perchè critico l'eolico



 ricevo da  mio cdv  Sandro martis  questo  articolo 

"Tancas serradas a muru
fattas a s'afferra afferra
chi su chelu fit in terra
l'aiant serradu puru"

Melchiorre Murenu,1803-1854.





Ci hanno portato via il mare,


la terra, Ora il vento !


E in cambio nemmeno un


piatto di lenticchie !!!





Poi una mattina ti svegli e scopri che il paesaggio intorno a te è stato violato, stravolto come mai prima.
Ti chiedi come sia stato possibile, e scopri che tutti sono contenti perché ciò porterà minor inquinamento e miglior clima.


Scopri che non è vero.

Che si tratta di una speculazione, di una mistificazione; che altrove se ne sono già accorti; che non un chilo in meno di carbone verrà bruciato; che non di un tumore in meno ci ammaleremo; che nulla, degli enormi profitti, andrà alla popolazione. 

Scopri, e non è una novità, che la Sardegna è il paese della cuccagna per faccendieri e speculatori. Che gli amministratori son sempre pronti a prostrarsi, meglio tacere sulle ragioni, davanti a chi faccia tintinnare qualche moneta. Che mai si avvia un processo di consultazione, approfondimento, analisi critica, con le comunità.

Lorsignori decidono per noi. E decidono male.

Così per l'eolico.
 

Sotto trovate alcune considerazioni, frutto di una mia ricerca.
In allegato, un volantino da diffondere (chi possa, chi voglia, chi condivida), soprattutto tra le comunità interessate, "devastate" dai "parchi" eolici.
Su un blog (http://asinobenjamin.blogspot.com/) potrete pubblicare i vostri commenti, le vostre critiche. O, se preferite, scrivete a sandro.martis@lillinet.org.

 

                                                                                                                                                           Sandro Martis


ed eccovi l'allegato







Dicono che miglioreranno il clima



e la salute della gente, diminuiranno l’inquinamento. Non è vero!



Migliaia di torri eoliche in via di installazione in Sardegna non ridurranno nemmeno di un chilo il carbone bruciato per produrre energia. Che anzi cresce sempre più, basta leggere il Piano Energetico Ambientale Regionale, aumentando effetto serra, inquinamenti, malattie respiratorie, tumori.   



Dicono che porteranno benessere. Non per noi! Il regime di incentivi favorisce la speculazione. Si installano torri dove non soffia vento! Le paghiamo con le nostre tasse. Speculatori “continentali” arrivano, fanno tintinnare qualche moneta, si prendono le terre, il vento, col benestare dei comuni; e fanno profitti stellari, con gli incentivi, e vendendo i certificati verdi. Al Comune l’1,5% degli introiti, una miseria; per farne cosa, poi? Ai padroni dei terreni 1500 euri annui per MW installato. E noi? La nostra terra, il nostro cielo. Prima di svenderli dovevano chiederci un parere. Dirci cosa davano in cambio. L’hanno fatto?



Non ci son più le campagne, gli orti che vi hanno visto crescere! Cosa rimane ai vostri occhi? Tutto coperto da torri come palazzi di 50 piani. Lo meritavate?



Se ciò diminuisse gli inquinamenti, portasse benefici economici per la gente, se ne potrebbe discutere. Cosa porta, invece? Povertà. Danni al turismo (isola sempre più brutta), all’agricoltura e all’allevamento (perdita di territorio, di fertilità), all’ambiente (danni all’ecosistema, stragi di uccelli). Desertificazione (sotto non cresce più l’erba, le fondamenta intercettano le falde acquifere), cementificazione, inquinamento elettromagnetico (elettrodotti), acustico (rumore delle pale), psicologico: provate a vivere vicino ad una torre  eolica 







Oggi in Italia con l'eolico facciamo una frazione infinitamente piccola dell'energia necessaria per far funzionare il nostro mondo civile. Se si vuole dall'eolico un apporto energetico fondamentale per il nostro paese, di queste torri eoliche dovremmo farne non delle centinaia ma delle migliaia, e forse anche delle centinaia di migliaia.(Carlo Rubbia)





In tutto il Paese cresce la reazione contro la trasformazione del paesaggio in un campo di asparagi a causa del crescente numero dei mulini a vento. Dal punto di vista economico un ulteriore incremento non ha senso: sono stati inghiottiti miliardi di sovvenzioni, ma l’utilità per l’ambiente pare sia stata molto limitata. (Der Spiegel)






