15.2.09

82° compleanno

La prima volta che l'ho sentito menzionare, è stato in una rosticceria. Intendo: a Gerusalemme. Ferragosto ci aveva appena salutati, il pellegrinaggio volgeva al termine. Era il 2008, millenni fa. Col mio amico Angelo (Angelone) ci eravamo concessi una breve sosta. Avevamo spazzato i ciottoli della città bella e terribile col nostro sudore e la nostra preghiera. A Gerusalemme si prega sempre, anche quando si maledice e s'impreca. E da ogni poro del tessuto urbano traspira ansia, e odio, e paura, e sangue, e speranza.
Il ragazzo della rosticceria aveva la pelle d'olivo. "Lassù - ci spiegò additando un piccolo porticato rosa, d'un rosa sbiadito, umile, dimesso - abitava il cardinal Martini. Adesso è tornato in Italia, perché malato".



La voce del giovanotto suonava sobria, uguale, a mezzo tono. D'una parsimonia che sarebbe tanto piaciuta al nostro Arcivescovo. Lui, l'uomo di studio, il raffinato biblista, misurato nei toni e nelle emozioni, scorreva ancora nelle vene di questa gente pratica, casta, indurita, essenziale. Ne smussava le asperità, ne ridonava il fascino della normale quiete.
Diranno che era un principe della Chiesa, il cardinale Martini. Adesso attraversa la terra come un sospiro. Lo si avverte presente, nel momento in cui manca. Restituisce un fiato alle nostre giornate.




Gerusalemme, estate 2008: la chiesa del Dominus Flevit, edificata nel luogo dove, secondo la tradizione, Gesù avrebbe pianto sulla città.

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