15.7.05

quando un handicap fisico è sintomo di richezza

Leggendo  dal dentista   mentre aspettavo il mio turno  non ricordo s su e  gente od oggi o quale  altro giornale     di  pettegulez    cjhe mescolano  iil gossip  ai fatti d'attualità  --  la  commovente  storia   di   PAOLO ANIBALDI - Chirurgo presso l’ospedale di Rieti, I^ Divisione di Chirurgia generale   che   viveremese un mensile  sull'handicap    dichiara  : << Rifiuto la parola problemi. Non mi rappresenta come paraplegico, come persona, come medico chirurgo, come sindaco senza partito. Se io parto alzando il cartello dei problemi tutte le strade si chiudono, non faccio un passo avanti, in nessuna direzione. Io posso andare lontano, esattamente come te, a piedi o in carrozzina. Posso andare ovunque. Sembra difficile? Sembra impossibile? Ma si può volare. Non lo sai che si può volare? Chiunque può volare. E’ ovvio: noi umani non abbiamo le ali e nessun uomo le ha mai avute, e quindi non ci si può alzare in cielo. Ma volare, si può in tanti modi liberi, Partendo da sdraiati, da in piedi, dalla sedia a rotelle, da ciechi, da vivi. Da bambino pensavo che avrei fatto il pilota da guerra o il chirurgo. Quando ho capito che il mio avvenire sarebbe stato in sedia a rotelle, mi sono preso un anno per riflettere, senza parlare con nessuno. Mi sono iscritto a medicina e ho scelto di fare il chirurgo. Poi mi sono organizzato. La questione della diversità. Qui bisogna essere chiari. Ognuno faccia la sua parte: si tratta di far sapere che una diversità – tra vivere in sedia a rotelle e vivere in piedi – non esiste. Quindi non c’è problema. Noi non siamo una lobby, una casta: siamo un insieme di persone che condividono lo stesso mondo. Tutti insieme e uno per uno. Io faccio il chirurgo, lo faccio bene e succede sempre più spesso che le persone che si devono far operare si fidino di me più che di altri. Se ce l’ho fatta io, ce la potete fare tutti. Il chirurgo o qualsiasi altra cosa, qualsiasi altra vita. ( .... ) >>   per chi volesse  leggersela  tutta   continua  qua    . Tale  storia    mi ha  poretato a  pensare   che quelli che   noi chiamianmo  , per  la moda  del politicamente  ( ed  eticamente  ) corretto e per   un ipocrita ,e talvolta  gratuito  e stuchevvole  stucchevole  buonismo  chimiamo monodotati e  che  nonostante  siano   ulteriormente  svantaggiati   da una famigerata legge  che  evita  , caso unico in europa , a non poter studiare  \  fare ricerchè sulle staminali   e costringerà sia  ammalati  sia ricercatori  e studiosi ad andare  all'estero  ,  per  trovare  una eventuale possibilità di cura ,  sono migliori di noi  " normali "  vedere  sempre  dallo stesso sito  altre persone   che  hanno  avuto lesioni   se non peggior  di quella  Anibaldi  e hanno fatto del loro handicap  una richezza  we  un esempio per noi tutti\e  . Concludo con un belllissima  citazione  (  managgia  a me  e alle citazioni devo  togliermi questo  vizio  )  presa  da  http://cosmo.splinder.com/ (  un sito  di idee , da una  lettura veloce   e   sommaria  ,  ma  mi ci prometto di ritornarci  diverse dalle mie   , ma molto bello  )  che afferma  : << bello pensare che gli uomini hanno migliaia di linguaggi estremamente diversi e complessi per esprimere i loro pensieri più seri e che un europeo, un indiano ed un arabo esprimono la loro gioia ridendo nello stesso identico modo. >>

Nessun commento:

l'importante non è la vittoria ma l'arrivo . Mario Bollini, chi è l'italiano arrivato ultimo alla maratona di New York a 74 anni: «La prima volta ho partecipato nel 1985»

da  msn.it      Un altro grandissimo traguardo raggiunto da un atleta instancabile, che per decenni ha preso parte alla maratona di New York...