9.3.11

8 marzo tutto l'anno

Lo so  che l'8 marzo  èè passato , ma le tematiche  no  . Quindi   quest'anno  non riuscendo , non riuscendo  ( anche se il post  era  già pronto )   per problemi con il mio modem a celebrarlo ne prima ne durante  , lo celebro  , anzi  più  che  celebnrare lo ricordo   oggi . Aggiungendo  le mie opinioni in merito a quelled dei mie  compagni dis trada   , qui espresse , che  vivamente ringrazio .
Oltre  a loro ringrazio o la mia neo amica Giorgia perché stasera non riesco  a scrivere   niente  sul 8 marzo  ma  grazie alle sue  , e ora mie   parole  , ho trovato il coraggio  cosi come ho trovato  il coraggio di rispondere  anche   a quelle domande    che mi rivolgono  sia  uomini  ( che  come capre  regalano mimose o altro  pur  di tenersi buona  la  propria  partner , mentre in privato  e a  volte   anche  pubblicamente  sono dei beceri maschilisti e non sanno controllare  gli stimoli misogini e distinguere  quando  e con chi usarli  )  sia donna  che  la reputano  ( non a torto  )  negativamente : << [... ]  Da  quando hanno trasformato la “giornata internazionale della donna” in una  inutilissima ”festa delle donne” , banalizzando  quello che era un giorno di lotta, di presa di coscienza,  trasformandolo in una festa consumistica  come fosse la festa degli innamorati o quella della mamma provo un senso di fastidio per l’ipocrisia di questo giorno >>  o decidono di festeggiarlo con  false trasgressioni  ( spogliareli maschili  , pizzate  di sole  donne  , ecc prendendo in  giro  e deridendo  i malcapitati, esperienza personale  che  è  capita  quando qualche anno fa  , quando per  ironia della sorte l'8  marzo era  capitato  di   sabato qualche ano fa  in o in pizzeria  in quel giorno )   La poesia  s'intitola 

Poichè Sono una Donna


Poiché sono donna, nessu
no, più di me,
conosce il silenzio del tempo che muta,
le parole del conforto, il dolore dell’abbandono.
So della caducità della vita e dell’illusione dell’apparenza,
ma intuisco più di altri l’eternita'
di un gesto compiuto nella bellezza.
Poiché sono donna,
porto su di me il peso dei reietti,
e di tutti coloro che in ogni epoca furono emarginati.
Sul mio viso si scorgono ancora
le sofferenze delle donne che mi hanno preceduto.
Nel mio grembo, la pienezza di tutte coloro che hanno procreato.
Poiché sono donna, so cos’è il dono.
E ho imparato, nel tempo, a vivere nella sua dimensione.
Raramente sono stata ascoltata, più spesso osservata
con brama, con sospetto, con disprezzo,
con risoluta indifferenza.
La mia voce dice di voci mai considerate.
La mia penna di menti che, per loro natura e per la propria diversità,
non sono state comprese.
Poiché sono donna sogno,
e sognando sperimento l’esistere di differenti creazioni.
Nella mia complessità nutro in silenzio
il seme del caos da cui proveniamo
e che non potrò mai, poiché sono una donna,
fingere di non aver avvertito.

Giorgia Vezzoli
attacchidipoesia.blogspot.com

 Riporto  anche  quelle e  più prettamente maschiliste  ( che di solito cestino  ) , ma  anche di  donne   , comprensibile  , stanche della retorica  del  8 marzo perchè : 1)  è per  gente  come loro  che  scrivo ,  finendo talvolta  per essere  ovvio e scontato ., 2) sono convinto che dai diamanti non nasce niete  dal letame   nascono i fiori  (   citazione poetico  \   musicale  ) 3)  ma  soprattutto perchè quando  non si tratta di cosi   isolati  purtroppo vale la pena di rispondere  .

