un metodo naturale per combattere il lupo senza violenze e barbarie gratuite. Per poi chi volesse approfondire l'argomento oltre agli articoli che raccontano la storia di Silvia Montanaro trovate a fine post degli approfondimenti
La donna che alleva cani per difendersi dai lupi
Silvia Montanaro: “Sparare non è necessario”. In Veneto il primo corso rivolto ai pastori dalla nostra inviata Brunella Giovara
VELO VERONESE
Albeggiava, «i cani hanno cominciato ad
abbaiare. Allora ho preso Rocky e sono uscita». Ed era un abbaio che
non segnalava una volpe, un gatto, un cane sperso, «e li ho visti lassù,
sotto quell’albero solitario. Erano le 5,46». Quattro lupi in
ricognizione. Cinquanta metri più sotto, nella valletta ancora buia
della Lessinia, le 50 pecore addormentate di Silvia. I suoi cani hanno
fatto il resto abbaiando, i lupi se ne sono andati nel bosco. Prima
lezione: «Il lupo è opportunista. Valuta la situazione, calcola il
rischio, decide se gli conviene entrare in azione. Ma basta una
dissuasione forte e se ne va». Silvia Montanaro è esperta di lupi e di
cani, anche se dice «ci sono di ben più esperti di me, scienziati,
professori. Io vivo in montagna, allevo pecore e cani, insegno a quelli
come me», tipo che non è necessario sparare agli animali selvatici che
aggrediscono pecore e vacche. Basta un cane. Ma che cane.
Banana, ad esempio. Due mesi di vita, in città lo definirebbero un
batuffolo. Madre maremmana, padre maremmano abruzzese. Carattere già
definito. Determinato, osservatore, senza paura. Socievole con gli
umani. Quando sarà adulta, Banana avrà una altezza al garrese di 60/68
centimetri (poi c’è la testa), e peserà tra i 30 e i 40 chili. È un cane
antilupo, un cane da guardiania, che di giorno per lo più dorme, ma la
notte veglia e custodisce il gregge, che è la sua famiglia.
In Veneto, come qui nella frazione Vanti di Velo Veronese, e su tutto
l’arco alpino, e ovunque ormai, il lupo vive da santo o da maledetto, a
seconda di chi lo guarda. Specie protetta, salvata dalla estinzione con
un decreto del 1976, ora arrivata a circa 2000 esemplari. Ambientalisti e
animalisti lo vogliono libero di scorrazzare e cacciare, gli allevatori
lo vogliono morto, e ogni tanto ne prendono uno alla tagliola e lo
impiccano a un albero. Per anni le Regioni hanno fatto piani per
difendere mandrie e greggi, pagando chilometri di reti che i lupi
scavalcano, se serve. Ora il Veneto ha lanciato il primo corso di
formazione per titolari di aziende agricole, o coadiuvanti o dipendenti.
Silvia, educatrice cinofila, lo organizza con l’ente regionale agricolo
Cipat, in collaborazione con Inpetra Italia.
Per cominciare, 15 allievi umani (e alcuni cani), che studieranno
l’etologia del lupo, «che è antenato e antagonista del cane», e come si
sceglie la razza giusta di cane, e come lo si educa a vivere la sua vita
di cane da lavoro. Banana «è nata nella stalla, tra vacche, agnelli e
pecore», è di una razza «selezionata nei secoli per fare il suo mestiere
di accompagnatore e guardiano». E che fa, alle prese con il lupo?
«Abbaia, e un cane così grosso che abbaia, e in quel modo, già
basterebbe». Avanza «a petto aperto, perché non ha paura, con un
atteggiamento dominante. In più, gli si alza una cresta di peli sulla
schiena». Insomma, un cane da paura, anche se guardando Banana, non
sembra.
E il lupo, che fa? «Di solito indietreggia. Raramente cerca lo scontro».
Ma appena può, attacca la preda. «E lo fa con tecnica chirurgica.
Schiaccia il gregge in un angolo, ne isola una. Le altre pecore restano
come paralizzate. Una volta è successo anche a me», ed era due anni fa,
quando questa ragazza di trent’anni che ha scelto di vivere in montagna
non faceva ancora corsi ma allevava — e ancora alleva — le sue amate
pecore Brogna, «che sono anche di compagnia, e scodinzolano. Molti le
prendono come pet perché sono così affettuose», oltre che pastori della
Lessinia e del Lagorai, e pastori svizzeri. «Tutti cani da conduzione,
che gestiscono gli animali, li spostano, raggruppano, compattano, a
seconda delle necessità».
Ma il cane guardiano, che sia maremmano, bovaro bernese, della Sila o
dei Pirenei, è altra cosa. Capace anche di tener lontano l’orso, che «è
da poco arrivato a malga Fraccaroli, sul confine Veneto-Trentino». Sono
animali «autonomi, molto sicuri di sé, sempre che siano ben allevati
allo scopo. Hanno sensi molto acuti che permettono di cogliere la minima
variazione nell’ambiente circostante». Anche il passo leggero del lupo,
che sa individuare l’animale più debole, «se è più facile una manza da
latte, che è senza corna. O un agnello grasso. A volte caccia i
cinghiali, quelli feriti». Intanto, si passeggia tra le pecore e le loro
cacche, scrutando quell’altura verde che è il punto di osservazione del
branco. «Bello, eh? Questi sono posti meravigliosi. Ma la montagna non è
un parco giochi», dice Silvia, sapendo la fatica di vivere in
equilibrio, in questo mondo selvatico.
