leggevo non ricordo se sulla nuova o su il sardegan nell'inserto dedicato agli europei 2008 che se l'italia perde anche le partite suiccessive ed è fuori degli europei che il flop vale 20 milioni di € .
Infatti secondo questo articolo
Oltre a Donadoni, trema anche il cassiere federale
BADEN (Austria). Dal profondo azzurro al profondo verde. Verde come il colore dei soldi. L’eventuale eliminazione degli Azzurri alla prima fase provocherebbe due ferite: una nel cuore degli italiani, e una nelle casse della Federcalcio. Ma se la prima si rimargina sempre col tempo, la seconda lascerebbe un vuoto da 20 milioni di euro.
Addio pioggia di euro. StageUp è una società italiana che si occupa di marketing e business legati al mondo sportivo, soprattutto al calcio. Secondo i suoi calcoli, le entrate della Nazionale in caso di vittoria potrebbero raggiungere addirittura 87,8 milioni di euro. Come? con 38,5 milioni da diritti tv, 27,3 milioni di euro da sponsor (incluse sponsorizzazioni future) e 22 milioni di euro dal premio Uefa.
Se gli Azzurri salutano l’Europa, vanno subito in fumo 14,5 milioni di montepremi Uefa (7,5 sono già stati incassati). Dagli accordi firmati nel recente passato è emerso che i contratti con sponsor e fornitori hanno un certo grado di aleatorietà sotto il profilo dei ritorni degli investimenti perché la visibilità dipende appunto dalla permanenza degli Azzurri nella manifestazione. E se il mondiale in Germania aveva portato un boom, adesso sarebbe facilmente prevedibile un calo del 10-20%. E dunque altro rosso di 5 milioni circa. Per un totale di almeno 20 milioni.
Niente premi. La magra consolazione per il bilancio dei vertici Figc arriverebbe dal mancato pagamento dei premi ai giocatori. Queste le cifre fissate per ciascun azzurro. 80.000 euro per l’approdo ai quarti, 120.000 euro per la conquista della semifinale, 150.000 euro in caso di arrivo in finale, 215.000 euro in caso di vittoria del titolo europeo. Moltiplicando per 25 uomini (la rosa dei 23, più Cannavaro e Donadoni) si arriva a 5 milioni e 375mila euro totali da sborsare in caso di vittoria finale, sfiorando in realtà i 6 milioni di euro per i premi che andrebbero anche al resto dello staff azzurro (tecnico, medico, magazzinieri...).
Due curiosità. Il premio finale di 215mila euro a testa è inferiore di 35mila euro rispetto a quello corrisposto per la vittoria mondiale. Per la qualificazione agli Europei, gli Azzurri hanno invece incassato 15mila euro a testa.
Povera Rai. Chi rischia di fare una frittata è la Rai. Per l’acquisizione dei diritti tv, l’azienda di Stato ha infatti sottoscritto un contratto con la Uefa da 120 milioni di euro che le garantisce l’esclusiva.
Saltata la possibilità di cedere in subaffitto questi diritti (la Uefa l’ha proibito, anche per questo Sky è rimasta tagliata fuori), la Rai ha puntato tutto sui contratti pubblicitari. I 18.349.801 spettatori che hanno assistito a Italia-Olanda (share 62,1%) erano un biglietto da visita strepitoso per bussare agli inserzionisti pubblicitari, il ko per 3-0 ha però complicato le cose e contro la Romania si prevede un brusco calo, anche per l’orario diverso (18 anziché 20.45). Boom annunciato se invece con la Francia fosse uno spareggio-qualificazione.
Evidente comunque che l’uscita dell’Italia farebbe crollare gli ascolti e anche il rientro pubblicitario. E recuperare i 120 milioni già spesi diventerebbe impossibile.
Casa Azzurri. Sono inquieti anche al quartier generale azzurro, dove ogni giorno si muovono sponsor, amici e amici degli amici. Perché se l’Italia uscisse, da mercoledì 18 addio feste e via al profilo bassissimo. Anche se la decisione è già presa: pur con la Nazionale fatta fuori, Casa Italia resterebbe aperta sino al 29 giugno, data della finale. D’altronde gli accordi con gli sponsor sono già stati firmati. E un discorso sono i soldi, un altro la gioia del cuore.
L’ALTRA PARTITA: QUELLA DELL’ODIO
Ci sono partite di calcio che non si giocano solo con il pallone. Di solito non finiscono quando l’arbitro fischia, il brutto è che spesso proseguono nei dintorni dello stadio o su tanti “campi” lontani (piazze, vicoli o villaggi), fino a quel momento sconosciuti ai più.
