4.7.12

dal modo gay ( l'omofobo cannavaro candidato per la pdl , ecc )

Le mie risposte alle obiezioni comuni riguardo l'adozione da parte di figli per le coppie omosessuali.





FONTI: 
1) Studio di Loren Marks (Lousiana State University)http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0049089X12000580 

2) Comunicato Associazione Italiana Psicologi:http://www.aipass.org/files/Comunicato%20adozioni.pdf 

3) APA - statement about sexual orientation, parents and children:http://www.apa.org/about/policy/parenting.aspx 
(To be published in Volume 60, Issue Number 5 of the American Psychologist.)


Altri riferimenti: 
- Articolo 3 della Costituzione italiana: "Tutti i cittadini hanno pari dignita' sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali[...]"
- Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: 
1) Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà 
enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcu- 
na, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religio- 
ne, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o 
sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. 
2) Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello sta- 
tuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio 
cui una persona appartiene, sia che tale territorio sia indipen- 
dente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autono- 
mo, o soggetto a qualsiasi altra limitazione di sovranità. 
-



Fonte http://www.mosinforma.org  ( Movimento Omosessuale  Sardo )


Cannavaro l’omofobo scende in campo con il PDL. Assessore a Napoli?

Dopo le uscite omofobe del 2009, sui matrimoni gay in Spagna accostati a Gomorra, che gli comportarono il mancato rinnovo del contratto con il real Madrid (il 53% dei tifosi lo voleva fuori) e l’esilio negli Emirati Arabi, Cannavaro sembra in procinto di tornare in Italia, come assessore allo sport del candidato sindaco di Napoli del PDL Gianni Lettieri.
In mutande, con i suoi compagni di squadra, tra cui anche l’altro omofobo Gattuso, Cannavaro sembrava strizzare l’occhio proprio a quei gay che tanto gli fanno schifo. Ma non altrettanto schifo prova per i loro soldi. Solo una coppia di stilisti di destra come Dolce & Gabbana, quelli che sostenevano l’inutilità delle Unioni Civili “perchè tanto loro, con i soldi che hanno, fanno comunque quello che vogliono”, poteva utilizzare modelli omofobi per una pubblicità diretta al mondo gay. Eppure siamo in Italia e le finocchie continuano a vestirsi Dolce & Gabbana pur sapendo che, i due stilisti, sono tra i più acerrimi nemici dei loro diritti. Diventati da tempo articoli da mercatino e snobbati dai fashion followers … rimangono, purtroppo, un top per  i gay italiani, un pò “ritardati” in tutto. Chissà quanti di loro, avvolti in una mutanda D&G, sbavano ancora guardando in tv Cannavaro che corre dietro un pallone. Noi auguriamo al PDL campano e al loro assessore in pectore una sonora batosta ed una caduta nel dimenticatoio.
Comunque, a chi interessa, ecco la notizia lanciata da TMNews:
Gianni Lettieri, candidato a sindaco di Napoli per il centrodestra, coinvolgerà il campione del mondo Fabio Cannavaro nella sua squadra di governo qualora dovesse vincere le elezioni del prossimo maggio. “Ho chiesto a Fabio, che ha subito accettato, di impegnarsi al mio fianco per il rilancio della città, mettendo a frutto la sua esperienza – ha spiegato Lettieri – per aiutare i giovani a credere in loro stessi e nello sport. So che ha molti impegni, ma so anche che di fronte alla sfida di far vincere la sua Napoli non si tirerà indietro”. “La sua immagine e la sua voglia di fare saranno determinanti per aiutare la città e sostenere i nostri ragazzi a dare una speranza a chi vive situazioni di difficoltà, a chi per disperazione purtroppo decide di avvicinarsi alla criminalità. Voglio mettere a sua disposizione – ha proseguito Lettieri – ogni più utile risorsa. Fabio ha sempre avuto a cuore le sorti della città e quella dei suoi ragazzi e già sta facendo tanto con Ciro Ferrara con la loro fondazione”.
Lettieri ha già ricevuto una email dall’ex capitano dell’Italia. Cannavaro, Pallone d’Oro dopo i mondiali del 2006, già giocatore della Juventus, del Real Madrid e attualmente difesore dell’Al-Ahli Club (Emirati arabi uniti) è pronto. “Condivido i tuoi progetti sulla rinascita della città che vorrai promuovere come sindaco, in special modo – ha scritto Cannavaro nella lettera – per quanto attiene ai giovani e alla soluzione delle problematiche che da troppo tempo li affliggono. Voglio perciò aiutarti in questa sfida difficile ed entusiasmante che va oltre ogni schieramento politico e le logiche di partito. Ho ancora un anno di contratto, durante il quale cercherò di impostare l’assessorato più idoneo creando un team dedicato di professionisti, dirigenti e funzionari comunali. A contratto scaduto, spenderò il mio tempo – ha assicurato – ad aiutare Napoli e i napoletani. So che è una grande responsabilità e che i problemi sono molti, ma ho sempre sognato – ha concluso – di poter fare qualcosa di importante per la mia città”