Ma non accontentandomo ho fatto altre ricerche ed ho trovato quest'altro articolo del sito sito https://daily.veronanetwork.it
Cia Verona: «Più cani da guardiania per combattere il lupo»
Silvia Montanaro, Cia: «È la soluzione più efficace dopo tanti sistemi fallimentari»
Di Redazione 1 Ottobre 2020
Incrementare l’utilizzo di cani da guardiania in Lessinia per difendere gli allevamenti dai lupi, che sono sempre più numerosi.
È il sistema di difesa che propone Silvia Montanaro, referente per Cia – Agricoltori Italiani Verona del problema predatori e del progetto Life Wolfalps, non solo per le aziende zootecniche di montagna, ma anche per quelle frutticole e agricole in generale, che devono difendere le proprie produzioni da cinghiali, volpi, orsi e altri animali selvatici.Le parole di Silvia Montanaro, referente del progetto «Life Wolfalps»
Silvia Montanaro, allevatrice di pecore brogne nella sua azienda agricola Stato Brado a Velo Veronese e di pastori del Lagorai e Griizot della Lessinia, ottimi guardiani per la conduzione di vacche e pecore, lancerà un corso gratuito, in collaborazione con il Cipat, Centro istruzione professionale e assistenza tecnica della Regione Veneto, che è rivolto agli imprenditori agricoli e vuole fornire informazioni su tutti gli aspetti della conduzione dei cani da protezioni delle greggi.
Silvia Montanaro, allevatrice di pecore brogne. |
Le iscrizioni dovranno essere inviate al Cipat entro il 10 ottobre (041 929167 – info@cipatveneto.it).
Il corso partirà il 6 novembre all’azienda Stato Brado di Velo.
Il corso partirà il 6 novembre all’azienda Stato Brado di Velo.
«È un corso che pensavo di organizzare da parecchio tempo, dato che finora i presidi proposti per la difesa dal lupo non sono risultati efficaci – spiega Silvia Montanaro –. Non so spiegarmi come mai, tra tutte le soluzioni messe sul tavolo, quella di incrementare i cani da guardiania sia stata snobbata.
Io ritengo che nelle aziende zootecniche sia lo strumento più efficace per prevenire le predazioni e consentire la regolare attività di pascolo ma richiede molta esperienza. In un ambiente frequentato da turisti, cacciatori ed escursionisti è importante, infatti, che siano utilizzati cani con un carattere equilibrato. Il comportamento corretto del cane deve essere quello di interporsi tra il gregge e le persone che si avvicinano, difendendo gli animali al pascolo, abbaiando, senza avventarsi mai contro le persone».I cani da guardiania sono animali di grossa taglia, selezionati già seimila anni fa nei primi villaggi agricoli per la difesa degli animali dai predatori. In loro l’istinto predatorio è stato geneticamente inibito: «Hanno un atteggiamento difensivo e sensi molto acuti, che permettono loro di cogliere minime variazioni nell’ambiente circostante e già da cuccioli vengono abituati a trascorrere molto tempo in solitudine con il gregge – spiega Montanaro, che da quest’anno collabora con The Pet’s Academy, grande scuola cinefila internazionale –. Di giorno restano con il gregge e spesso dormono, mentre la notte sono molto più reattivi e sostituiscono nella vigilanza l’uomo.
Silvia Montanaro con uno dei suoi cani.
Quindi sono un ottimo deterrente per tutta la fauna selvatica. Due tipici cani da guardiania sono il maremmano abruzzese e il pastore dei Pirenei. Ci sono altri tipi di cane, come quelli da conduzione, che facilitano il lavoro del pastore malgaro durante il giorno e permettono alla sera di radunare le bestie molto in fretta. Nel corso faremo conoscere tutte le tipologie di questi quattro zampe ma anche le caratteristiche del lupo, perché meglio si conosce il nemico e maggiori sono le possibilità di vincerlo.
Spero che gli incontri, condotti da esperti, possano essere utili agli allevatori per la difesa dal lupo. Non sarà questa l’unica azione, perché l’anno prossimo come Cia – Agricoltori Italiani di Verona contiamo di organizzare un Wolf Forum in Lessinia che riunirà allevatori, addestratori, zoologi, veterinari, tecnici da tutta Italia per fare il punto sulla presenza del predatore».
Predazioni in Veneto e Lessinia, i dati
Nel 2019 (dati aggiornati a novembre della Regione) in Veneto le predazioni del lupo sono state 192, con un bilancio di 393 capi morti e 63 feriti. In Lessinia sono stati 104 i capi uccisi e 12 feriti, per un totale di 73 episodi predatori. Quest’estate è stata accertata la presenza di dodici cuccioli di lupo, che portano il numero di presenze certe sul territorio a 17.
- https://blogmediazione.com/2017/07/11/mediare-coi-lupi/comment-page-1/
- https://www.academia.edu/33801125/Mediare_a_causa_dei_lupi
- http://amsdottorato.unibo.it/8713/13/CUSTODI%20ERRANTI%20IL%20MIO%20VIAGGIO%20TRA%20CANI%2C%20PECORE%20E%20LUPI.pdf
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