Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
29.11.11
che palle s'avvicina il natale [come sopravvivere alle festività di natale e fine d'anno introduzione ]
24.11.11
La donna "drogata" di Coca Cola 7300 bottiglia in 10 anni
VI SIETE MAI MERAVIGLIATI DEL FATTO CHE DOPO AVER BEVUTO COCA COLA VI VIENE DA RIDERE? Il motivo è che… vi sballa! Hanno tolto la cocaina dalla bevanda quasi un secolo fa. Sapete perché? Era ridondante.
Nei primi 10 Minuti:
10 cucchiaini di zucchero colpiscono il tuo organismo (100% della razione giornaliera raccomandata). La reazione immediata a questa dolcezza così eccessiva sarebbe il vomito ma ciò è impedito dal fatto che l’acido fosforico diminuisce il sapore permettendoti di mantenere la bibita nello stomaco
20 Minuti:
L tua glicemia schizza in alto causando un massiccio rilascio di insulina. Il tuo fegato risponde trasformando tutto lo zucchero che può “catturare” in glicogeno (zuccheri di riserva per il corpo) e grasso.
40 minuti: la caffeina è stata assorbita completamente. Le pupille si dilatano, la pressione del sangue aumenta e come risposta il tuo fegato rilascia altro zucchero nel sistema circolatorio. I recettori cerebrali dell’adenosina si bloccano per prevenire la sonnolenza.
45 Minuti:
Il corpo aumenta la produzione di dopamina stimolando il centro del piacere del cervello. E’ lo stesso meccanismo di azione della cocaina…..
60 Minuti:
L’acido fosforico lega il calcio, il magnesio e lo zinco nell’intestino, causando un ulteriore spinta al metabolismo. Inoltre le alte dosi di zucchero e la dolcezza artificiale aumentano l’escrezione urinaria di calcio.
;60 Minuti:
Le proprietà diuretiche della caffeina entrano in gioco. E’ ora assicurato che con le urine verranno eliminati il calcio, il magnesio e lo zinco che erano in realtà destinati alle ossa, oltre al sodio, a vari elettroliti e all’acqua.
>60 Minuti:
Dopo l’eccitazione iniziale si avrà un crollo della glicemia. Potresti diventare irritabile e/o apatico. Avrai anche eliminato con le urine tutta l’acqua presente nella bibita, ma non prima di averla infusa con preziosi nutrienti che il tuo corpo avrebbe potuto usare per scopi fondamentali: idratare i tessuti, rafforzare le ossa e i denti.Tutto questo sarà seguito nelle prossime ore da un crollo della caffeina. Ma….fatti un altra Coca-Cola, ti farà sentire meglio.
Nota: il nemico non è la Coca-Cola bensì la combinazione di dosi eccessive di zucchero unite alla caffeina e all’acido fosforico. Questa combinazione la si può trovare nella maggior parte delle bibite gassate.
fonte. psichesoma.com
Redatto da Pjmanc http://ilfattaccio.org
13.11.11
pensieri sparsi
L'odore del silenzio
Quando usciva dal Quirinale, nella lunga notte di ieri, Silvio Berlusconi è stato restituito, o forse donato, a sé stesso. Non coglierà l'occasione, lo sappiamo. Tornerà, entro brevissimo tempo, il Berlusconi che abbiamo sempre conosciuto: un Berlusconi non super-umano, non post-umano, bensì para-umano. Qualcosa che sta accanto all'umanità senza esserlo. Una carcassa vuota, un'apparenza di vita, esattamente come le immagini dei dépliant pubblicitari.
Perché questo e null'altro è stato il senso della sua avventura "politica": una strenua difesa della roba (sua), una roba per la quale s'è immolato - e da cui, ironia della sorte, è stato disarcionato -, con un fideismo da martire. Martire del profitto, dell'accumulazione. "Credo nella società occidentale, credo nel libero mercato" è stato uno dei primi slogan da lui lanciati, in quel para-italiano semplificato da piazzista tv. Semplificato, ma non insignificante. In quelle due frasi si condensava tutta la para-filosofia berlusconiana: l'identificazione della "società occidentale" (crocifissi in legno versus crocifissi della vita, Bianco Natale e dio Po, bestemmie in barzelletta e orge in abito da suora) col "libero mercato", quasi fossero sinonimi. Non tanto per contrapposizione al collettivismo comunista (tra i migliori amici del Cavaliere, oltre a dittatori e satrapi, figurava l'ex agente Kgb Vladimir Putin), quanto per marcare una differenza antropologica, diremmo razziale (il mercato è razzista) tra "noi" e "loro". "Noi", quelli per cui il pensiero è un inutile fardello, quelli per i quali la vita si mangia e si ruba, e non puoi guardare in faccia nessuno: nemmeno tua madre (cfr. Terry De Nicolò, una delle tante prostitute foraggiate da B.). Noi, quelli che hanno successo - o s'illudono d'averlo: e poi, sullo sfondo, reietti, tutti gli altri. Noi, quelli che viva gli oggetti. L'anima non c'è. Dopo questa esistenza non ce ne sarà un'altra.
Ma ieri, solo ieri, in quei fuggevoli istanti, Berlusconi ha avuto l'opportunità di lasciarsi invadere da quella timida luce. E ne avrebbe avuta ancor di più, se invece del giubilo e dei fischi da stadio che hanno accompagnato la sua uscita di scena (intonati, peraltro, da figuranti in larga parte, e in tempi non lontani, suoi accaniti sostenitori) l'avesse accolto un lungo silenzio; un silenzio severo, anche giudice, ma lento e contemplativo; misericordioso. La misericordia non dimentica, ricrea; la misericordia non cancella il passato, lo condanna con forza; ma salva l'attimo di sincerità dell'uomo. Anche dell'uomo Berlusconi. Della sua debolezza, della sua fragilità, del suo dolore, della sua vecchiaia che mai come ieri è apparsa così crudele e impietosa.
