Il ricordo di te ha vesti regali
un vissuto che sembra appena ieri.
Dodici anni,mio Dio,dodici anni
incredule tendono le rughe del mio volto,
hanno scritto storie che sono cicatrici sulla pelle
ed ora di colpo cancella
il tuo ritorno.
Nei bianchi capelli ,l’autunno colora come allora
i castani dai frutti maturi,andremo a raccoglierli insieme,
affideremo al tempo il raccolto delle nostre mani che
si cercano,
ed ecco che labbra di fanciulla ti rubano un bacio
ha il sapore dell’innocenza,del amore.
in un cinema di periferia,guardando un film che non ho mai visto
tace le parole nella tua bocca,le spegne
accende i sensi selvaggi…
Dentro me pantere addormentate in un sogno lontano
si svegliano di colpo,t’afferrano all’improvviso
sono artigli affilati di passione
ti marcano la carne,ti entrano nel sangue
infettandoti, rendendoti dipendente come la sigaretta
che fumo,come la peggiore droga e non è che l’inizio
quel gemito ululato sino alle viscere della terra
quel fremito lungo la schiena
conosce a memoria ogni bandierina rossa
del mio corpo
come i posti non visitati nelle cartine geografiche,
ogni porta chiusa della mia anima
per incoscienza,per paura forse
l’elisir d’inferno e paradiso che non sazia mai
gli amanti divenuti dei
d’un dolore che è sempre più grande
più tuo ,nostro.
T’ho sempre amato,non te lo mai detto
vorrei urlarlo e potessi sfiderei il tempo
vorrei arrivasse a te,che non sai d’essere
d’esser sempre stato.
Il ricordo di te sulle labbra oggi
compone di nuove note
il mio nome.
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