Italia-Romania di domani è purtroppo fra queste. Fra i due Paesi non tira una bella aria. Storiacce di criminalità, viste sempre con l’occhio strabico di chi pensa che la ragione sia sempre da una parte (la sua) e punta dritto alle espulsioni di massa, hanno un tantino raffreddato i rapporti. Così, nell’immaginario di molti italiani, i rumeni sono tutti o in gran parte delinquenti e i rom (gli zingari) si accampano per svaligiare le case. Invece noi italiani siamo perfetti. Poi magari si scopre che un operaio rumeno sfruttato dai datori di lavoro italiani (e già qui ci sarebbe da dire) viene bruciato vivo. I barbari sono proprio i due italiani che prima gli hanno fatto stipulare un’assicurazione sulla vita a favore della signora padrona e poi hanno scelto il modo più veloce per passare all’incasso.
E se fosse accaduto il contrario, se i due barbari fossero stati rumeni e il ragazzo che sognava un lavoro stabile e ha trovato la morte nel modo più orribile fosse nato a Gallarate? Meglio non pensarci.
I rumeni in Italia, secondo l’ultima stima Caritas, sono un milione e 16 mila: una città grande come Napoli. In molti centri dove sono particolarmente radicati hanno trovato normale organizzare una visione collettiva davanti a un maxischermo. Bene, hanno dovuto rinunciare per paura di contestazioni e violenze. Pensate a Roma, dove ultimamente il clima non è fra i migliori e gli episodi di violenza gratuita contro gli stranieri si sono moltiplicati. E dove, neanche sette mesi fa, a poche ore dall’uccisione accidentale di un tifoso da parte di un agente di polizia, una folla di ultrà armata di spranghe e di una misera manciata di neuroni avariati ha pensato bene di assaltare caserme dei carabinieri e commissariati di polizia.
Cosa volete che sia - in caso di sconfitta azzurra, magari con un paio di episodi dubbi - andare a prendersela con qualche campo nomadi o con un gruppo di rumeni. O se, al contrario o al tempo stesso, qualche rumeno esuberante pensasse di strumentalizzare un po’ di rabbia repressa. Magari anche in Romania, dove gli imprenditori italiani sono tanti e non stanno facendo una bella vita.
Ecco, questo è il quadro che emerge in un Paese che reclama giustamente più sicurezza e crede che prendersela in blocco con chi viene da lontano sia la strada più breve. E’ anche il Paese che è capace di tenere per più mesi in galera tale Florian Placu, albanese incensurato e sposato con un’italiana, accusato di tentato furto di una mucca rispetto a Sergio Cragnotti e Calisto Tanzi, due che in fondo hanno solo rovinato milioni di risparmiatori.
Ecco, dunque, che una vittoria o un Ko dell’Italia alla fine potrebbero essere poca cosa rispetto all’altra partita, quella dell’odio. La prima sfida da vincere è proprio questa.
Infatti secondo questo articolo
Oltre a Donadoni, trema anche il cassiere federale
BADEN (Austria). Dal profondo azzurro al profondo verde. Verde come il colore dei soldi. L’eventuale eliminazione degli Azzurri alla prima fase provocherebbe due ferite: una nel cuore degli italiani, e una nelle casse della Federcalcio. Ma se la prima si rimargina sempre col tempo, la seconda lascerebbe un vuoto da 20 milioni di euro.
Addio pioggia di euro. StageUp è una società italiana che si occupa di marketing e business legati al mondo sportivo, soprattutto al calcio. Secondo i suoi calcoli, le entrate della Nazionale in caso di vittoria potrebbero raggiungere addirittura 87,8 milioni di euro. Come? con 38,5 milioni da diritti tv, 27,3 milioni di euro da sponsor (incluse sponsorizzazioni future) e 22 milioni di euro dal premio Uefa.
Se gli Azzurri salutano l’Europa, vanno subito in fumo 14,5 milioni di montepremi Uefa (7,5 sono già stati incassati). Dagli accordi firmati nel recente passato è emerso che i contratti con sponsor e fornitori hanno un certo grado di aleatorietà sotto il profilo dei ritorni degli investimenti perché la visibilità dipende appunto dalla permanenza degli Azzurri nella manifestazione. E se il mondiale in Germania aveva portato un boom, adesso sarebbe facilmente prevedibile un calo del 10-20%. E dunque altro rosso di 5 milioni circa. Per un totale di almeno 20 milioni.
Niente premi. La magra consolazione per il bilancio dei vertici Figc arriverebbe dal mancato pagamento dei premi ai giocatori. Queste le cifre fissate per ciascun azzurro. 80.000 euro per l’approdo ai quarti, 120.000 euro per la conquista della semifinale, 150.000 euro in caso di arrivo in finale, 215.000 euro in caso di vittoria del titolo europeo. Moltiplicando per 25 uomini (la rosa dei 23, più Cannavaro e Donadoni) si arriva a 5 milioni e 375mila euro totali da sborsare in caso di vittoria finale, sfiorando in realtà i 6 milioni di euro per i premi che andrebbero anche al resto dello staff azzurro (tecnico, medico, magazzinieri...).
Due curiosità. Il premio finale di 215mila euro a testa è inferiore di 35mila euro rispetto a quello corrisposto per la vittoria mondiale. Per la qualificazione agli Europei, gli Azzurri hanno invece incassato 15mila euro a testa.
