Internet, il conformismo, il Leviatano

L'emergere della cultura di gruppo è fortemente correlata al conformismo, da distinguere nella accezione negativa del termine, per considerarlo come la necessità, percepita dai singoli individui, di limitare la propria libertà, a favore di una necessaria semplificazione delle relazioni interpersonali. Infatti, condividendo regole e opinioni, il rapporto con l'Altro diventa meno imprevedibile, più semplice, e in fin dei conti possibile.
E' facile scagliarsi in modo puerile contro i nuovi standard della moda o del costume in generale, rivendicando una identità propria e di rottura nei confronti della consuetudine, e per certi versi è anche giusto e desiderabile, per arrivare ad una identità propria, ma il troppo storpia in ogni caso, e quando si costruisce la propria identità come opposizione all'Altro per il piacere del diverso ad ogni costo si arriva a una regressione della propria personalità, che paradossalmente, nel suo desiderio di differenziarsi non riesce a trovare una concretezza propria e stabile, ma rimane un mutaforma che di volta in volta cambia sembianze pur di evitare il proprio riflesso nello specchio, nell'Altro. Questo accade per il rifiuto di essere anche noi persone, semplici e profonde allo stesso tempo, come chi ci circonda. E al tempo stesso riflette una sostanziale immaturità e cecità empatica, in quanto all'anticonformista, sfugge la visione della profondità emotiva dell'Altro, la dimensione del suo desiderio e delle sue possibilità, sfugge la consapevolezza dell'infinito che si cela ai nostri occhi quando osserviamo un altra persona.
Numerosi sono stati gli esperimenti di psicologia sociale, che hanno tentato di evidenziare come, pur di conformarsi al gruppo, le persone arrivino a negare le proprie convenzioni sociali e morali, e tal volta anche le evidenze percettive. Vorrei citare due curiosi esperimenti, uno di Allen funt, l'altro di Salomon Asch.
Il primo fece una sorta di Candid Camera, in cui un ignaro soggetto sperimentale, entrava in un ascensore in cui erano presenti alcuni complici dello sperimentatore. Tutti erano rivolti verso lo specchio, e in pochi secondi anche il soggetto si mise nella loro stessa posizione, la cosa a parer mio abbastanza incredibile fu quando in blocco i complici cambiarono posizione, e dopo pochi secondi anche la povera vittima dell'esperimento si adeguò al gruppo, la stessa situazione si verificò più volte, e nonostante la palese particolarità della situazione, il soggetto di volta in volta modifica la propria posizione per conformarsi all'Altro.
Ancora più particolare era l'esperimento di Solomon Asch, in cui un soggetto era chiamato a partecipare ad un esperimento sulla percezione visiva, il compito estremamente semplice, consisteva nel confrontare una riga A, con altre tre righe e trovare quella uguale alla prima. All'interno della stanza c'erano altre persone, tutte complici dello sperimentatore, che in blocco sceglievano la stessa riga, palesemente diversa dalla A, anche in questa situazione il soggetto sperimentale, conformandosi, sceglieva la stessa riga, arrivando a negare la propria percezione a favore del gruppo.
Internet apre nuove strade per lo studio di un gruppo che pur avendo caratteristiche particolari, come ad esempio la completa assenza del piano fisico e del feedaback emotivo delle nostre azioni, si comporta in modo per certi versi molto simile ai gruppi classici, per altri sostanzialmente diversi.
L'assenza di una relazione fisica, riduce notevolmente, anche se non scompare del tutto, la tendenza a conformarsi agli standard di gruppo, sopravvivendo in esperimenti simili a quelli sopra presentati, ma svolti tramite computer collegati in rete. Il fenomeno, rimane, e si sviluppa in modo sostanzialmente diverso. Il conformismo in internet, diventa una necessità per ridurre la confusione e definire delle regole comportamentali di utilizzo della rete. Queste regole, nacquero agli inizi della rete sotto la forma della nequiette, che a partire da Miss Manners, alias Virginia Schea, si diffusero rapidamente nei primi sistemi di comunicazione di massa, newsgroup, newsletters, MUD, e forum. Ritengo che oramai, queste regole, sintetizzabili in un unico assioma "Ricordate gli esseri umani", siano oramai diffuse nella cultura di gruppo della parte maggiormente produttiva e datata della rete, che si è poi sviluppata nei Blog, che per alcune caratteristiche particolari, meritano un posto a sé nella tassonomia di Internet. Mentre, si potrebbe ipotizzare, che i nuovi sistemi di comunicazione, in testa Youtube, impedendo la formazione del gruppo, eliminino la tendenza a conformarsi, e facilitino le esplosioni di comportamenti inappropriati, ingiuriosi e fortemente improduttivi. In generale, riprendendo in conclusione la definizione espressa nella primissima parte di questo scritto, la necessità di limitare la propria libertà, a favore di una necessaria semplificazione delle relazioni interpersonali, non si può fare a meno di notare come rifletta il concetto di Leviatano proposto da Thomas Hobbes, che lo descrive come "il dio mortale al quale dobbiamo obbedire dopo il Dio immortale, è la nostra pace, è la nostra difesa".

continua...
Riccardo Preziosi


Il concetto da trattare è abbastanza lungo e complesso, voglia e tempo permettendo, vorrei approfondirlo, specialmente per gli aspetti promessi dal titolo, e per un successivo confronto fra le ricerche effettuate sul web 1, e web 2 riguardo ad alcuni temi come il conformismo appunto, l'identità di rete, lo scambio di informazioni, la percezione dell'Altro etc...
Vedremo nei prossimi giorni se riesco a scrivere qualcosa, intanto per i più interessati vorrei consigliare due libri:


La psicologia di Internet, di Wallace P.
Web psychology di Pravettoni G.

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