Ieri notte ho assistito alla morte di una persona. Investito, in una torrida notte di estate, da un tram. Tra la calca di curiosi a caccia di video da ripostare sui social. Passeggeri infastiditi più dal disservizio dell’interruzione della corsa che da quella misera vita appena terminata. Io stessa, più preoccupata di come rientrare a casa che da ciò a cui avevo appena assistito. Qualche minuto dopo mentre camminavo da sola nel buio e nel silenzio ho realizzato la totale assenza di empatia ed emozioni del nostro tempo. Mi terrorizzava più il rientro che la morte di un essere umano. Anestetizzata, imbambolata e privata di qualsiasi emozione, oggi mi sono vergognata di me stessa. È davvero così che stiamo diventando? È davvero così che sarò anch’io in futuro? Ora ripenso a qui ragazzi che hanno postato il video del mio incidente e mi rivedo nella loro assenza di sensibilità, perché io stessa, questa notte, ne ero priva. Sono i social? È la tecnologia o la costante violenza a cui siamo sottoposti? Mi vengono in mente mille libri di fantascienza e futuri dispotici che ho letto negli anni e sì, mi sento come in uno di quei libri: spettatrice immobile di un macabro spettacolo. Ho voluto (io che non lo faccio mai) condividere questa storia con voi, un po’ per riflettere su me stessa e un po’ per far riflettere anche voi che come me, siete spettatori di questo misero tempo.
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