10.6.08

Armir sulle traccie di un esercito perduto

Carissimi, amici di Sardegna oggi sono dodici mesi che scrivo per i blogs: Cegliemessapica, Ceglieterrestre, Blogfriends, Losmemoratodicollegno, e CVD. Vi confesso una cosa: quando mio nipote Stefano, ha aperto il mio blog Terrestre, poi diventato 'Ceglieterrestre' grazie al pittore Pino Santoro che mi ha presentata al blog Cegliemessapica, mio nipote, mi ha spaventato, dicendomi di fare attenzione ad aprire la posta perchè, anche in questo spazio virtuale, ci sono i nemici. Ero così impaurita, che, quando sono stata invitata a partecipare a Blogfriends, non rispondevo, per questo mi scuso, con il gestore del blog e con la redazione, per gli sbagli commessi; in questo anno di collaborazione. Non desidero elencare il numero dei posts e delle visite, lo ritengo inutile. So solo, che ho scritto tantissimo e ho ancora tanti limiti, spero un giorno di arrivare a migliorare la mia collaborazione.
Per ricordare questo giorno, desideravo scegliere, un post dei tanti fatti. Per giorni sono andata indietro e avanti, ho trovato difficoltà, per decidere, sono affezionata a tutti, anche se scritti con degli sbagli. Ricordo, la bella natura, le belle immagini di fiori bellissimi, orchidee spontanee, donatemi dall'agronomo Pasquale Venerito. Post per aiutare bambini soli bisognosi di amore.Avrei potuto mettere la mia favola, nata  grazie agli amici e alla gita presso la masseria 'Jazzo', le grotte di 'Montevicoli': quante cose belle ci sono a Ceglie, e mi dispiace che non vengono valorizzate. Solo questa mattina, alle prime ore del giorno, ho deciso di ricordare, 'Armir sulle traccie di un esercito perduto'. Era da tempo, che avrei dovuto scrivere un post, ma non riuscivo a recuperare il libro e grazie a  una amica, Danith, conosciuta nel blog, l'ho trovato perchè mi ha regalato il suo volume.
Perchè ho deciso di parlare di 'Armir..', è semplice, perchè un libro, è triste nel contenuto e anche molto sfortunato, per essere finito al macero. I nostri eroi i nostri morti, sono morti ancora, perciò, ho deciso che in questo giorno 10 di giugno, finchè vivrò ricorderò sui blogs che partecipo, i nostri soldati. Un grazie al giornalista  Pino Scaccia, per averlo scritto con amore. Lo tengo insieme alla mia favola, sulla scrivania, per non dimenticare. Armir è un pezzo di storia, scritta con il sangue dei nostri eroi, ricordiamoli, parliamo con i bambini anche di loro. Cercando nel libro le tracce di un mio parente disperso, l'occhio è andato al mio cognome 'Bassi' ben nove volte riportato tra i caduti alla pagina 131. Non ci sono tracce del mio parente disperso, solo un compagno, l'ha visto morire e  ha riportato a casa il suo orologio. Non dobbiamo lasciare, che, la memoria, dei nostri cari, sia solo un labile ricordo, non lo trovo giusto, che i nostri morti, i dispersi, non debbano lasciare memoria, marcire al macero. Sono i nostri morti, noi  dobbiamo rirordarli, e odiare chi muove la macchina della guerra, loro sono partiti, per noi. Ricordiamoci,  che le guerre, sono solo un'invenzione dell'uomo crudele e guerrafondaio. Se l'uomo si accontentasse di quello che ha, si abituasse a convivere e a donare un pezzo del suo pane, ci sarebbero meno bambini che muoiono di fame. In questi giorni sto leggendo il libro,  con amarezza e dolore devo interrompere la lettura, per la grande emozione. Quante sofferenze, quanta crudeltà hanno subito i nostri uomini e seguiteranno a subire tutti i popoli in  guerra e i poveri soldati ignari di un destino crudele, sono partiti per difendere la Patria, e non sono più tornati. Sicuramente che anche nelle vostre case , ci sara un ritratto ingiallito con un fiore e una luce accesa, una lettera d'amore, di un amore mai consumato, un mazzetto di fiori nascosto dentro le pagine di un libro ormai invecchiato, per ricordare quel lontano giorno quando il vostro uomo è partito in guerra e non è più tornato. Ebbene questo libro mandato al macero racchiude la loro storia. Facciamo che questi nostri eroi non siano più soli. Ricordarli e come farli rivivere. Grazie,  Franca Bassi


Pino Scaccia scrive.



Dopo la ritirata, la cattura. E la prigionia. Fra tante testimonianze e tanti documenti raccolti in questo 'viaggio all' indietro', sono rimasto particolarmente colpito dagli schizzi dei Lager, disegni ricostruiti alla memoria dei prigionieri, insieme  alla mappa  dei campi di concentramento. I disegni sono opera di un architetto padovano, Giuseppe Bassi, classe 1919. Naturalmente c'era anche lui. "Ricordo quando arrivammo a Tambov, nei primi giorni del '43. Stavamo trenta gradi sottozero e finalmente avevamo trovato comunque un rifugio per la notte", ha raccontato a "Uno mattina". Ecco disegnate le baracche di Tambov, lo schizzo del Lagher di Susdal, una veduta generale del campo di Krinowaja definito "tomba del corpo d' armata alpino" (in pochi mesi morirono ventisettemila italiani), il cimitero di guerra karagitschow com' era, un misero rancio distribuito a Oranki. Racconta ancora Bassi: "Ho lasciato lì, morti,  almeno settecento amici. Stanno tutti in una ampia fossa comune. Lungo la strada che noichiamavamo del fieno c'è l'unico segno riconoscibile: una manica al vento". Testimonianze, dunque, di valore storico, ma anche un modo per ritrovare quei campi e le migliaia di morti sepolti intorno, uno sull'altro.


             marcia della morte


Eroi


Erano in molti
sono partiti
hanno lasciato
la loro casa
la famiglia
i figli appena nati.
Hanno lasciato
la loro vita
dispersa
in terra nemica.
In pochi sono tornati
malati e stanchi.
Solo il vento
gelido della siberia
e una coperta di ghiaccio
a scaldare i corpi
giovani e stanchi.
Ricordiamoli
e come dare una  speranza
che non sono morti
per la gloria
ma sono morti
per la Patria
Ricordiamoli
sono i nostri eroi.


Franca Bassi


interno bunker 


 


 

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