Ecco la  liste di domande  che ricevo 

 perché la festeggi  mica sei donna   o hai  una  stedda d'accontentare  almeno che tu  non stia  cambiando sesso  dal maschile al femminile ., non sarebbe   ora  di  finirla   di celebrare  una festa  solo di  donne  che monopolizzano i locali  e quando un uomo ci mette piede   viene deriso  .,  sei , visto  che   non è la prima volta  che parli d'argomenti femminili , per  caso diventato succube    dell'altro sesso  ., è una  festa vecchia e  stantia , ideologizzata  in mano ai comunisti  , è solo buinees o mercificazione , l'evento  di cui   si fa  risalire la festa  non è  avvenuto l'8 marzo  ma il 25   è stato strumentalizzato dalle  sinistre   contro gli imprenditori 


Inizio  , il sesso femminile  capirà   da quelli più prettamente    maschilisti e misogini  .
Non sto cambiando  sesso per diventare  donna   ne tanto meno ho  una  partner  d'accontentare  . Ma la  giornata del 8 marzo  ovviamente  la lotta  per  i  diritti e contro certi  atteggiamenti   di cui non sono  immuni  neppure  i giornali progressisti o pseudo tali , ne trovate  sotto  un esempio


se  non si dovesse   vedere lo trovate  qui

 va  combattuta  giorno per  giorno  . Ma  soprattutto come ho già detto nel post  ( url ) e come potete leggere nella poesia finale le  donne sono importanti . infatti  e  grazie a loro , alla loro  cultura  , alle loro emozioni  ,che ho trovato  ( oltre  che  in quelle  maschile ) e ancora  trovo  , punti importanti di riferimento per la mia opera  d'arte ed  in certi momenti  la forza  per  andare avanti e di lottare  anche se non sempre  ci riesco   contro la mia porno dipendenza . E poi  per parafrasare  due famosissime    canzoni

la prima


la seconda 



Inoltre le  donne  da sempre   sono tate  escluse  da discorsi  politici \ politiki (  o  già spiegato  più volte  cosa  intendo per  questo termine chi  volesse saperlo di puiù  oltre a  cercare nell'archivio dell'altro blog  visto che  questo è recente  ,   si legga   Speranze, Milano, Rizzoli, 1994. ISBN 88-17-84339-3 di Mario Capanna )
 e  di  guerra  come  se  non gli interessasse e  coinvolgesse .
Ma  in  realtà  non solo  con i movimenti delle suffragette , la maggior parte  delle  donne sono sempre state presenti  quando l'uomo era  al fronte  come  infermiere negli ospedali   o  lavorano enle fabbriche d'armi  per mantenere a  famiglia , oppure  nel 1943\45  in europa occupata  dai nazisti  facevano staffette trasportando armi , vivveri  , ordii  , ecc  , nascondendo  prigionieri o  armi o,lavori in maglia  per  far  abiti per  l'inverno da  dare  ai partigiani(  o i repubblichini )  o addirittura  combattevano essi  o  esse  si prostituivano si prostituivano per  fornire informazioni  , si offrivano come scambi   di prigionieri  , ecc. Oppure dopo a  guerra   facevano i salti mortali   con borsa nera  o case  chiuse  per   sfamare la  famiglia 
Ecco che esse  , nei momenti più  brutti  sono state  e lo sono ancora   salvezza nei momenti più  brutti  e di crisi . Ed hanno pagato e contiuano a pagare più duramente  il prezzo  dela ovviamente senza  generalizzare   dela nostra  stupidità  . Esse  hanno sofferto e sono  morte  per i diritti  di noi tutti\e  integrandol con la   dignità d'essere donna  .

Rispondo ora  alle donne
Vero  . Però a maggior  ragione  , in periodo  in cui la  classe politica \  culturale  ritorna indietro rimettendo  indiscussione  le  conquiste fatte  o   s'utilizza  vere  primo video  , il corpo dela  dona  come  oggetto   allora  vale la pena  di ricordare   celebrare ( ovviamente  senza   limitarsi ad  un giorno solo ) tale data  anche  è stata  usata  e portata a vanti  da  una detterminata  parte politica  culturale

 <<

Il «Woman's Day» negli Stati Uniti (1908-1909)