Povera Rai. Chi rischia di fare una frittata è la Rai. Per l’acquisizione dei diritti tv, l’azienda di Stato ha infatti sottoscritto un contratto con la Uefa da 120 milioni di euro che le garantisce l’esclusiva.
Saltata la possibilità di cedere in subaffitto questi diritti (la Uefa l’ha proibito, anche per questo Sky è rimasta tagliata fuori), la Rai ha puntato tutto sui contratti pubblicitari. I 18.349.801 spettatori che hanno assistito a Italia-Olanda (share 62,1%) erano un biglietto da visita strepitoso per bussare agli inserzionisti pubblicitari, il ko per 3-0 ha però complicato le cose e contro la Romania si prevede un brusco calo, anche per l’orario diverso (18 anziché 20.45). Boom annunciato se invece con la Francia fosse uno spareggio-qualificazione.
Evidente comunque che l’uscita dell’Italia farebbe crollare gli ascolti e anche il rientro pubblicitario. E recuperare i 120 milioni già spesi diventerebbe impossibile.
Casa Azzurri. Sono inquieti anche al quartier generale azzurro, dove ogni giorno si muovono sponsor, amici e amici degli amici. Perché se l’Italia uscisse, da mercoledì 18 addio feste e via al profilo bassissimo. Anche se la decisione è già presa: pur con la Nazionale fatta fuori, Casa Italia resterebbe aperta sino al 29 giugno, data della finale. D’altronde gli accordi con gli sponsor sono già stati firmati. E un discorso sono i soldi, un altro la gioia del cuore.
Speriamo inoltre che se sconfitti non succedono episodi di razzismo e di xenofobia in quanto come giustamente dice in questo articolo di STEFANO TAMBURINI nell'inserto degli europei sulla nuova sardegna di oggi
L’ALTRA PARTITA: QUELLA DELL’ODIO
Ci sono partite di calcio che non si giocano solo con il pallone. Di solito non finiscono quando l’arbitro fischia, il brutto è che spesso proseguono nei dintorni dello stadio o su tanti “campi” lontani (piazze, vicoli o villaggi), fino a quel momento sconosciuti ai più.
Italia-Romania di domani è purtroppo fra queste. Fra i due Paesi non tira una bella aria. Storiacce di criminalità, viste sempre con l’occhio strabico di chi pensa che la ragione sia sempre da una parte (la sua) e punta dritto alle espulsioni di massa, hanno un tantino raffreddato i rapporti. Così, nell’immaginario di molti italiani, i rumeni sono tutti o in gran parte delinquenti e i rom (gli zingari) si accampano per svaligiare le case. Invece noi italiani siamo perfetti. Poi magari si scopre che un operaio rumeno sfruttato dai datori di lavoro italiani (e già qui ci sarebbe da dire) viene bruciato vivo. I barbari sono proprio i due italiani che prima gli hanno fatto stipulare un’assicurazione sulla vita a favore della signora padrona e poi hanno scelto il modo più veloce per passare all’incasso.
E se fosse accaduto il contrario, se i due barbari fossero stati rumeni e il ragazzo che sognava un lavoro stabile e ha trovato la morte nel modo più orribile fosse nato a Gallarate? Meglio non pensarci.
I rumeni in Italia, secondo l’ultima stima Caritas, sono un milione e 16 mila: una città grande come Napoli. In molti centri dove sono particolarmente radicati hanno trovato normale organizzare una visione collettiva davanti a un maxischermo. Bene, hanno dovuto rinunciare per paura di contestazioni e violenze. Pensate a Roma, dove ultimamente il clima non è fra i migliori e gli episodi di violenza gratuita contro gli stranieri si sono moltiplicati. E dove, neanche sette mesi fa, a poche ore dall’uccisione accidentale di un tifoso da parte di un agente di polizia, una folla di ultrà armata di spranghe e di una misera manciata di neuroni avariati ha pensato bene di assaltare caserme dei carabinieri e commissariati di polizia.
Cosa volete che sia - in caso di sconfitta azzurra, magari con un paio di episodi dubbi - andare a prendersela con qualche campo nomadi o con un gruppo di rumeni. O se, al contrario o al tempo stesso, qualche rumeno esuberante pensasse di strumentalizzare un po’ di rabbia repressa. Magari anche in Romania, dove gli imprenditori italiani sono tanti e non stanno facendo una bella vita.
Ecco, questo è il quadro che emerge in un Paese che reclama giustamente più sicurezza e crede che prendersela in blocco con chi viene da lontano sia la strada più breve. E’ anche il Paese che è capace di tenere per più mesi in galera tale Florian Placu, albanese incensurato e sposato con un’italiana, accusato di tentato furto di una mucca rispetto a Sergio Cragnotti e Calisto Tanzi, due che in fondo hanno solo rovinato milioni di risparmiatori.
Ecco, dunque, che una vittoria o un Ko dell’Italia alla fine potrebbero essere poca cosa rispetto all’altra partita, quella dell’odio. La prima sfida da vincere è proprio questa.
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