a volte penso di metter da parte la mia cultura non violenta ed applicare in casi come questi il contro passo dantesco

La  citazione del post  d'ieri   e  quest'altro   sono  ancora   attuale  dopo tale fatto che  m'accingo a narrare   .  Di cui sono talmente  atterrito e  disgustato   che  , oltre  a quello che  ho già detto  nel titolo  non  ho altri  commenti  e  quindi   lascio che a  parlare siano :   questo  articolo  ee la  lettera ( SIC )  non firmata  tratti dalla uno dei quotidiani  regionali  La Nuova Sardegna del  10\8\2005   ,  e l'orripilante  foto ivi allegata 



 
Legato per le zampe e appeso sul fuoco   Cucciolone barbaramente ucciso e abbandonato nell’agro di Sassari


PIER LUIGI PIREDDA  


 SASSARI


Gli hanno legato le zampe posteriori con un cavo elettrico, poi l’hanno probabilmente impiccato a testa in giù sopra un falò. Infine, l’hanno trascinato per strada fino a un cespuglio dove è stato gettato come uno straccio vecchio. Il cucciolone della Funtana di la figga è morto così.
 Una barbarie senza fine. Povero cucciolone, che fino a qualche giorno fa correva abbaiando felice dietro le auto degli abitanti delle villette immerse nel verde della panoramica collina tra la strada per Bancali e quella per Monte Oro. Il grosso cane nero era scomparso da qualche giorno, ma nessuno ci aveva fatto caso, anche perchè era solito sparire quando s’innamorava di qualche cagnetta ospite di uno dei giardini della zona.
 Ieri mattina, la drammatica scoperta. Alcuni ragazzini che giocavano con le biciclette, nella notte tra lunedì e martedì avevano sentito un odore nauseabondo provenire da un grande cespuglio lungo la stradina della Funtana di la figga e avevano avvertito i genitori. Ma a fare la macabra scoperta è stato un automobilista che di prima mattina ha percorso la stradina e ha trovato i resti del cane in mezzo alla carreggiata. È stato dato immediatamente l’allarme e sul posto sono intervenuti i vigili urbani di quartiere. Quando hanno visto il muso del cucciolone completamente scarnificato dal fuoco e quel lungo filo elettrico legato alle zampe posteriori hanno intuito quel che era successo e avvertito il comando.
 Alla Funtana di la figga sono arrivati, dopo pochi istanti, il vicecomandante Gianni Serra insieme al vicensindaco Valerio Meloni, che è rimasto impressionato dalla scena anche perché lui quel cane lo conosceva visto che spesso trascorreva le giornate nel cortile della poco distante sede dell’Isogea. I vigili urbani hanno subito avviato le indagini per cercare di risalire al torturatore. Tutti gli abitanti delle villette, che erano particolarmente affezionati a quel cucciolone giocherellone, hanno collaborato alle indagini fornendo quanti più particolari possibili per cercare di dare un volto e un nome allo spietato torturatore.
 L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica, Stefano Fiori, che ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando il reato di maltrattamento di animali, contenuto nella legge 189 del 20 luglio 2004 che sanziona penalmente i maltrattamenti con la reclusione fino a un anno, con pena aumentata della metà in caso di morte dell’animale. Su disposizione del magistrato, che ha ordinato minuziosi accertamenti sulle cause della morte del cane, il veterinario dell’Asl 1, Giorgio Frongia, ha svolto una prima sommaria ricognizione sui resti dell’animale accertando che, prima di essere torturato e gettato nel cespuglio, al cucciolone erano anche state mozzate le orecchie: una pratica adottata nelle campagne quando si vuole far scomparire senza complicazioni una pecora o una vacca, che hanno solitamente il microchip identificativo nelle orecchie.
 Secondo una sommaria ricostruzione, sembrerebbe che il cane sia stato impiccato a testa in giù sopra un fuoco acceso, con le zampe posteriori legate con un lungo e robusto cavo elettrico nero. Forse quand’era ancora vivo. Poi, il cavo è stato avvolto attorno al collo del cane, che è stato presumibilmente trascinato per alcune centinaia di metri legato a qualche auto fino al cespuglio lungo la stradina della Funtana di la figga dove è stato gettato,
 Un gesto di inaudita ferocia, inspiegabile. E adesso, tra gli abitanti delle villette della collina serpeggia la paura. Temono che il torturatore possa colpire ancora, magari accanendosi contro i loro cani che fanno la guardia nei giardini.



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Il sangue lavato con l’acqua   



Scrivo per denunciare un fatto molto cruento, come tanti altri purtroppo, che riguarda la violenza sugli animali. Qualche giorno fa, ero andata a letto da circa mezzora ed ero già addormentata, quando un acuto miagolio di dolore mi ha bruscamente svegliata: è stata una frazione di secondo in cui ho sentito delle bastonate e poi più nulla. Mi sono subito affacciata, ma era troppo tardi, c’era solo un’ ombra e il silenzio di quella notte maledetta. Il mio riposo è finito lì, come probabilmente la vita di quel gatto, il cui dolore e il cui sangue, sono stati cancellati con pochi secchi d’acqua, per tornare l’indomani a giocare e ridere in quello stesso giardino come se nulla fosse accaduto. Io ho 15 anni e nessuna prova, solo la mia rabbia, il mio disprezzo e il rimorso per non essermi svegliata prima, per non essere riuscita a fermare quella violenza,quella crudeltà su un essere indifeso. Nel paesino dove abito,Putifigari,la violenza sugli animali non è considerata reato,perché pochi secchi d’acqua, la pioggia o il sole cancellano tutto,ma io non voglio e non posso cancellare, perché ho una coscienza e un cuore. Infatti,mentre chi si dovrebbe vergognare di aver compiuto un simile gesto, probabilmente ha già dimenticato tutto, in quanto non distingue un animale che soffre da un oggetto; la mia mente continua a immaginare quel sangue, quel dolore che i miei occhi non hanno visto, ma le mie orecchie hanno sentito. Qui per alcuni uccidere animali è un divertimento e per fermarli non basta una legge, perché nessuno li denuncia, nessuno si assume l’onere di farlo, né sente il dovere morale e etico, forse per timore, per vergogna o semplicemente per una spregevole indifferenza.Per questo scrivo,perché le mie lacrime si asciugano e spariscono senza cambiare niente, l’inchiostro no, anche se forse non basterà per fare giustizia, né per sperare che ci possa essere un po’ di civiltà in chi compie tali gesti, violando le norme civili e morali che dovrebbero essere alla base della società in cui viviamo, una società che troppe volte vede, sente e tace.


Lettera firmata 

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