Quando si giungerà al limite dei 5000 MW installati, con 5000/6000 torri medie da 80 metri, allora si coprirà il 3,3 per cento del fabbisogno di energia elettrica e si sarà risparmiato, sia ben chiaro, solo l'1,1 per cento del consumo totale italiano di petrolio ed altri combustibili fossili. (Comitato Nazionale del Paesaggio)






Addirittura, l'incentivo rende conveniente anche un impianto eolico di scarsa ventosità, al di sotto dei 5 metri al secondo, che funziona, non 2.000 o 3.000 ore all'anno, ma anche solo 1.000 ore. Ecco perché in Italia si è verificata la corsa alla costruzione di impianti eolici, anche in siti che, in Germania, in Danimarca o in Gran Bretagna, non verrebbero nemmeno presi in considerazione per la loro scarsa produttività. Gli operatori hanno abbastanza da guadagnare anche in siti non idonei, e possono promettere compensi ai Comuni per agevolare il rilascio delle autorizzazioni all'installazione degli impianti. (Amici della Terra – Gruppo d’Intervento Giuridico)






L'irrompere dei parchi eolici, con le centinaia di torri d'acciaio alte fino a 140 metri e i relativi pesanti basamenti interrati di cemento, va invece in tutt'altra direzione, quella di un processo di rapina del territorio … Anche nel caso dei "parchi eolici" è forte il ricatto economico. La localizzazione delle torri eoliche infatti comporta, per il comune che le ospita, una quota di partecipazione agli utili economici … (Gaia, il pianeta che vive; Raitre)






scelte speculative, troppo care e soprattutto dannosissime per il territorio. È quello che sta avvenendo con l'eolico a scapito del solare, del risparmio e dell'uso più efficiente dell'energia … Dietro tutto questo vi è la fame di soldi dei piccoli comuni abbindolati dalle sovvenzioni e, ancor più, i profitti vertiginosi delle industrie produttrici degli impianti eolici (Mario Pirani, La Repubblica)









Stiamo commettendo un atroce danno ambientale per un piatto di lenticchie. I megawatt di energia eolica non raggiungono lo 0,5% del fabbisogno energetico nazionale, ma in compenso abbiamo ottenuto lo scempio di Campania, Molise, Abruzzo, Puglia e Sardegna. (Carlo Ripa di Meana)




L'utile lordo delle imprese è aumentato di otto volte in quattro anni. Ecco perché l'Italia viene descritta nei report delle banche d'affari come la nuova frontiera, l'isola del tesoro, il paese della cuccagna … La firma dei dirigenti regionali sul pezzo di carta che dà il via libera a una centrale da 30 megawatt vale quindi 5 milioni di euro. Le chiavi di questo forziere sono in mano alla politica. Che ha partorito un sistema sballato: gli impianti nascono in posti inadatti, vicino ai centri abitati o dove non ci sono cavi … Prendiamo la Sicilia … Stato e Regione continuano a regalare centinaia di milioni a imprese che ingolfano il sistema … le turbine spesso non nascono dove c'è più vento, ma dove c'è un sindaco che si fa 'convincere' con l'assunzione dei figli, c'è l'interesse di un politico che conta o peggio una famiglia di mafia alla quale non si può dire di no.  (Marco Lillo, L'Espresso)



 

 





Commenti

xunder ha detto…
Ragazzi decidiamoci!


ci lamentiamo della penuria di energia, del carogreggio, della necessità di arginare il riscaldamento globale ed ora dopo che i Verdi ci avevano convinto dell'eolico ora invece ci sono tentennamenti - ripeto decidiamoci!


nel paniere energetico di qualsiasi nazione oltre alle normali fonti energetiche ci sono l'eolico, altre rinnovabili come il solare, le biomasse etc e il nucleare.


Ora l'eolico potrà rappresentare una percentuale minima delle fonti energetiche, ma chi se ne frega! meglio quello che niente, meglio quello che dipendere un pò di più dai paesi petroliferi.


Spero che dopo tanti No non nasca un No Eolico!
anonimo ha detto…
ma hai visto lo scempio?

cosa stanno facendo in SARDEGNA, a Bortigiadas?

loro ci guadagnano e a noi solo il deserto

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