Una Storia Vile e Scandalosa

 (Luglio ’12)

Metrica: Ottave di decasillabi
in rima baciata

Dopo stasera sono sulle scale
ed ecco che sono qua a pensare
ad una storia vile e scandalosa
appassita come una vecchia rosa
Non è adatta per ridere o piangere
non è adatta per poterla suonare
è adatta per buttarla nel vento
per brutte strade, per perder tempo
per brutte strade, per perder tempo
per brutte strade, per perder tempo

Sembrava una sera come tante
il buio cadeva un po’ pesante
io tornavo a casa in filovia
dopo essere stato con lui per la via
Ti siedi lentamente accanto a me
tra i tuoi occhi si dipingono i “se”
con due lacrime e col fiato corto
scoppi a raccontarmi del tuo aborto
scoppi a raccontarmi del tuo aborto
scoppi a raccontarmi del tuo aborto

Giustamente come puoi dirlo
non vuoi a casa raccontarlo
già tua madre è molto esagerata
protettiva e tanto preoccupata
E come dice il prete andrai all’inferno
dritta dritta, a bruciare in un forno
per loro è una vergogna orribile
avere una figlia così ignobile

“Lo sapevo che con lui non dovevi stare”
ti dice tua madre, si mette a urlare
“guarda le porcherie che ti ha imparato
e in questo modo ci ha ripagato”
E non puoi nemmeno il vero dirle
che tu eri libera di farlo
ma dillo a una madre che ha una figlia
che l’ha fatta forse in controvoglia
che l’ha fatta forse in controvoglia
che l'ha fatta forse in controvoglia

Non parliamo proprio di tuo padre
si sente a pezzi per il dolore
e non sa bene che cosa fare
figuriamoci se lo riesce a dire
Si aspetta che gli chiedi perdono
che scoppi in lacrime davanti a loro
che t’inginocchi, che ti batti il petto
che t’inginocchi, che ti batti il petto
che t’inginocchi, che ti batti il petto

E poi, e poi quando l’hai detto a lui
credeva fosse uno scherzo per altrui
ma quando ha capito che era tutto vero
t’ha regalato grandi lividi neri
poi si è preso i suoi regali dati
le parole, i sentimenti donati
ti ha lasciato solo la rabbia e le parolacce
cercando degli ex-amici le facce
cercando degli ex-amici le facce
cercando degli ex-amici le facce

Allora, abbandonata dal mondo
credi di aver toccato il fondo
e poi hai provato a farla finita
quel tuo peso che hai dentro è una vita
E così bruciavi tra le stanze fredde
pensavi alla pancia, alle sigarette
ai giudizi, alle minacce altrui
soprattutto a quelle dei tuoi e di lui
soprattutto a quelle dei tuoi e di lui
soprattutto a quelle dei tuoi e di lui

E adesso che mi alzo dalle scale
credo di aver perso tempo a pensare
a questa storia vile e scandalosa
non serve nemmeno proferir parola
Non ne parlerei in televisione
figuriamoci in una canzone
o a voce, o a chi è a governare
o a chi pensa al nuovo ordine mondiale
o a chi pensa al nuovo ordine mondiale
o a chi pensa al nuovo ordine mondiale

Questa canzone tratta di un evento accaduto realmente, il che mi ha fatto riflettere davvero. Sul tema "aborto" ho sempre avuto un atteggiamento di "agnosticismo" diciamo così. Però viste le circostanze, ho voluto appronfondre la materia, così mi sono fatto la mia idea che non sto qui a raccontare.Il brano parla oltre che del fatto in se, anche con tono ironico, all'inizio e alla fine, ironia nel fatto che "si va all'inferno a bruciare" quando ogni cosa dev'essere valutata nelle circostanze. Il fatto che nessuno valuta (ma del quale se ne fregano) è che il bambino nel brano non è morto per l'aborto ma per le violenze fisiche del ragazzo che l'ha messa incinta.

Luca

Commenti

Aida ha detto…
Oh mia cara, sei sempre una simpatia! Hai promesso che quando si arriva in Portogallo avete a vostra disposizione sia la mia casa e un cookie (o più) in attesa per voi!

baci grandi

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