Non si butta via niente (o quasi cioè roba inutilizzabile come critiche gratuite ed a pelle , attacchi personali , ecc ) come si faceva ai tempi dei nostri nonni e bisnonni con il maiale . Ecco quindi che ogni tanto , oltre a prendere spunto per qualche post o fare tesoro delle vostre critiche ed osservazioni costruttive e non totalmente distruttive , come è il caso d'oggi . rispondo pubblicamente . Ecco una scelta dell'email ricevute su gli ultimi post
La prima
QUEI BIMBI MAI NATI
Caro Giuseppe ,
ho letto l’articolo in merito allo “scandalo” del cimitero dei feti abortiti e sinceramente sono un po’ dispiaciuto dal punto di vista offerto, che è esclusivamente quello delle mancate madri. Non una parola sulla creatura per più o meno tempo da loro portata in grembo. Stiamo parlando di bambini a cui è stato negato per scelta o problemi di salute il diritto di vivere, perché accanirsi ulteriormente negando loro pure il diritto a una tomba che almeno darebbe loro un minimo di dignità e di pietà?
Angelo [ nome di fantasia ]
Caro Angelo
il tema è assai delicato in quando in questo caso l'aborto può essere oltre che una scelta ( non sto qui a giudicare se buona o cattiva ) ma anche Aborto spontaneo
da https://it.wikipedia.org/wiki/Aborto
[...] Per aborto spontaneo si intende l'espulsione involontaria di un embrione o del feto prima della 24ª settimana di gestazione. Una gravidanza che termina prima della 37ª settimane di gestazione con la nascita di un bambino vivo è conosciuto come un "parto prematuro" o "nascita pretermine". Quando un feto muore nell'utero durante il parto, di solito è definito "nato morto". Le nascite premature e i nati morti non sono generalmente considerati aborti anche se l'utilizzo di questi termini a volte può sovrapporsi. Solo dal 30% al 50% dei concepimenti progredisce oltre al primo trimestre di gravidanza. La stragrande maggioranza di quelli che non progrediscono vengono persi prima che la donna ne sia a conoscenza e molte gravidanze vengono perse prima che i medici siano in grado di rilevare la presenza dell'embrione. Tra il 15% e il 30% delle gravidanze conosciute termina con un aborto spontaneo clinicamente evidente, a seconda della età e della salute della donna. L'80% di questi aborti spontanei accade nel primo trimestre. La causa più comune di aborto spontaneo durante il primo trimestre sono le anomalie cromosomiche dell'embrione o del feto, che rappresentano almeno il 50% dei casi. Altre cause comprendono la presenza di una malattia vascolare (come il lupus eritematoso), il diabete, problemi ormonali, infezioni e anomalie dell'utero. L'avanzare dell'età materna e la storia di precedenti aborti spontanei nelle donne sono i due fattori principali associati ad un maggior rischio di aborto spontaneo. Un aborto spontaneo può anche essere causato da traumi accidentali o intenzionali da stress; causare un aborto spontaneo è considerato un aborto indotto e un feticidio. [...]
Ora sia che si tratti di Aborto Spontaneo come nei casi da lei citati sia che si tratti d'Aborto vero è proprio il diritto di cosa fare del " rifiuto " d'esso creato se seppellirlo o distruggerlo è una scelta della donna condivisibile o meno , noi possiamo solo dire non son d'accordo ma dev'essere lei a decidere cosa farne . Ma in questi casi non c’è il «diritto a una tomba», che può anche essere comprensibile e quindi accettato ed riconosciuto , ma bensì il fatto che le madri sono state tenute all’oscuro ed non soi è rispettata nè la loro privacy nè la loro scelta ad non volere usufruire della sepoltura .
la seconda
UOMO DI COLORE
rileggevo i vostri begli articoli sul politicamente corretto, che ormai sembra sempre più aver rimbecillito la nostra società, timorosa di tutto e di tutti, dando così prova non di correttezza ma di debolezza e piagnoneria. La punta dell’iceberg è stata certamente l’orrenda gogna che ha subito Fausto Leali. Certamente una cosa è il rispetto, l’altra l’autoflagellazione. Io stesso tempo tempo fa fui sgridato da dei colleghi perché avevo usato l’espressione “nero” (non “negro”) perché, a suo dire, si deve dire ”uomini di colore”. Le propongo una poesia scritta da Léopold Sédar Senghor( 1906-2001 ) Politico e poeta senegalese di lingua francese
Anche se sono fondatore del blog e della sua appendice social non sono direttore in quanto è senza fini di lucro e poi segue la legge n° 62 del 7.03.2001
Dopo questa precisazione veniamo alla risposta
Ha ragione spesso il politicamente corretto quando è forzato è più denigratorio ed insultante delle parole che usiamo in modo dispregiativo . come dice quell'altra lettera non indirizzata a me ma presa da un settimanale da parrucchieri ( come si dice una tempo ) trovato in una lavanderia selfe service
Caro direttore,
le scrivo in merito alla lettera “Politically correct” sul n. 41. Sono un’insegnante sorda,presidente del Movimento LIS Subito, un’associazione che si occupa di tutte le tematiche inerenti la sordità e il riconoscimento della Lingua dei segni italiana (Lis). Per sapere quali siano i termini corretti da utilizzare è importante rivolgersi ai disabili e ai sordi stessi. I sordi preferiscono il termine “sordo”, invece di “non udente”, perché quest’ultima è una negazione di qualcosa che non esiste, come anche il termine diversamente abili”, al posto del corretto termine “persone con disabilità o persone disabili”, già sottolineato dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Colgo anche l’occasione per rimarcare che il diffusissimo termine “sordomuto”, spesso utilizzato dalla stampa, è obsoleto e “politically uncorrect”, in quanto le persone sorde non sono affatto mute: ormai parlano e comunicano. Inoltre, il termine “sordomuto” è stato sostituito con il termine “sordo” dalla legge n. 95 del 20/02/2006.
Vanessa Migliosi
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