Quando non capisco divento nervosa. Come tanti. A me, per la verità,
accade d'innervosirmi pure quando capisco (o mi sembra di capire, non
voglio essere immodesta). Mi considero una persona semplice, banale. E
banalmente constato che certo, adesso non si può che condividere
l'orrore di Angela Merkel per tragedie inenarrabili come quella,
recente, austriaca (persino le borghesissime
bagnanti della mia spiaggia parlavano con toni accorati di "trattamento
nazista"!); quando esorta ad aiutare i profughi, condanna muri e fili
spinati e rammenta che l'"Europa è ricca", opportunità si possono e si
devono creare per tutti. Banalmente non si può esimersi dal sostenerla
nella sua lotta al dilagante populismo xenofobo e razzista, pericoloso
in ogni paese, ma in Germania e dintorni un po'
di più. Però - ed è qui
che mi salta la mosca al naso - non posso nemmeno schivare un'altra
domanda, anch'essa banale: finora tutta questa compassione, questo
panegirico dell'Europa come terra di opportunità e welfare, cultura e
civiltà, non li ho sentiti. Finora "ce lo chiede l'Europa" equivaleva a
pareggiare rigidi conti ragionieristici, a sculacciare i mediterranei
scialacquatori e torpidi (cioè, noi) che quasi dovevano scusarsi d'esser
nati sulle sponde del Mediterraneo e non nella nobile Foresta Nera. La
Germania compassionevole è la stessa che ha sbranato la Grecia, con una
determinazione e durezza ben superiori ai pasticci del pur sciammannato
Tsipras. Non ditemi che sono problemi diversi. E' esattamente la stessa
cosa, invece. Perché ora che i guai premono sotto la porta di casa, ora
che il vento del "non expedit" spira anche da quelle parti (ci si è
evidentemente accorti che i profughi possono rappresentare un incentivo
all'economia e non solo un dramma umano e politico), ora, soprattutto,
che la svogliata pseudo-battaglia contro il gruppo Stato Islamico ha
portato ai risultati prevedibili, cioè al nulla, anzi al peggio (un
emirato è sorto in Libia, sotto i nostri piedi), ci si ricorda che il
rigore senza lungimiranza non paga: è, al contrario, pericolosissimo. E
d'accordo, come si fa a respingere ora gli appelli di Merkel? Ma permane
un senso di profondo fastidio: quello per cui alla fine, sia nel male,
sia nel bene, solo una decide, e gli altri si accodano, pronti poi a
farsi mettere in coda, come sempre. E, quanto a code, noi ne abbiamo
vasta esperienza. Saremo pure inerti e irresoluti, degl'irriducibili
levantini, ma non mi pare che l'acume nordico abbia stavolta brillato
per preveggenza... e nemmeno per furbizia.
© Daniela Tuscano
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