Intervista esclusiva: “Un figlio gay? Non avrei alcun problema!”. Salmo risponde alle accuse di omofobia

“Avessi un figlio gay sicuro lo pesterei” è la frase contenuta nella canzone “Merda in testa”, di Salmo e Guè Pequeno, che ha fatto infuriare la comunità GLBT italiana ma anche tanti fan dell’artista sardo. Salmo: “E’ solo una rima che precede il ritornello Quanta merda che c’ho in testa.Io quelle cose non le penso proprio” 
Nei giorni scorsi è divampata la polemica, prima su Facebook poi sui mezzi di comunicazione. Omofobo e violento sono le accuse che il popolo della rete, tra cui anche alcuni fan, hanno rivolto al rapper sardo.
Nato ad Olbia nel 1984, Salmo incide le sue prime strofe nel 1997 e, dal 2000, produce come rapper i primi demo. Negli stessi anni lavora su proggetti musicali paralleli girando per l’italia e l’europa con gli SKASI…CO (band rap-metal), con i quali produce 3 album e, nel 2009, collabora con i THREE PIGS TRIP  producendo il primo EP: “mercyfull bullets”. Dopo 13 anni di attività, nel 2011, incide il primo LP da solista “THE ISLAND CHAINSAW MASSACRE” che riceve moltissime critiche positive.
Salmo non è certo un paladino dei diritti dei gay ma ad essere descritto come omofobo proprio non ci sta. Tutto nasce da una collaborazione con Guè Pequeno, il rapper milanese considerato uno dei fenomeni del 2011, con il quale registra “Merda in testa” un free style contenuto nel mixtape “Fastlife 3″ in uscita alla fine di questo mese. Con il ritornello “Quanta merda che c’ho in testa“, Salmo e Guè infilano una serie di rime, più o meno baciate, tra cui “Vivo day by day sono il capo come Ray/Più hardcore degli Utop/Avessi un figlio gay sicuro lo pesterei/Vuoi far suonare Salmo in giro chiama il 666″
“La canzone non voleva essere distruttiva nè violenta, magari a freddo può sembrare un pò pesante, ma in realtà sono frasi sconnesse che fanno seguito al titolo del pezzo:  “merda in testa”. Se avessi un figlio gay io non lo pesterei. Assolutamente“. Ci dice Salmo al telefono. “Non mi sarei mai aspettato questa reazione e mi dispiace che ci sia stato questo fraintendimento. Scrivo i testi delle mie canzoni mettendo su carta tutto quello che mi passa per la testa e quelle frasi rispecchiavano il pensiero di qualcuno che si sente con “tanta merda in testa” … appunto”.
La spiegazione della canzone è chiara, ma la tua reazione alle richieste di chiarimenti su Facebook lo è un pò meno
“Si, hai ragione. Mi sono fatto prendere la mano. Non sono abituato a tutta questa notorietà e quando mi sono visto attaccato in quel modo, con offese gratuite, da persone che nemmeno avevano sentito il pezzo, mi sono innervosito e ho risposto di conseguenza.”
Nella tua prima risposta hai scritto “… non tollero quando vogliono essere accettati mettendo sul web “foto di nudo artistico” mentre si inculano uno con l’altro, da vomito!”. Un pò forte per essere solo una risposta ad accuse di omofobia, non trovi?
“Si, forse. Ma è stata una reazione ad una serie di messaggi privati ed alla pubblicazione continua, sulla mia pagina Facebook, di foto di uomini nudi e di sesso fra uomini. Ognuno è libero di fare quello che vuole ma quella mi sembrava un’imposizione … certo ho esagerato, ma il “vomito” si riferiva a quelle pubblicazioni e non ai rapporti tra omosessuali. Ripeto, ognuno è libero di fare quello che vuole ma non di imporlo agli altri.”
Come mai hai deciso di cancellare la tua prima risposta?
“Perchè l’ho scritta d’impulso e mi sono reso conto che non rispecchiava il mio pensiero. Poi leggendo i commenti alla risposta, sopratutto quelli che esageravano contro i gay, ho capito di avere esagerato e l’ho cancellata subito. Non ho niente contro gli omosessuali e non voglio stimolare l’odio o l’aggressività contro di loro. Ho scritto anche di conoscere diversi gay, anche coppie. Anche loro mi hanno chiesto spiegazioni di quella frase e quando gli ho fatto notare il contesto della canzone hanno capito. Sai, molti quando seguono un artista cercano un esempio da seguire, ma io non lo sono, sono un ragazzo normale che dice quello che pensa. Credo che ora starò un pò più attento.”
