31.5.04

Senza titolo 42



traggo questo post dalla ML\Nw di www.laperquisa.it ( scusate se non scrivo qualcosa di mio ma ho un esame tra pochi giorni )







L'elogio della poverta'






poverta' e' la condizione naturale dell'Uomo, o almeno cosi' dovrebbe


essere.


Prima che la pubblicita' iniziasse a marciare col passo dell'oca nelle


nostre teste, era evidente a tutti che l'uomo saggio non e' colui che ha


tutto, bensi' colui che a tutto puo' rinunciare. In questa rinuncia vi


e' la sostanza della nostra liberta'.


Noi poveri, meravigliosi straccioni! Anche qui nell'Occidente dorato e


moralmente miserabile, perche' la poverta' non e' solo economica e


materiale ma spirituale. Anche noi, che abbiamo di tutto di piu', in


realta' non siamo che poveri automi narcotizzati e ipnotizzati, vestiti


di nulla, al guinzaglio dei bottegai globali con le mani pulite e la


faccia da galera.


E in questa strana dittatura, il cui ambasciatore e' Topolino e il cui


mantra silenzioso e subliminale e' produciconsumacrepa, la poverta'


diventa il crimine piu' orrendo.


La poverta' e' la nostra ricchezza e la nostra liberta', una immane


sfida contro i prepotenti della Terra, una tremenda testimonianza del


disastro dell'ideologia senza volto e senza anima. Merita quindi un


grande elogio la poverta', motore inarrestabile del riscatto di un'Umanita' senza piu' dignita', senza piu' misura, senza piu'


equilibrio: senza piu' scampo.


Alla banda di bruti che governano i nostri destini, che conoscono il prezzo di tutto e il valore di nulla, contrapponiamo la nobilta', la


dignita', lo sguardo fiero, invincibile e rivoluzionario della stirpe


dei senza re.


[Tritemius]




- si desidera qui ed altrove ringraziare molto assai antonella, del sito con cui orgogliosamente collaboro www.censurati.it


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