Memoria e retorica



Quest'anno alle due e classiche giornate retoriche ( 27 gernnaio e 10 febbraio ) s'aggiunge quella per i 100 anni della scissione di Livorno ovvero l nascita del partito comunista . Ora si rafforza di più in me ,
la classica elucubrazione mentale sega mentale destinata a essere risposta o con una risposta standard su cosa scrivere su tali eventi che non siano le solite frasi \ articoli di circostanza o lava coscienza destinati  a volrare nel vento ( cit musicale ) . Ma poi  riascoltando questa  canzone   soprattutto     con l'introduzione  di una sorella dei fratelli cervi 

 Nessuna conquista è per sempre: c'è sempre qualcuno che è interessato a toglierla. Per cui resistere è, non solo un dovere, ma è anche una necessità dei giovani d'oggi, altrimenti non si va avanti."
                                                                                              Maria  Cervi 


 

Infatti mi è ritornata alla mente quello che aveva scritto Antonio Gramsci non ricordo se negli scritti dal carcere ( come riporta Fusaro il Gramsci di destra ) o qualche altro scritto giovanile

“Mi sono convinto che anche quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio”.
Perchè  così dovremmo sempre fare nella nostra vita. Senza far sì che il pessimismo dell’intelligenza sopravanzi l’ottimismo della volontà.  Sembra  facile   a dirsi  . Infatti la vera  memoria  




 non sta    nelle  iniziative   retoriche   e lava  coscienza    fatte una  volta  l'anno  ma  ma  nel silenzio  cioè  nel  ricordare lontano   dall'ufficialità   e dal ricordo  obbligatorio  .  Infatti preferisco  quelli \e   che la  coltivano   cosi  o in anticipo  che  quelli che     ricordano   perchè  va  di moda  o   non ricordano  affatto  o peggio  usano la memoria  (  vedi il  10 febbraio )  a senso  unico  o   come  clava   ideologica   ovvero in maniera  strumentale  


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