So che nei giorni scorsi hai parlato con il presidente del Movimento Omosessuale Sardo, vi siete chiariti?
“Si, mi ha chiamato per chiedermi chiarimenti di quanto successo e gli ho spiegato come sono andate le cose. Quando ho saputo che mi cercava mi sono reso subito disponibile, non mi piaceva l’idea di scontrarmi con un movimento che lavora da tanti anni sulla mia terra e che rispetto. Credo che lui abbia capito.”
Capitolo chiuso allora?
“Sicuramente si. E’ stata una leggerezza, non tanto la canzone quanto la mia reazione. Adesso ho capito che non devo prendere così sul personale tutto quello che viene scritto sulla rete, dietro un computer tutti si sentono liberi di dire quello che vogliono e spesso esagerano. L’ho fatto anche io; non lo ripeterò”
Cosa ne pensi del matrimonio o, comunque, dei diritti delle coppie gay?
“Io sono favorevole ai diritti per tutti … ma, se devo essere sincero, il matrimonio, etero o gay, lo abolirei … Ecco (..  ride) ho fatto anche la rima ..”
Dove ti trovi ora?
“In questo periodo vivo a Milano, spostarsi dalla Sardegna per i concerti era un problema, così ho deciso di trasferirmi qui”
Quando ti rivedremo in Sardegna?
“Spero molto presto”
In una nota il Movimento Omosessuale Sardo conferma la telefonata e getta acqua sul fuoco “No, non ritengo Salmo omofobo” dice Massimo Mele, presidente del MOS “Certo, la sua risposta su Facebook poteva sembrarlo ma il fatto che se ne sia reso conto da solo è un buon segno. La frase della canzone è certo censurabile in sè, ma se contestualizzata credo che rappresenti bene “la merda che molte persone hanno in testa”. Capita a tutti di dire sciocchezze, l’importante è rendersene conto. I cantanti o i gruppi realmente omofobi lo rivendicano pubblicamente, lui ha fatto un passo indietro, segno che non è quella la sua posizione. Magari in futuro lo troveremo anche a sostenere le nostre rivendicazioni. Se vorrà, ci sarà un posto anche per lui nel concerto contro l’omofobia che organizzeremo a Giugno, che quest’anno sarà anche l’occasione per festeggiare i 20 anni di attività della nostra associazione.”
Intervista telefonica realizzata dalla redazione di MOSinforma
Ecco il testo integrale di Merda in testa, di Salmo e Guè Pequeno
Fin da piccolo, fra sai, che avevo grosse ispirazioni
SP nei miei polmoni con l’imbosco nei miei coglioni
Da grande ocus pocus, trasformo barre in euro
Guardo la tv, mentre ho il volume a palla nello stereo
Multi-tasking
E frate la tua tipa è multi-cazzi
Si vero è troppo impegnata, non c’ha un buco libero
Tengo separato il business dagli amici e dalla donna
Ricorda tieni siempre separata las dodas.
Capisci un po’ le citazioni, no, non hai mai visto un film
Questo flow è già storia Guepe Story X
Contro me la tua testa fa crash tipo una bottiglia di Becks
Con la tua tipa sono un groupie entro sempre nel back
Troppa merda in testa
Quanta merda che c’ho in testa
Troppa merda in testa
Quanta merda che c’ho in testa
Troppa merda in testa
Quanta merda che c’ho in testa
Troppa merda in testa
Quanta merda che c’ho in testa
Uhh
Sconvolto spettinato in paranoia, mentre guido
Ho un teschio in faccia na hacido Salmo amigo comprendido
So che ottengo, perché esigo
Parlo poco, perché in due parole me la sbrigo
Rap da algebra preparato in materia
Il mio corpo è in aria, sono di sostanza aerea che ora porti con chi
Mi ascolta in stereo, faccio Hysteria
Ci sfioriamo appena, tipo Capoeira
Hey man occhi spenti, dietro lenti Ray-Ban
Chiama il numero della bestia come gli Iron Mayden
Ho dei problemi in testa tipo psicotico
Doppia personalità mi sdoppia un clone prototipo
Vivo day by day sono il capo come Ray
Più hardcore degli Utop
Avessi un figlio gay sicuro lo pesterei
Vuoi far suonare Salmo in giro chiama il 666
Troppa merda in testa
Quanta merda che c’ho in testa
Troppa merda in testa
Quanta merda che c’ho in testa
Quanta merda fra
Troppa merda in testa
Quanta merda che c’ho in testa
Troppa merda in testa
Quanta merda che c’ho in testa.