Nel VII Congresso della II Internazionale socialista, tenuto a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907, nel quale erano presenti 884 delegati di 25 nazioni - tra i quali i maggiori dirigenti socialisti del tempo, come i tedeschi Rosa Luxemburg, Clara Zetkin, August Bebel, i russi Lenin e Martov, il francese Jean Jaurès - vennero discusse tesi sull’atteggiamento da tenere in caso di una guerra europea, sul colonialismo e anche sulla questione femminile e sulla rivendicazione del voto alla donne.
Clara Zetkin
Su quest'ultimo argomento il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a «lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne», senza «allearsi con le femministe borghesi che reclamano il diritto di suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il suffragio delle donne». Due giorni dopo, dal 26 al 27 agosto, fu tenuta una Conferenza internazionale delle donne socialiste, alla presenza di 58 delegate di 13 paesi, nella quale si decise la creazione di un Ufficio di informazione delle donne socialiste: Clara Zetkin fu eletta segretaria e la rivista da lei redatta, Die Gleichheit (L’uguaglianza), divenne l’organo dell’Internazionale delle donne socialiste.
Non tutti condivisero la decisione di escludere ogni alleanza con le «femministe borghesi»: negli Stati Uniti, la socialista Corinne Brown scrisse, nel febbraio del 1908 sulla rivista The Socialist Woman, che il Congresso non avrebbe avuto «alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione». Fu la stessa Corinne Brown a presiedere, il 3 maggio 1908, causa l’assenza dell’oratore ufficiale designato, la conferenza tenuta ogni domenica dal Partito socialista di Chicago nel Garrick Theater: quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, fu chiamata «Woman’s Day», il giorno della donna. Si discusse infatti dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne.
Quell’iniziativa non ebbe un seguito immediato, ma alla fine dell'anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali «di riservare l’ultima domenica di febbraio 1909 per l’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile». Fu così che negli Stati Uniti la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 28 febbraio 1909.

La Conferenza di Copenaghen (1910)


Aleksandra Kollontaj
Il lunghissimo sciopero, che vide protagoniste più di 20.000 camiciaie newyorkesi, durato dal 22 novembre 1908 al 15 febbraio 1909, fu considerato, nel Woman's Day tenuto a New York il successivo 27 febbraio, come una manifestazione che univa le rivendicazioni sindacali a quelle politiche relative al riconoscimento del diritto di voto femminile. Le delegate socialiste americane, forti dell'ormai consolidata affermazione della manifestazione della giornata della donna, decisero pertanto di proporre alla seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, tenutasi nella Folkets Hus (Casa del popolo) di Copenaghen dal 26 al 27 agosto 1910 - due giorni prima dell'apertura dell'VIII Congresso dell'Internazionale
socialista - di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.
Negli ordini del giorno dei lavori e nelle risoluzioni approvate in quella Conferenza non risulta che le 100 donne presenti in rappresentanza di 17 paesi abbiano istituito una giornata dedicata ai diritti delle donne: risulta però nel Die Gleichheit, redatto da Clara Zetkin, che una mozione per l'istituzione della Giornata internazionale della donna fosse «stata assunta come risoluzione».
Mentre negli Stati Uniti continuò a tenersi l'ultima domenica di febbraio, in alcuni paesi europei - Germania, Austria, Svizzera e Danimarca - la giornata della donna si tenne per la prima volta il 19 marzo 1911[1] su scelta del Segretariato internazionale delle donne socialiste. Secondo la testimonianza di Aleksandra Kollontaj, quella data fu scelta perché, in Germania, «il 19 marzo 1848 durante la rivoluzione il re di Prussia dovette per la prima volta riconoscere la potenza di un popolo armato e cedere davanti alla minaccia di una rivolta proletaria. Tra le molte promesse che fece allora e che in seguito dimenticò, figurava il riconoscimento del diritto di voto alle donne». In Francia la manifestazione si tenne il 18 marzo 1911, data in cui cadeva il quarantennale della Comune di Parigi[2].
Non fu però ripetuta tutti gli anni, né celebrata in tutti i paesi: in Russia si tenne per la prima volta a San Pietroburgo solo nel 1913, il 3 marzo, su iniziativa del Partito bolscevico, con una manifestazione nella Borsa Kalašaikovskij, e fu interrotta dalla polizia zarista che operò numerosi arresti. In Germania, dopo la celebrazione del 1911, fu ripetuta per la prima volta l'8 marzo 1914, giorno d'inizio di una «settimana rossa» di agitazioni proclamata dai socialisti tedeschi, mentre in Francia si tenne con una manifestazione organizzata dal Partito socialista a Parigi il 9 marzo 1914.

