabilmente lo è, per
loro, in questo momento). Insomma, non passerete per dei fanatici
sociali con in bocca la veritá su tutto. Pace.
Regola #4 – Cambiate argomento.
Perché parlare delle nostre differenze? Perché quando costruiamo un muro
di 100 mattoni e 99 sono perfetti, concentriamo tutta la nostra
attenzione su quell’unico mattoncino che è sbilenco? Il nostro obiettivo
non è quello di “convertire le persone”, anche se crediamo sia di
fondamentale importanza per il pianeta e gli animali. Non tutti saranno
d’accordo, é cosí che gira il mondo. E va bene cosí. Invece di discutere
sulle differenze e di cose sulle quali si hanno pareri largamente
discordanti, perché non parlare di qualcosa di comune accordo?
Cambiate la direzione della conversazione dirigendola su qualcosa in
comune e, se non conoscete bene la persona, passate ad un tema neutro,
ad esempio la bella serata, il vino che “fa effetto”, la piacevole
compagnia, il bel paesaggio, il tempo bizzarro ecc.
Regola #5 – In correlazione con il “cambia
argomento”, quando ci chiedono delle nostre abitudini alimentari o di
vita, rimandiamogli la palla indietro e chiediamogli qualcosa di loro.
Peró questa volta focalizziamoci sui loro pregi e su ció in cui sono
dei maestri o ne sanno di piú. Cogliete questa occasione per imparare
qualcosa di nuovo. Possiamo imparare qualcosa da tutti 😀 In questo modo
beneficerete entrambi dalla conversazione. Inoltre, ascoltate
attentamente ció che vi dicono, senza critiche, né parlare troppo. Meno
parlate e piú gli piacerete. Finiranno con il considerarvi degli abili
conversatori!
Alla fine potranno pensare che siete dei fighi, delle persone con le
quali si puó parlare e saranno molto aperti. Solo a quel punto potreste
consigliare di leggere qualche libro (dategli i titoli e il nome degli
autori), o di guardare un documentario che credete possa aiutarli a
capire il perché delle vostre scelte. Funziona molto meglio in questo
modo, che se provate a convincerli con le vostre parole. Solitamente le
persone sono piú predisposte ad agire sulle informazioni che ricevono se
le hanno scoperte da soli.
Sembrerebbe che queste 5 regolette mi aiutino a tenere il
dramma fuori dalla mia vita, con successo! Spero possano aiutare anche
voi. Facilitano il mio benestare e la convivenza con persone di
differente opinione (etá, cultura…). Inoltre, con questo approccio
tantissimi dei miei familiari piú stretti stanno diventando vegani, se
non vegetariani. A loro tempo… perché tutti siamo su cammini differenti e
ognuno fa i passi che sente propri per raggiungere gli obiettivi
prefissati. È un processo.
Raramente le persone si accettano per le loro differenze, la storia
ne è prova. Ma creando questo tipo di atmosfera metteremo giú le basi
per una convivenza pacifica e per una vita felice.
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