https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2021/01/le-donne-nei-lager.html
concludo la settimana del giorno \ giornata della memoria parlando ancora ( vedere post precedente ed i link in esso riportati ) di una tematica poco affrontata dalle celebrazioni ufficiali dell'atroce destino delle donne nei lager con questa intervista a Donatella Alfonso autrice insieme a Laura Amoretti e Raffaella Ranise di Destinazione Ravensbrück L'orrore e la bellezza nel lager delle donne ( foto a destra ) recentemente ristampato .
Un Libro che già dalla descrizione presa da https://www.libreriauniversitaria.it/
Un Libro che già dalla descrizione presa da https://www.libreriauniversitaria.it/
Alcune erano bambine, accompagnate dalle madri, altre ragazze di vent'anni, madri di famiglia, oppure già anziane. Sui treni che le portavano al campo di concentramento di Ravensbrück, a nord di Berlino, finirono detenute politiche, prostitute, o appartenenti a famiglie ebraiche: reiette da isolare, da eliminare, per il regime nazista. Mille tra le italiane deportate, di ogni età, non tornarono mai: tra loro anche alcune passate per un piccolo e quasi dimenticato centro di detenzione nell'estremo ponente ligure, a Vallecrosia. La storia di queste donne, ragazze e bambine, i ricordi, la capacità che ebbero molte di loro, nonostante la tragedia che stavano vivendo, di ritrovare la capacità di un affetto, di un gesto, di un sorriso, si affiancano ai momenti più cupi vissuti nel lager e, per le sopravvissute, riportati nella vita vissuta dopo. A 75 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, un libro che ripercorre testimonianze e luoghi e la tessitura della memoria di queste donne, della disumanità che hanno dovuto affrontare e del male che ha attraversato l'Europa, monito per allontanare ogni vento di inaccettabili revanscismi.
e da questa video presentazione
dimostra l'assurdità del revisionismo \ negazionismo . Quando non c'è niente da revisionare se mai da approfondire ed ancora da studiare .
Ecco la mia intervista
lo stesso studio fatto per Ravensbruck, si può estendere anche agli altri campi ? oppure come ho letto su http://www.informareunh.it/lolocausto-delle-donne-non-conformi-o-inutili/ questo di R fu l’unico campo di concentramento progettato dal Reich per eliminare le donne “non conformi” che avrebbero potuto contaminare la “razza ariana”, oppure semplicemente giudicate “inutili”?
Il campo di Ravensbruck ha una sua storia specifica, che ne fa un caso a sé. E' il campo delle reiette, le donne scomode al regime hitleriano: aperto nel 1938 in un terreno, tra l'altro, di proprietà di Heinrich Himmler, ospita da subito oppositrici politiche ma anche prostitute, lesbiche, donne non conformi allo stile di vita delle perfette ariane del Reich. E nasce come campo di lavoro con manodopera ampia e quasi a costo zero per due grandi aziende che aprono fabbriche nel campo: la Siemens e la Texled. La prima userà le mani delle donne per realizzare parti da utilizzare nell'aeronautica militare; la TexLed realizza le divise per detenuti e soldati. Di fatto, il campo è pienamente utilizzato nella produzione bellica, le donne sono una forza lavoro che va sfruttata fino all'esaurimento. Ma solo a fine 1944 diventerà un campo di sterminio, quando la guerra comincerà a dimostrarsi senza uscita per il Reich.
per chi non conosce il libro , ed in libreria sceglie in base al titolo , potrebbe spiegare dove sarebbe la bellezza in un lager nazista
La bellezza è, di fronte all'indicibile orrore degli esperimenti, alla violenza delle guardie - peraltro quasi tutte donne - la capacità d tante donne prigioniere d non cedere al programma d annullamento della propria personalità, della loro femminilità; ma sono anche le relazioni d'affetto, d'amicizia che nascono tra le donne, la rete di "normalità" che costruiscono. Le sorelle Bianca e Bice Paganini e Mirella Stanzione di La Spezia, deportate insieme alle madri,che ricostruiscono con le chiacchiere la speranza di tornare alla vita di prima. Le "madri del campo", detenute che si prendono cura di bambini rimasti senza le madri; o una intellettuale come l'etnologa francese Germaine Tillion che scrive un'operetta sulla vita nel campo e la sera la fa cantare, su musiche popolari, alle compagne di prigionia. La bellezza è saper restare vive, soprattutto emotivamente.
