Ma cosa intendiamo per sicurezza?

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La sicurezza andrebbe intesa come un sistema di garanzie per difendere i diritti umani: il diritto alla salute, all’educazione, al lavoro, alla casa, alla libertà di espressione in altre parole il diritto alla vita.

La sicurezza è uno dei mezzi principali della realizzazione della politica sovrana che risponde agli interessi di ogni persona e di tutta la società in generale. La sicurezza comprende la pace e lo sviluppo stabile e progressivo della personalità e della società.

I regimi autoritari confondono l'orientamento della sicurezza, attribuendole il senso contrario di conservazione dello status quo mediante qualunque mezzo.
Questo si esprime chiaramente nel “pacchetto sicurezza” varato da poco, che cerca di giustificare le proprie violazioni ai diritti umani, mascherando gli interessi dei gruppi dominanti ed esaltando pregiudizi, xenofobia e militarismo.

Questo “pacchetto sicurezza” che sta minando alla base i diritti civili della nostra società, assomiglia troppo alle leggi razziali varate negli anni venti del secolo scorso dal regime fascista.

Prevede la possibilità di schedare senza alcun motivo cittadini italiani (abbiamo visto in questi giorni la schedatura di Rom italiani che non hanno commesso nessun reato) Insinua la possibilità di creare un diritto speciale per alcune categorie di persone (nella fattispecie gli immigrati), cosa assolutamente incompatibile col nostro sistema giuridico che prevede l’uguaglianza delle persone di fronte alla legge.


Inoltre apre la porta alla violenza bruta di gruppi estremisti che hanno preso la palla al balzo, perpetrando violenze inaudite a danni di gente indifesa, e che una volta innescata, sarà molto difficile da fermare.

Non si capisce inoltre la fretta, l’urgenza e la straordinarietà di questo decreto, quando vediamo di giorno in giorno aumentare il prezzo dei beni di prima necessità, la precarietà e l’insicurezza sul lavoro si fanno sempre più manifesti mentre si vanno via via smantellando i diritti acquisiti relativi alla salute, al lavoro, alla pensione, alla casa ecc.

Ma il fatto davvero sconcertante è il silenzio e l’approvazione della gente comune, condizionata dal razzismo diffuso dalla campagna mediatica degli ultimi tempi, che vuole paragonare ogni straniero ad un potenziale criminale, quando sappiamo bene che questa situazione è creata ad arte dai gruppi di potere economico.Questi, che inneggiano alla legalità, sono gli stessi che vogliono mano d’opera a bassissimo costo, ricattabile da ogni punto di vista e senza nessuna tutela. Vogliono schiavi.In questo vortice del tutti contro tutti non saranno solo gli immigrati a farne le spese, ma tutta la società civile.

Per questo motivo il Centro delle Culture e il Partito Umanista respingono questa repressiva concezione della sicurezza nazionale.



Partito Umanista Milano

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