se la nazione si rticonosce dall'istruzione in italia stiamo freschi











Viaggio nei "diplomifici" campani. Nel programma "Presadiretta" di RaiTre (  unica i nsieme a  rai4   , e  rainews24  perla  rimasta in quella  che  è ormai diventata  una  cloaca  della rai  )    andata  in onda ieri   8 febbraio 2009


la vita di chi è disposto a tutto pur di non perdere il posto in graduatoria
E il preside disse al professore
"Non disturbi i ragazzi..."
di PAOLA COPPOLA


E il preside disse al professore "Non disturbi i ragazzi..."
ROMA - Fabbriche di diplomi, dove basta pagare alcune migliaia di euro per ottenere un titolo di studi, i voti sono alti, la presenza in classe può essere sporadica. Può costare fino 4500 euro fare l'esame di Stato in uno dei tanti diplomifici della provincia campana. Circa 70 persone hanno preso la maturità nell'ultimo anno in uno di questi centri, nessuno è stato bocciato, e così è andata negli ultimi sei anni. In un'altra scuola paritaria - che sforna 120 diplomati ogni anno - agli studenti lavoratori è richiesta la presenza una volta al mese. "Gli scritti glieli facciamo noi" garantisce un responsabile. In un altro istituto lo sforzo richiesto per sostenere gli esami è imparare una tesina di una ventina di pagine.
Un sistema che non viene alla luce perché non è nell'interesse di nessuno denunciarlo, raccontato da Domenico Iannacone, autore dell'inchiesta sui precari della scuola trasmessa ieri ne la puntata "La scuola tagliata" dal programma "Presadiretta" su RaiTre.
Fuori dalle scuole paritarie gli studenti raccontano che i professori non segnano le assenze e "i compiti in classe li facciamo con il libro davanti". Un'università telematica promette a chi paga programmi di studio ridotti a un terzo, esami solo scritti. Una laurea vale 7.900 euro. Le famiglie sborsano i soldi, i ragazzi sono promossi e se non superano l'esame di stato alcune scuole promettono di non far pagare l'ultimo anno per la seconda volta.
Qui il reclutamento degli insegnanti avviene in nero e nessuno denuncia perché che il sistema funzioni conviene a tutti. Racconta una professoressa: "Gli studenti devono avere una media alta, chi vuole in classe può spiegare, se non si oppone il dirigente scolastico, perché i ragazzi non devono essere disturbati". E denuncia: "Non sto lavorando, sto barattando punti". E un'altra dice che quanti più ragazzi riescono a far promuovere tanto più aumenta la possibilità che il suo contratto sia rinnovato.
Gli insegnanti che bussano a queste scuole sono i precari che sono rimasti fuori dagli incarichi statali. Entrano in una giungla dove si lavora gratis: la busta paga c'è, ma la retribuzione è pari zero, se va bene hanno contributi e rimborso spese, se va male pagano anche quelli. Per i professori è l'ultima spiaggia per accumulare punti e non perdere il posto in graduatoria. Fabbriche di schiavi, le definisce l'inchiesta che racconta la vita di questi precari disposti a tutto. In attesa di un posto fisso - che nella scuola può arrivare dopo i 40 anni - si adattano anche a questo.
"Con i tagli introdotti dalla riforma Gelmini per loro andrà anche peggio: nessuno li ha ascoltati, lamentano sui blog dove cova e si diffonde la rabbia di chi deve affrontare questa condizione", dice Iannacone. "Esiste un sistema di sfruttamento di questi professori senza un contratto a tempo indeterminato", continua. Passa anche dai master che portano punti per le graduatorie, e sono una scelta obbligata che arricchisce gli istituti che li erogano. E finisce con delle giornate paragonabili a un terno al lotto: da Aversa parte un treno chiamato "treno del provveditorato" che arriva a Roma in tempo per entrare in aula. Lo prende chi fa le supplenze nella capitale, e lo prendono anche quelli che aspettano la "chiamata". Loro sono a disposizione dei circoli didattici, contattati solo se c'è necessità. Si fermano alla stazione, e vanno a lavorare solo se il telefonino squilla.

 fonte  reppublica  online 





Commenti

chicchettosa ha detto…
Io ho lasciato l'università anche per tutto quello che hai appena scritto. Ho assistito ad esami allucinanti, dove fioccavano 29 e 30 dicendo solo nome e cognome.Non penso che tutto questo sia solo qui al sud, non lo voglio pensare. So solo che tutto questo è davvero triste. Adesso ho un lavoro e di raccomandazioni ce ne stanno anche qui e sempre in modo palese...non so a che punto arriveremo e se ci arriveremo!
compagnidiviaggio ha detto…
io ancora resisto . me inveve hanno dfato un 23 e un 18 in sifatta maniera

Post popolari in questo blog

s-come-selen-sposa-s-come-sara-sex due destini che s'incrociano

"Meglio in cella che testimone senza scorta" Ex pentito della banda di Is Mirrionis ruba un furgone e si autodenuncia in questura

la canzone preghiera dei cugini di campagna racconta di Jole ed Ettore, i fidanzatini sassaresi lei morì di leucemia, lui si uccise