fra le testimonianze raccolte parlate anche del fenomeno orripilante del lagerbordell https://it.wikipedia.org/wiki/ Bordello_del_campo_di_ concentramento ? oppure esso fu un fenomeno che non interesso il campo preso da voi in esame ?
No, non abbiamo trovato testimonianze di un impiego sessuale delle deportate a Ravensbruck, anche se non si può escludere che ci siano stati casi del genere, come ovunque. Di sicuro, le donne del campo servivano essenzialmente come manodopera per le fabbriche, per cui il loro impegno prevalente era quello. Ricordiamo che era un lager prevalentemente femminile, anche nel numero del personale di custodia; la sua particolarità è, ad esempio il fatto che qui si trovasse la scuola di formazione delle Aufseherinnen, le guardiane - particolarmente violente, reclutate con un semplice annuncio sul giornale che prometteva un impiego statale con un ottimo stipendio - che verranno poi impiegate anche in altri lager.
nella ristampa ci sono ulteriori storie ?
Sì, ad esempio un focus su Teresa Noce, la dirigente del Pci clandestino e partigiana nella Resistenza francese, che deportata a Ravensbruck con altre compagne, cerca di organizzare un boicottaggio del lavoro bellico; l'esperienza delle Testimoni di Geova, pacifiste che si rifiutano di lavorare le pelli di coniglio per i guanti dei piloti della Luftwaffe; e ancora, il lavoro in corso all'Università di Siena sulle registrazioni delle testimonianze di alcune ex deportate effettuate da Lidia Beccaria Rolfi e Anna Maria Bruzzone. Un altro patrimonio da poter rendere accessibile a tutti.
oltre i link del precedente post e i documenti qui citati consiglio per chi volesse approfondire ed usare per tesine alla maturità o altro questa tematica questo libro
Le donne e l'olocausto" è uno dei pochi memoriali che si concentra esclusivamente sulle donne. Con sincerità straziante, Lucilie Eichengreen offre uno sguardo approfondito e sincero dell'esperienza femminile nei campi nazisti. Raccontando la storia della propria sopravvivenza, esplora il mondo delle altre donne che ha incontrato, dal potere femminile delle guardie SS, alle prigioniere che erano costrette a prostituirsi per il cibo. Le amicizie che nacquero tra le donne spesso durarono a lungo. Si aiutavano l'una con l'altra, e si dimostravano un affetto e un'attenzione che era diffìcile trovare persino in famiglia. Certo, avevano anche delle nemiche tra loro. Altre donne le maltrattavano, le denunciavano, le raggiravano e rubavano il cibo o le scarpe. In tutti i campi di concentramento era più o meno lo stesso. Ma in generale c'era fiducia reciproca, le donne si davano una mano e piangevano insieme. Con una prosa secca e toccante, la Eichengreen sa cogliere il nocciolo, l'essenza delle cose ma senza fare prediche. In più, Lucilie scrive con l'autorevolezza della testimone oculare, un valore che presto spetterà solo alla pagina scritta e ai documentari filmati, visto che le fila dei sopravvissuti si assottigliano drammaticamente ogni anno. Lei è una di loro, una sopravvissuta che ha ancora voglia di raccontare la propria storia.
appena finite le ultime righe dal soggiorno d'ode in sottofondo proveniente dal cellulare di mio padre Sonata No.2 In B Flat Minor, Op.35 - 3. Marche funèbre Lento di Chopin suonata da Quynh Nguyen .
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