dopo il caso di Valeria Alzari al centro della foto sotto
ragazza precaria della facoltà di chimica di sassari premiata dall'Unesco , nonostante la regione sardegna diceva che il progtto non era granchè , costretta a d emigrare all'estero . Questo video che raccontata una vicenda pre 1968-1978 è più attuale che mai
dalla nuova saardegna online
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«È stata un'occasione emozionantissima - racconta lei, lineamenti da ragazzina e sguardo penetrante -. Eravamo lì, piccoli piccoli, davanti a personaggi come Giovanni Puglisi, rettore dell'Iulm e il genio della matematica Pergiorgio Odifreddi. È stata anche una rivalsa, in un certo senso». Perchè il progetto di Valeria, presentato nel 2010 a un concorso per giovani ricercatori bandito dalla Regione, era stato scartato a causa - così aveva decretato la commissione - della sua «scarsa rilevanza scientifica».
Così vanno le cose, in Italia, per chi si affaccia alla carriera da ricercatore e si trova alle prese con un mondo fatto di incertezze e di precarietà, dove non sempre il merito coincide con le possibilità di progredire nella propria professione. Dove, talvolta, alla fine di una lunga battaglia, l'unica alternativa possibile è quella di fare le valigie e andare all'estero, in un contesto in cui, magari, se vali hai qualche chance in più. «Io non me ne vorrei andare, vorrei rimanere qui - dice Valeria - nella mia città dove ho investito tanto in termini professionali e dove ho i miei affetti. Ma mi sono data una scadenza. Se non si presenteranno opportunià entro la fine del 2012 sarò costretta ad abbandonare l'Italia».
La scadenza coincide con un assegno di ricerca che la giovane ricercatrice ha ottenuto a giugno del 2010 come contributo della Regione al suo master&back, dopo aver completato il dottorato all'università di Perugia. Proprio nell'anno in cui la stessa Regione aveva rifiutato il suo progetto e proprio nei mesi in cui, ironia della sorte, a due studiosi russi era stato attribuito il premio Nobel per la chimica proprio in ragione della scoperta su cui si basa la ricerca di Valeria Alzari: il grafene. Si tratta di un nanomateriale isolato dalla grafite che consente applicazioni interessanti nella produzione della plastica conferendole qualità molto superiori a quelle attuali, tra le quali la resistenza. L'équipe in cui lavora la ricercatrice, diretta dal professore associato Alberto Mariani, ha raggiunto la più alta concentrazione di grafene mai ottenuta fino ad ora a livello mondiale, con un metodo originale e innovativo che ha portato, per la prima volta, alla sintesi diretta di materiali nanocomposti contenenti grafene. Un settore altamente specializzato che Valeria Alzari ha seguito fin dai tempi dell'università.
«Mi sono laureata a Sassari a 25 anni - racconta - con la speranza di trovare subito lavoro. Così almeno garantivano le statistiche sui diplomi in chimica. Sembrava che tutte le aziende stessero aspettando il momento in cui io e i miei colleghi avremmo lasciato le aule della facoltà. Invece la realtà si è manifestata in modo del tutto diverso. Ho spedito decine e decine di curricula ma non ho mai avuto alcuna risposta. Né mi risulta che agli altri miei compagni di ventura sia andata meglio. Purtroppo, anche se sembra un luogo comune, essere donne, a parte il premio che ho vinto, crea parecchie difficoltà. Perciò se non troverò alternative sarò costretta ad andare via».
E una sorte incerta potrebbe subire la ricerca svolta dal gruppo di Valeria all'interno del dipartimento di chimica, proprio a causa dei finanziamenti «ballerini». «Abbiamo avuto un contributo ministeriale nel 2009 - spiega il responsabile Alberto Mariani -, il cosiddetto Prin per i progetti di ricerca di interesse nazionale. Ci doveva essere un bando ogni anno ma così non è stato. Lo abbiamo ricevuti nel 2010 e scadranno a fine 2012». Si tratta di una cifra bassa: 22 mila euro con i quali non si possono che acquistare i materiali per svolgere gli esperimenti minimi. Una situazione che proprio da ieri sembra meno nera perché il gruppo ha ottenuto un finanziamento di 133mila euro da dividere con altre due equipe. Una boccata d'ossigeno che consentirà di tirare avanti un altro po'. E poi?
3 commenti:
Pensa un po' che beffa, paghiamo gli studi ai nostri giovani per offrirli gratis agli altri paesi perché chi dovrebbe valutarli lo fa ispirato dalla raccomandazione! Un abbraccio e buon anno. Pietro Atzeni alias Il Giustiziere
Caro Pietro
Esperienza che mia figlia ha fatto per due estati come ricercatrice, andando in una università della California che non l'ha pagata...anzi!!
Ora dovrà sostenere l'esame di stato e poi!?! Più nulla...presumo. Forse l'alternativa sarà andar via dall'Italia!?!
Pietro caro!! Ora voglio pensare a farti e a farmi gli auguri per un prossimo anno meno caotico...e con tanta salute.
Ciaoooooooooooooooooo
mimosa49
E' la mia preoccupazione più grande, quella che provo per i giovani in questo disastrato periodo, speriamo bene
Un abbraccio e tanti auguri per il 2012, che sia più giusto ed equo per tutti!Auguri!!!
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