13.5.05

L’invenzione del Pogo Liscio e altre storie.

Sono una figlia tenue e responsabile. A differenza di decine e decine di futili adolescenti dediti all’esecranda consuetudine del tour commerciale del sabato pomeriggio presso corso Palladio, sono sempre disposta a rinunciare a parte della mia libertà per partecipare ai colloqui tra professori e genitori, attività nota con il nome di Visitone.
Il mio ruolo consiste nello stare in coda a tenere i posti, cercando di evitare uno svenimento dovuto al caldo soffocante o magari ascoltando le conversazioni di questi straordinari uomini di mezza età pieni di figli e traboccanti di commenti simpatici sul ciarpame appeso alle pareti dei corridoi.
Ieri pomeriggio giunsi dunque a scuola sola solinga, con la mia bicicletta a righe, e raggiunsi i gloriosi progenitori, che già avevano avuto modo di conversare con qualche docente.
Sostando di fronte alle varie aule ebbi modo di revisionare la Zona Scuole Medie, luogo infernale in cui malauguratamente trascorsi due dei tre anni più devastanti della mia giovinezza. Notai la finezza di alcuni cartelloni e in quelle calligrafie ben definite e rotondeggianti visualizzai i volti delle future secchie, delle ragazze finte-intellettuali che, una volta fuori dall’universo scolastico di stampo cattolico, verranno prese a badilate al punto da rimpiangere le Pseudo Assemblee d’Istituto e la Pseudo Giornata della Creatività.
Nel giro di due ore scarse il mio ruolo divenne inutile, tanto che fuggii altrove, pedalando con allegria tra una rotatoria e l’altra.
In generale posso dire di essere soddisfatta. Tutti gli insegnanti hanno detto cose graziose sul mio conto. L’unica pecca non riguarda tanto il mio andamento scolastico, quanto i frammenti di esaurimento nervoso con cui convivo da mesi.
D’altronde non si può pretendere la perfezione da un soggetto come me, soprattutto in un periodo in cui sprizzo sarcasmo da tutti i pori.
La settimana scorsa Pacci è venuto a prendermi fuori da scuola abbigliato da saldatore¹. Essendo lui un amabile ragazzo, fui ben lieta di vederlo e manifestai il mio gaudio dandogli qualche bacio. Nel giro di pochi minuti arrivò suor Portineria, che ci intimò di defilarci, senza dare particolari spiegazioni.
Ora, quali potrebbero essere?
A) non è bene esternare i propri sentimenti dopo scuola
B) non è bene esternare i propri sentimenti nei pressi di scuola
C) non è bene esternare i propri sentimenti

Nel pomeriggio restante vagai per il centro e conobbi un vip dell’area berica, vale a dire il padre della giovane Viola, che fa parte dell’Anonima Magnagati.
Dopo cena si era indecisi sul da farsi e, dopo aver scartato una festa di alpini troppo lontana da raggiungere in bici, andammo presso la fiera di San Giuseppe, che sarebbe poi il mio quartiere, anche se io non ero a conoscenza di queste festività e fui molto sconvolta nel notare la quantità di gente che vi si era concentrata. Non avendo nulla di meglio da fare, proposi di ballare il liscio mimetizzandoci tra i vecchietti arzilli, di fronte ad una massa sconvolta di spettatori inclini all’ictus.
L’esperimento in sé fu a dir poco geniale. Entrai in scena con Diana la Cacciatrice, Giulio Dio e Pacci, saltellando come pazzi e riproducendo un tipo di danza che stava a metà tra il valzer ed un attacco di epilessia . Non essendo fisicamente in grado di dare una parvenza di coordinazione, cominciammo a scontrarci tra di noi e talvolta anche con le altre coppie, dando origine al primo episodio di POGO LISCIO della storia.

Fuggimmo poi dall’altra parte della città ch’erano già le dieci passate e la nostra comitiva di biciclette scassate, sfondate, stuprate, pareva sbucata da una versione splatter di Tutti Insieme Appassionatamente.
Così come domenica scorsa, ci agglomerammo con il resto della crème giovanile vicentina presso il Lynx Club, per il compleanno dell’amico Frizz e per udire una band insensata di cui non ricordo il nome che mi ricordava tanto Neil Young preso a fucilate e costretto comunque a fare musica.
Questo luogo di perdizione ha una caratteristica fondamentale che lo differenzia da qualunque altro localino di merda dell’intero mondo. Esso ha il pavimento ricoperto da uno strato apparentemente invisibile di terra rossa. Ecco perché a fine serata ci troviamo sempre tutti onti come dei tennisti.
Ad ogni modo la serata fu molto produttiva, in quanto ritrovai due ragazzi che avevo conosciuto l’anno scorso ad una festa in quel di Sandrigo e che casualmente facevano parte della band che avrebbe suonato per ultima. Verso mezzanotte il Lynx si svuotò quasi completamente, così ebbi modo di godermi le antiche conoscenze live senza elementi di disturbo.

Verso mezzanotte e mezza non c’era più nulla da fare e molta gente era già dipartita, così accompagnai a casa Pacci e giacqui nel suo letto per un po’, a riposare le terga, a blaterare di quel genere di cose insensate che mi saltano alla mente in situazioni simili.
Con il passare dei minuti sprofondammo sempre più pesantemente in uno stato di catalessi, scambiandoci baci eloquenti e frammenti di frasi privi di quella membrana polverosa che è la razionalità del giorno.
Amo guardare il prossimo dormiente, così decisi di stare ad osservare l’istante preciso del suo crollo, sforzandomi di tenere occhi ed orecchie parte.
Alle tre e venti raccattai la bici per tornare a casa, dopo aver scambiato un minimo di duecento “ti amo” nel corso della serata ed aver avuto problemi ad aprire la porta e il cancello che mi separavano dalla mia via di casa (dovuti senza alcun dubbio alla lacerante sonnolenza).

Di fronte all’abitazione di Pacci vidi due figuri che si rivelarono poi Riccardo il Personaggio Senza Nome ed un suo amico. Per chi non avesse memoria dell’archivio di questo blog, Riccardo è un ridente amico del Nobile Progressivo Fu Decaduto, con cui ero solita uscire in compagnia del Guru.
Fu dunque straordinariamente allucinante vederlo e scoprire vive proprio di fronte al mio uomo, soprattutto quando mi chiese un opinione su Tom Petty e l’unica cosa che riuscii a dire, dopo qualche istante di rovistamento mentale, fu un confuso:
“Temo di non essere in grado di interloquire in questo momento…”



¹questo perché frequenta l’Istituto Tecnico Rossi


di Margherita F (http://underbreath.splinder.com)

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