L'8 marzo 1917

Le celebrazioni furono interrotte dalla Prima guerra mondiale in tutti i paesi belligeranti, finché a San Pietroburgo, l'8 marzo 1917 (il 23 febbraio secondo il calendario giuliano allora in vigore in Russia) le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra[3]: la fiacca reazione dei cosacchi inviati a reprimere la protesta incoraggiò successive manifestazioni di protesta che portarono al crollo dello zarismo, ormai completamente screditato e privo anche dell'appoggio delle forze armate, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l'inizio della «Rivoluzione russa di febbraio». Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima dell’apertura del III congresso dell’Internazionale comunista, fissò all'8 marzo la «Giornata internazionale dell'operaia».
In Italia la Giornata internazionale della donna fu tenuta per la prima volta soltanto nel 1922, per iniziativa del Partito comunista d'Italia, che volle celebrarla il 12 marzo, in quanto prima domenica successiva all'ormai fatidico 8 marzo. In quei giorni fu fondato il periodico quindicinale Compagna, che il 1º marzo 1925 riportò un articolo di Lenin, scomparso l'anno precedente, che ricordava l'8 marzo come Giornata internazionale della donna, la quale aveva avuto una parte attiva nelle lotte sociali e nel rovesciamento dello zarismo.
La connotazione fortemente politica della Giornata della donna, l’isolamento politico della Russia e del movimento comunista e, infine, le vicende della Seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l’incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori, in gran parte giovani donne immigrate dall'Europa. Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857,[4] mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti verificatesi a Chicago, a Boston o a New York.
Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe tra la fine degli anni '70 e gli '80 abbiano dimostrato l'erroneità di queste ricostruzioni, le stesse sono ancora diffuse sia tra i mass media che nella propaganda delle organizzazioni sindacali.[5][6][7][8] 
>>

Vero anche  questo .
Ma  si  sà i simboli -- specie  , quando   come  questì'anno  , ricorre il centenario  e  e di cui  grazie  all'accurattisimo stidio   di Micheal  hirh  è stato completato   l'eklenco  dele  vittime    di cui buona parte  era rimasta ignota  (  fra cui  3  italiane  emigrate o figlie emiggrate  )  ---- sono difficil da  sconfiggere     nonostante  siano stati smentiti storicamente  . Ma  è anche  per  questo   che   bisogna festeggiare ovviamente  in maniera  nuove  e con nuove  parole  per evitare  che  diventi  solo retorica  e sia svuotata   del suo significato  originario .

  quidi  concludo   con  una poesia concludo
(,..)
perchè la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente
 (...)
 di edoardo Sanguinetti Ballata delle donne per   il testo integrale  www.ilcorpodelledonne.net/?p=510

e  come  il sito  citato  qui  in questo post  ridiamo dignità al'8 marzo e  che non sia  solo una giornata   all'anno ma tutto l'anno  e  << 
Basta adeguarsi al maschio, basta scimmiottarlo ( questa sera molte donne uscirano  e l’unica cosa che sapranno fare sarà quella di andare a vedere un tristissimo spogliarello maschile … scendendo a livello del maschio più becero…), basta assumerne le modalità comportamentali (le poche donne al potere usano sistemi maschili addirittura esasperandoli) .
 Basta “festa della donna”.
Ritroviamo la dignità  di persone aventi diritti. Riprendiamoci gli spazi che abbiamo ceduto per amore di figli , mariti e di tutti gli uomini  che ci circondano.
Inventiamo un modo nuovo di essere donne.  Ricreiamo la solidarietà femminile . Troviamo nuove vie per collocarci in politica , lavoro , famiglia.
Il modello maschile è un modello prevaricatore che non tiene conto delle nostre peculiarità. Rifiutiamoci di imitarlo.
Ritroviamo la gioia di un  8 marzo fatto di solidarietà , consapevolezza , amicizia , al femminile. Perchè sia un giorno utile alle donne e non un giorno di  festeggiamenti immotivati. >>

all'anno prossimo

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