Chi scende

Cara Melissa,
non sopporto quelle dediche dolciastre "addio piccolo angelo". Ti vanificano, ti snaturano. La tua umanità risulta svaporata, impalpabile. Eppure l'hai ripetuto fino all'ultimo istante: "Mi chiamo Melissa". E' pur vero che il tuo nome richiama la dolcezza. Una dolcezza piena, straripante, così totale come solo quella dei fanciulli riesce a essere. I contorni ancor rotondi delle tue guance denotavano questa tua luminosa voglia di vivere, evocavano colori decisi e contorni netti. Come i fanciulli, non potevi capire. "Cosa è successo?" hai domandato prima del buio. Già, cosa è successo? Hai chiuso gli occhi, ed è stato meglio, perché non avresti mai ottenuto risposta, perché non esiste risposta alla mostruosità che ti ha divorata. 
Ti hanno colpita perché eri una donna? Perché studiavi in una scuola intitolata a una donna che ha combattuto la mafia? Perché eri studentessa, e la violenza è nemica della cultura? Per tutte queste cose insieme, probabilmente, e molte di più. Tutte motivazioni inesistenti, assurde, ferine.Hanno detto che la strage, chiunque ne sia il responsabile, è nazista e anch'io lo credo. E' nazista nella sua essenza, nell'infamia dell'insensatezza, nella brutalità pura, nell'insipienza totale. E' nazista perché profondamente antiumana, perché odia i giovani, e le giovani, cioè a dire il futuro su cui poggia questo sventurato Paese.All'approssimarsi dell'Ascensione tu, Melissa, sei scesa nelle viscere della terra. Sei deflagrata in alto, e in quell'allucinante volo, scoperchiata, ti sarà parso d'esser dominata da un sogno.Di te resta un sospiro tiepido. Il nitore delle suppellettili in legno. Un crocifisso scuro, semplice e severo, che ancor sovrasta il tuo letto di bambina. La tua casa, anzi, la tua camera parla di te. Ci parla d'una sconvolgente linearità d'animo. E, al tempo stesso, d'una curiosa vivezza, che mani assassine hanno voluto tacitare per sempre.Sei scesa nei nostri cuori e nelle nostre viscere, dove spero resterai. Nutrendo il nostro sangue. Donandoci il tuo. Dacci forza, ancora una volta, abbiamo bisogno del sacrificio del tuo corpo stremato, che pur ha detto basta. Dacci forza per non lasciarci travolgere dalla disperazione e dal furore. Dacci forza per proseguire nelle future domeniche. Dacci forza nel credere alla dolcezza rigenerante del domani.

ULTIM'ORA. Terremoto di magnitudo 6.0 sconvolge il Nord Italia, con epicentro nella zona di Ferrara. Tre finora i morti: una persona anziana e due operai, un marocchino e un italiano. L'umiltà crocifissa.

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