Egli non coglierà l'attimo, dicevamo. Possiamo, dobbiamo però coglierlo noi.
Ci attende un percorso tutto in salita. Senza guide, senza sogni plastificati, senza (para) uomini della Provvidenza, soffocati e attossicati da una roba dal cui dominio è necessario liberarsi. Non è il periodo delle maschere urlanti. Ci hanno già storditi troppo. E' l'avvento del silenzio. Quotidiano, alacre, essenziale. Enrico Deaglio ha affermato che il '94, anno della fatale "discesa in campo" (un altro dei para-linguaggi di questo tempo violentato), è stato un anno inodoro, asettico, televisivo e abbastanza crudele. Il silenzio, invece, ha un odore: l'odore inconfondibile e discreto della casa, della normalità, degli affetti, dei libri, dei mobili e dei ricordi. E' un odore strano, cui siamo talmente abituati da non sentirlo nemmeno più. E, per questo, lo copriamo con insensati, chiassosi odori artificiali. Solo quando manca, ci sentiamo soffocare.
9.11.11
Senza nome
Dalla scorsa estate lui, lo zingaro volante, aveva un appuntamento fisso sul balcone di alcuni umani. Sebbene sapesse che di loro non ci si poteva fidare, vi si avventurava egualmente. Il gusto del brivido, la fame, la consapevolezza della propria velocità gli avevano infuso un coraggio guascone. Anche perché lì aveva conosciuto due nuovi amici.
Alati come lui, ma con un nome. Cipria e Fiammetta, una coppia di canarini, maschio e femmina. Quando gli avevano chiesto quale fosse il suo, non aveva capito.
Cipria e Fiammetta vivevano prigionieri. In una strana scatola che a loro sembrava confortevole e ampia. In effetti, il vitto era abbondante; l'avevano invitato diverse volte a condividerlo, e lo straniero non si era fatto pregare. Beccuzzava con piacere sia i semi di canapa, sia la succulenta spiga di panico sporgente dalla gabbia. E Fiammetta, col suo sguardo vezzoso e rosato, gli piaceva proprio. Non avrebbe mai offeso il suo ospite, si capisce. Ma si era accorto che il suo fascino randagio aveva colpito la bella reclusa. Ma il nome, che significava avere un nome?
In seguito, capì. Il nome era la prigione.
Cipria e Fiammetta! Sillabe astruse, aliene, impossibili da riprodurre. Loro preferivano modulare trilli, in quel modo leggiadro che anche lui gl'invidiava. Il loro canto oltrepassava le grate della cella, echeggiava nei cieli superni, invocava fratelli sconosciuti, immemore e remoto, limpido e aereo come le ardimentose virate dello straniero. La voce erano le ali che qualcuno aveva loro tarpato, e che adesso gli ricadevano sui fianchi, candide e vane. Il nome li possedeva e li delimitava, perché era un nome umano, scelto dagli umani.
Uh, gli umani! A questa parola, un frizzo più gelido del rigore invernale gli sibilò attraverso le ossa cave.
Eppure, gli aveva spiegato Fiammetta, a loro non mancava nulla: cibo sempre abbondante e di ottima qualità, pulizia, tepore, persino un bagnetto tiepido tutti i giorni. E, d'estate, lunghi tragitti su un oggetto meccanico e tenebroso, un po' terrificante, ma, alla fine, ecco un altro balcone, un altro giardino, un nuovo sole, l'aria marina.
Lo zingaro crollò il capo bruno. Lui conosceva sia il sole dei tramonti urbani sia le albe del Madagascar, e la brezza marina lo conduceva tra eriche e corbezzoli e nuove avventure, trascinato e folle, e aveva spezzato cuori, alimentato speranze, disseminato figli, fuggito paurosi animali. Cipria e Fiammetta vivevano di balcone in balcone, lui era preda dell'aria, cioè di nessuno. Perché non aveva nome.
Certo, però... quella volta, il vento e l'acqua s'erano scatenati come un immenso drago bigiognolo. E i suoi amici lo aspettavano, non più sul balcone, ma nella stanza accanto, al riparo, asciutti e soffici come un nido vaporoso. Fiammetta era più seducente che mai. Li raggiunse. Sorrise. Becchettò. Fece appena in tempo ad avvertire uno strano, circonfuso calore di legno e di spigo.
Ma un'ombra lunga apparve. Un'ombra umana. Lo straniero ebbe un ansito. - Non scappare! - supplicò Fiammetta - Ci vuole bene, ci porta da mangiare...
Ma lui le lanciò un'occhiata triste e fulminea. Il sole, fuori, tornava a rischiarare l'orizzonte. Era nato senza nome, senza patria, senza cibo. Ladro di vita, la vita lo attraversava tutto.
In un attimo, fu di nuovo nell'aria di cristallo. Scappa, fuggi, e salva qualche cosa in te.
7.11.11
Lega shock: "Grazie a pioggia sgomberati campi rom a Torino"
Il maltempo, dichiara Davide Cavallotto, deputato del Carroccio,è riuscito laddove aveva fallito Fassino: l'evacuazione dell'insediamento sul lungo Stura. Rosa Callipari, Pd: "Lo ispirano cinismo e razzismo". L'ira di Fassino: frasi assurde, intanto anche i roma sono rientrati nei loro campi
6.11.11
Gli italiani in Libano e la loro "caccia cieca" guerra alla guerra
«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur
corriere della sera tramite msn.it \ bing Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...
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https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una stor...
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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...