31.1.21

storie a confronto tra chi fu imprigionata per un tema contro mussolini e chi fa i bliz nelle chat d'internet per insultare gli ebrei

 da   https://invececoncita.blogautore.repubblica.it/ SABATO 30\1\ 2021  

Maria Luisa in un fermo immagine di un documentario di Rai Storia

Maria Luisa in un fermo immagine di un documentario di Rai Storia

Leonardo Magini, 80 anni,  Torrimpietra, galleria d'arte a Roma, stampava libri sull'arte antica

"Il centenario del Partito Comunista, e il suo fondatore, sono all’origine di questo ricordo su una persona che all’epoca non era ancora nata. Il 21 novembre 1927, dal carcere di Turi, Antonio Gramsci scrive alla moglie: ‘Carissima Giulia, da qualche giorno non sono più isolato, ma sto in una cella comune con un altro detenuto politico, che ha una graziosa e gentile bimbetta, di tre anni, che si chiama Maria Luisa. Secondo un costume sardo, abbiamo deciso che Delio (il primo figlio di A. G.) sposerà Maria Luisa appena i due siano giunti all’età matrimoniale; che te ne pare?... Ti abbraccio teneramente, cara. Antonio’".
"L’altro detenuto politico è Enrico Tulli, di famiglia bergamasca, cattolico e poi redattore de ‘L’Unità’, condannato a tredici anni e che morirà di lì a poco, fuoriuscito in Francia. Quindici anni più tardi, Maria Luisa, studentessa al liceo classico Parini di Milano, deve fare un tema in classe di italiano in cui le è richiesto di spiegare come Mussolini incarni il ‘Principe’ di Machiavelli. Lo svolgimento è tale che Maria Luisa viene arrestata, prima fa tre mesi di galera a San Vittore nel reparto maternità tra infanticide e condannate per aborto, e poi viene condannata a cinque anni di confino a Tito di Lucania, provincia di Potenza".
"Ne fa, in realtà, ‘solo’ uno e mezzo, grazie alla caduta del fascismo. I confinati non possono comunicare tra loro. Ma, nonostante il divieto, a Tito Maria Luisa conosce, se ne innamora e sposa un altro confinato, Manlio Magini, condannato a un anno per antifascismo e poi – incredibilmente – messo al comando dell’ultimo treno di aiuti ai nostri combattenti sul fronte russo: un treno che verrà svuotato dai camerati nazisti".
"Più avanti, nel novembre del 1944, Manlio ora partigiano di Giustizia e Libertà, è arrestato assieme ad altri cinque a seguito di una delazione, portato a San Vittore, e poi a Fossoli e infine a Mauthausen, da dove viene liberato il 5 maggio 1945. Anche Manlio è fortunato, si fa ‘solo’ sei mesi di uno dei campi di concentramento più tristemente noti del nazismo; solo per questo è uno dei trecento sopravvissuti su diecimila deportati. Manlio era mio zio e Maria Luisa Tulli la zia Marisa. Ricordi di un passato ancora presente. Ricordi di italiani del XX secolo".


di cosa Parla la rubrica di Berizzi   sempre  sabato 30\1\2021 su repubblica

 https://primapavia.it/rubriche/glocalnews/nazi-hacker-irrompono-nella-videoconferenza-della-comunita-ebraica-di-venezia/





L'unica nota positiva è che, avendo 14 anni, è ancora recuperabile, sempre che vicino a questo ragazzino ci siano persone in grado di aiutarlo. Diversamente andrà ad ingrossare le fila degli ignoranti, violenti, fascisti, razzisti...

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