18.8.05

abusi del potere ; e e storei di povertà

Tornando  dal ponte  di ferragosto e  d'essendo stanco per  uscire  dopo cena   mi  dedico alla lettura  dei giornali ( quello nazionale  e quello  regionale  )  ed ecco che   trovo  queste  due  news    che  " mi hannmo lasiato estereffatto "  tanto da  lasciarmi  sgomentato  e  senza  parole . KLascio a voi ognio giudizioo in merito  . 
 
la prima     presa  nuova sardegna del 15\8\2005 


"Zio Silvio  " è un vicino troppo ingombrante»  
Il servizio d’ordine di Berlusconi sconfina e armato entra in casa di Gesuino Deiana    
 
 
di  MARCO BITTAU 
 


 PORTO ROTONDO
Lui lo chiama familiarmente «Zio Silvio», perché suo padre e suo nonno gli hanno insegnato che il vicino di casa è come un parente. E poco importa se il Silvio in questione è Berlusconi, cioè il presidente del Consiglio dei ministri. Gesuino Deiana non ha nulla contro quel vicino così ingombrante, ma gli agenti e i militari del servizio d’ordine proprio non li sopporta più. Da anni gli rendono la vita impossibile a Bena Longa, la tenuta affacciata sul golfo di Marinella, di fianco a Villa Certosa.
 Suo malgrado, Deiana quasi ogni giorno (soprattutto in queste settimane d’estate) deve fare i conti con «visite non autorizzate», mitra in pugno, nella sua abitazione, ogni volta che si affaccia alla finestra, ogni volta che decide di far due passi tra i ginepri della sua casa, quando inevitabilmente si ritrova gomito a gomito con gli illustri ospiti (capi di Stato e ministri) della blindatissima residenza estiva di Silvio Berlusconi, presidiata come fosse Palazzo Chigi.
 Alla fine l’ultima goccia, quella che ha fatto traboccare il vaso del malessere: il pacifico Gesuino - musicista dei Cordas e Cannas, patron di Etnos e amico personale di Peter Gabriel, conosciuto in tutto il mondo per la sua intensa attività culturale - dopo aver subìto l’ultimo altolà nel vialetto di casa («Chi è lei? Cosa fa qui? Favorisca i documenti...») ieri ha deciso di raccontare la sua estate impossibile con Silvio Berlusconi e il suo inflessibile servizio d’ordine dall’altra parte del cortile di casa.
 «Niente di personale contro di lui, ci mancherebbe - dice mostrando il suo vecchio stazzo gallurese e quel fazzoletto di terra preziosa che si affaccia direttamente sulle lussuose piscine di Villa Certosa - il problema è che il suo servizio d’ordine ormai impedisce a me e alla mia famiglia di vivere serenamente nella nostra casa. Le intrusioni, spesso con le armi in pugno, ormai non si contano più, l’ultima appena sabato mentre facevo jogging in un vialetto, tra i miei ginepri».
 «Ogni volta si ripete la stessa scena - racconta ancora Deiana - appena gli agenti del servizio di sicurezza mi vedono si sentono in dovere di chiedermi chi sono e cosa faccio lì. Poco importa se quella è casa mia, di mio padre. Poco importa se la nostra famiglia è sempre stata lì, ben prima che arrivasse Berlusconi. Adesso queste ripetute violazioni ci stanno togliendo la serenità e la gioia di vivere nella nostra casa che con tanta cura abbiamo conservato nella struttura originaria dello stazzo, preservando lo stato dei luoghi dalla tentazione del cemento così diffusa da queste parti. Per non parlare della sicurezza: anche noi ne abbiamo bisogno e diritto, e certamente la presenza invadente di questi uomini armati costituisce un pericolo ancora prima che un fastidio».
 Per Gesuino Deiana non ci sono ragioni di sicurezza che tengano. «Vogliamo vivere la nostra vita in pace, a casa nostra, senza l’incubo di un soldato in armi che da un momento all’altro può affacciarsi nel nostro stazzo per chiedere chi siamo, oppure per controllare i numeri di targa delle auto dei nostri amici ospiti».
 «Ci deve essere un modo per garantire la sicurezza e allo stesso tempo anche la normale e tranquilla vita dei cittadini - propone il musicista - penso, ad esempio, a un progetto mirato, un piano di sicurezza condiviso dalla popolazione, dalle istituzioni e dalle forze dell’ordine. Che sia però rispettoso della vita altrui, della cultura locale, dell’habitat, della architettura del posto, della sua storia».
 Storia e cultura, appunto, perché Bena Longa non è soltanto la «casa» di Gesuino Deiana, violata dalle ferree regole della sicurezza da garantire a Berlusconi e agli ospiti illustri che ogni estate ospita a Villa Certosa. È anche un piccolo tempio sacro della musica internazionale, uno studio di registrazione frequentato dal circuito della Real World di Peter Gabriel. Lo stesso musicista inglese più volte è stato ospite nello stazzo.
 Un laboratorio di arte e creatività rimasto intatto nel tempo, così come era stato costruito. Un pezzo di Sardegna antica e moderna che ha resistito all’incedere del tempo e all’insidia del cemento, ma che oggi deve fare i conti con le regole spietate della sicurezza. Un pezzo di Sardegna che Gesuino Deiana vuole difendere a ogni costo.


la  seconda  è questa
di n cui nessun giornale  nazionale ( salvo l'unità e  il  giornali locali  , in primis  l'unione sarda , ormai  come tutti   a pagmento  se si vuole leggerlie  usarli online  ) e nesssun  tg   (  salvo un semplice  flash  dell'ansa  sardegna  )    e  nessun  blog (tranne,almeno dalle mie richerche fatte in merito, poi posso anche sbagliarmi  questo blolg http://battelloebbro.splinder.com/  )


(ANSA  web)
Lavora gratis per il Comune, per pagare funerale della madre  A Sardara, disoccupato non aveva denaro per seppellimento


CAGLIARI, 13 AGO
Un disoccupato sardo di Sardara (Medio Campidano), Giuseppe Serra, lavorera' gratis per 4 mesi alle dipendenze dell'amministrazione comunale del suo paese per rimborsare il denaro anticipato dal Comune per il seppellimento della madre Sarina Careddu, morta a 91 anni. La singolare soluzione ha permesso la celebrazione dei funerali dell'anziana donna nonostante il figlio possedesse al momento del decesso solo 100 euro. La vicenda e' stata resa nota dal quotidiano di Cagliari L'Unione Sarda. Serra, che aveva dovuto lasciare il lavoro di bracciante agricolo a causa di problemi di salute e per assistere la madre diabetica, cieca e semiparalizzata, non avrebbe potuto far fronte alle spese necessarie per il seppellimento della madre nonostante i 500 euro messi a disposizione, come previsto dalla legge in casi di indigenza, dall'amministrazione comunale. La bara piu' economica costava, infatti, 1.500 euro. L'uomo ha proposto allora la soluzione, accettata dagli amministratori: altri 800 euro saranno rimborsati da Serra lavorando gratis per il Comune. Gli ultimi 200 euro sono stati offerti dai vicini di casa.

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