Senza titolo 1983

Prato - Ultimamente credo che sto tralasciando troppo di parlare di crimanlità organizzata per scrivere di grandissime stupidaggini inerenti i mei fallimenti amorosi. Nel frattempo i rifiuti tossici continuano ad essere sversati nelle campagne del Sud Italia; la criminalità continua ad ammazzare; le lobby politico massoniche continuano ad impedire il diritto ad una corretta istyruzione dei ragazzi di periferia. Ultimante sono staa molto egoista ed egocentrica ma ho i miei buoni propositi. Mi sono ricaricata. Ricomincerò a scrivere di crimnalità. Secondo me è l'unica arma per abbattere i camorrisiti ed i mafiosi. Più si parla di loro esponendo i loro metodi più li si indebolisce.


Tutti noi blogers dovremo scrivere di camorra, mafia e n'drangheta e tramandare le eroiche gesta di Falcone, Borsellino, il misterioso e fascinoso Capitano Ultimo, la squadra di poliziotti che ha fatto da scorta a Borsellino fino alla fine" e di Don Peppe Diana il prete anticamorra ucciso in provincia di Caserta.


Romilda Marzari





scorta

 


 


 


 


 


Giuseppe DianaChi era Don Peppe Diana 

Don Giuseppe Diana è nato il 4 luglio 1958, ha frequentato le scuole medie ed il liceo nel Seminario Vescovile di Aversa ed ha intrapreso poi studi teologici, filosofici e storici. Nel 1982 è stato ordinato sacerdote: dall’età di vent’anni si è avvicinato alla realtà dello scoutismo, essendo prima caporeparto dell’Aversa 1, poi assistente del gruppo, impegnato in zona e in regione, assistente nazionale dei Foulards Blanc, assistente generale dell’Opera Pellegrinaggi Foulards Blanc. Dal 19 settembre 1989 è divenuto parroco di San Nicola di Bari a Casal di Principe dove è rimasto fino alla sua morte.

Essere prete e scout significava per lui una perfetta fusione di ideali e servizio, divideva la sua vita con i giovani, i disabili e gli immigrati. Con questa convinzione ha intrapreso la lotta alla camorra, un fenomeno diffuso profondamente nella sua zona: egli voleva scuotere le coscienze della sua gente, che da qualche secolo convive con la violenza della criminalità. Attorno a don Diana si sono riuniti numerosi gruppi di giovani, dando così origine ad un grande movimento di ribellione alla camorra. Egli è presto divenuto un punto di riferimento per la lotta ai clan camorristi; insieme ad altri preti di Casal di Principe si è ripetutamente ribellato al clima di violenza che i clan avevano instaurato in tutta la provincia di Caserta tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90.
Don Diana ha espresso le sue intenzioni ed i principi con cui combatteva la camorra nel documento, da lui scritto, “Per amore del mio popolo non tacerò”, un messaggio dirompente contro la cultura camorristica e criminale (il testo integrale è presente sul sito internet www.dongiuseppediana.it): tra l’altro in queste pagine egli indica ai giovani i diversi tipi di resistenza che è possibile mettere in atto contro la camorra. Don Peppe sottolinea “l’esigenza della Chiesa di calarsi nella realtà vissuta. La chiesa ha tra le sue mani uno strumento che Dio le ha consegnato, il Vangelo. È proprio in nome di questo “lieto annuncio”, questa parola di Dio che noi dobbiamo “fendere” la gente per metterla in crisi”.

Egli aveva lanciato un messaggio che rischiava di minare dall’interno la cultura dell’omertà e della sopraffazione di cui si alimentano i clan della criminalità organizzata. Don Diana, che conosceva bene quella cultura, ne aveva trovato l’antidoto in una formula molto semplice: la denuncia pubblica con la forza della parola e della nonviolenza.

Era diventato un prete “scomodo”, il suo operato aveva ovviamente suscitato una reazione tra i clan della zona: il 19 marzo, giorno del suo onomastico, Don Giuseppe Diana è stato ucciso da quattro colpi da arma da fuoco nel corridoio che dalla Sacrestia porta alla Chiesa, mentre stava per iniziare a celebrare la Messa.

Secondo le sentenze di primo e secondo grado la morte di don Diana è stata chiesta dal boss Nunzio De Falco e progettata dal clan che faceva riferimento a Giuseppe Quadrano


Commenti

militante ha detto…
un prete che merita la nostra stima per quello che ha fatto a costo della sua vita..

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