L’ignoranza è molto più contagiosa dell’HIV

La LILA denuncia l’offensiva superficialità con cui amministratori e giornalisti trattano le persone sieropositive
Qualche giorno fa di migliaia di persone hanno potuto leggere su diversi giornali nazionali che a Milano ci sarebbero degli “untori”,ovvero persone sieropositive transessuali che si prostituiscono e che rappresentano un pericolo per la salute pubblica. Untori che avrebbero scaraventato nella paura migliaia di cittadini. Questo grazie alle affermazioni del vicesindaco e dell’assessore alla salute irresponsabilmente riprese dai quotidiani e successivamente dalla rete.
Quello che colpisce è che si parli di untori, termine obsoleto e riportato in luce da amministratori della salute pubblica in maniera tanto superficiale e ignorante. Rendendo chiara un’immagine, quella di chi volontariamente espone al rischio di contagio la popolazione.
.....  di seguito  la  continuazione dell'articolo  e  altri articoli 

Per partire da un dato certo, i due trans in questione non hanno alcun obbligo di informare i partner della condizione di sieropositività, ma soltanto di utilizzare il preservativo. La responsabilità della salute sessuale non deve e non può ricadere solo sulle persone che vivono con l’hiv, ma riguarda chiunque abbia rapporti occasionali, siano essi a pagamento o meno. Con queste affermazioni si intende far ricadere la responsabilità solo sui soggetti sieropositivi, anziché favorire la consapevolezza che chiunque si esponga al rischio, con prostitute/i o meno, deve utilizzare il preservativo. Ma paradossalmente in nessun articolo il preservativo viene citato, pur essendo l’unico strumento sufficiente a proteggersi dall’infezione, a parte la castità ovviamente.
Questo rappresenta un problema di ordine sociale e culturale nonché un forte percolo dal punto di vista epidemiologico.E’ allarmante che persone che appartengono alle istituzioni possano fare affermazioni di così basso e incompetente profilo, fatte per fare del populismo forse a soli fini elettorali. Si fanno affermazioni discriminanti, di tipo moralistico, bigotto e fuorviante, anziché introdurre politiche di informazione mirate verso la popolazione che frequenta prostitute/i e ribadire l’importanza dell’utilizzo del preservativo in simili situazioni.
Contenere il virus nell’ambito di comportamenti ad alto rischio equivarrebbe a contenerne la diffusione in tutta la popolazione che frequenta quei luoghi. Non si capisce perché politici, giornalisti e responsabili dell’informazione dopo 30 anni continuino ad ignorare la comunicazione chiara fatta nel rispetto delle scelte sessuali di ognuno.
Non si capisce perché si favorisca la disinformazione anziché la prevenzione dell’aids in maniera corretta e consapevole.
L’utilizzo del preservativo e la responsabilità per la propria e l’altrui salute, non devono ricadere su una sola delle parti, ma su entrambi i soggetti, poiché in un rapporto sessuale si è sempre in due.
Additare pubblicamente le persone ha il solo scopo di stigmatizzarle, allontanarle dai servizi e rendere la lotta all’aids ancora più ardua.
Brunella Mocci
Presidente Lila Sardegna

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